Recensione del testo di Maria Ranieri " Tecnologie per educatori socio-pedagogici. Metodi e strumenti" edito da Carocci Faber, Roma, 2020

Gaggioli, Cristina

Italian

Pensa MultiMedia Editore (E-Journals)

RecensioneMaria Ranieri Tecnologie per educatori socio‐pedagogici. Metodi e strumenti Carocci Faber, Roma, 2020, pp. 171.    L’evoluzione tecnologica, che ha investito negli ultimi decenni le società contemporanee a livello mondiale, ha pro‐dotto e continua a produrre cambiamenti radicali che investono ed influenzano ogni aspetto della nostra vita. Si avverte, pertanto, sempre più la necessità di azioni in grado di guidare un processo capace non solo di organizzare e manipolare concetti, ma anche di generare e modificare i modelli di riferimento, mentre agisce sul mondo (Rivol‐tella & Rossi 2019). La complessità del mondo contemporaneo, amplificata dal persistente avvento delle nuove tec‐nologie digitali, richiama con forza chi si occupa di educazione al dovere di interrogarsi sui rischi e le opportunità di cui gli strumenti digitali sono portatori, ed impone una riflessione sul tema della giustizia sociale che essi com‐portano: dall’inadeguatezza delle infrastrutture tecnologiche fino al digital divide e l’empowerment dei soggetti potenzialmente esclusi. In questo scenario, diventa di primo piano la figura dell’educatore socio‐pedagogico che per sua natura crea connessioni suggerendo nuovi percorsi e nuovi strumenti in un orizzonte di senso sempre più dinamico e complesso (Iori, 2018).  Come cambia il lavoro dell’educatore in un contesto simile? Quali sono le sfide che si apprestano ad affrontare le professioni educative? Quali sono le teorie e i metodi di cui può avvalersi la prassi educativa mediata dalle tec‐nologie? Come adattare strumenti e dispositivi sulla base dei diversi contesti in cui l’educatore deve intervenire? Come può il progetto educativo essere in grado di cogliere le nuove opportunità?   Partendo da questi interrogativi Maria Ranieri, professoressa ordinario di Didattica e Pedagogia Speciale presso l’Università di Firenze e autrice del testo Tecnologie per educatori socio‐pedagogici. Metodi e strumenti, raccoglie questa sfida e accompagna il lettore in una ricca analisi delle teorie, le metodologie e le tecnologie che investono oggi il lavoro educativo non solo in differenti contesti socio‐educativi, ma anche con differenti fasce d’età.  La struttura del testo si articola in tre capitoli in grado di toccare e analizzare le dimensioni fondamentali dell’in‐contro tra la storia delle tecnologie e il mondo educativo.  Proprio a partire da questo incontro, il primo capitolo delinea un excursus storico che fa da cornice e segna le tappe che hanno profondamente caratterizzato le teorie e i modelli applicativi nel corso del tempo. Dalle macchine per insegnare di Skinner ai più recenti social network (Manca & Ranieri, 2013) il fil rouge resta sempre la relazione tra docente e discente, tra educatore ed educando, dove la tecnologia diviene il mediatore di un dialogo impre‐scindibile e mai scontato e dove la posizione dell’uno rispetto all’altro non è mai definita una volta per tutte, ma è in continua evoluzione. Oggi più che mai “l’attuale diffusione delle tecnologie digitali in ogni sfera della vita sociale rende il confronto con i dispositivi digitali inevitabile: educatore ed educando vivono in ambienti che impongono di misurarsi con i nuovi dispositivi, i quali in alcune condizioni particolari possono anche diventare l’unico strumento per comunicare e rimanere connessi, assicurando una continuità relazionale ed educativa” (p. 36). Occorre tuttavia conoscere a fondo questi strumenti per poterli governare, è necessario, come ricorda l’autrice, conoscere e padro‐neggiare in maniera critica le dimensioni dell’accessibilità, dell’usabilità, della multimodalità, della multimedialità, dell’ipertestualità, della comunicazione mediata dal computer, delle reti sociali, della realtà aumentata nonché dei big data.  Nel secondo capitolo Maria Ranieri conduce il lettore alla scoperta di svariati contesti educativi anche molto differenti tra loro ponendo, attraverso le storie di vita di Marco, Malika, Andrea e Stefano, sfide notevoli al mondo dell’educazione e della tecnologia.  È così che gli audiolibri, i software di sintesi vocale e i podcast possono divenire supporti inclusivi nella classe frequentata da Marco, un ragazzo di 16 anni con disabilità visiva. “Vi possono essere” infatti “attività didattiche ba‐sate sull’uso di TA (tecnologie assistive), proponibili nell’ottica della gestione integrata dell’aula: in questo caso i supporti didattici costituiscono al tempo stesso sia una risorsa di apprendimento per gli allievi sia uno strumento ––––––  Italian Journal of Special Education for Inclusion –––––– anno IX | n. 2 | dicembre 2021 169che tiene conto dei bisogni educativi dello studente con disabilità visiva” (p. 66).  L’utilizzo del digital story telling nell’educativa di strada, invece, crea un canale comunicativo tra i giovani adulti che vivono in strada e la comunità che li accoglie; “la narrazione e l’intreccio di storie personali potrebbero offrire a Malika e ai suoi compagni di strada un’opportunità per conoscere meglio sé stessi e i luoghi in cui vivono” (p. 77).  Anche il supporto della videogame education nelle comunità per minori, volto a ridurre i potenziali rischi del‐l’interazione frequente con gli schermi interattivi, rappresenta un altro modello operativo dell’incontro tra tecnologie ed educazione. “Nel caso di Andrea l’educatore dovrebbe cercare prima di tutto di comprendere le ragioni di questa immersione totale nel mondo dei videogame e, a partire da questa comprensione, ricondurre l’esperienza video‐ludica entro tracciati sostenibili socializzandola col resto della comunità attraverso un intervento di videogame edu‐cation in grado di promuovere distacco, consapevolezza e prospettiva critica” (p. 94). La storia di Stefano, infine, ci conduce nelle strutture di detenzione e mostra come l’e‐learning possa offrire oc‐casioni di empowerment ai detenuti attraverso le opportunità di formazione a distanza assicurate dalle tecnologie.   Altro elemento che emerge da queste storie è la trasversalità con cui le tecnologie vengono impiegate dagli in‐dividui in ogni fase della vita, ampliando il loro campo di applicazione ad altri contesti educativi come i servizi per la prima infanzia, i centri di aggregazione giovanile e i centri ricreativi‐socio‐culturali dedicati alla terza età, dove le azioni che in questi ambiti possono essere condotte sono soprattutto di media education e non possono prescindere da un coinvolgimento diretto delle famiglie, al fine di migliorare la consapevolezza d’uso di questi strumenti anche da parte dell’utenza più fragile. L’idea che le tecnologie possano fungere da facilitatore nei differenti contesti educativi, è resa possibile da una corretta integrazione tra politiche e pratiche educative, che sappia offrire esperienze concrete, anche attraverso la creazione di comunità di pratiche. “Dopo il boom del personal computer negli anni Ottanta e di Internet negli anni Novanta, dal nuovo millennio in poi dominano le piattaforme social da Facebook a Instagram, e le cosiddette tecnologie screen touch. Smartphone e tablet sono ormai appannaggio di ampie fette della popolazione, in modo trasversale al background socio‐culturale e all’età” (p.115). È con queste parole che l’autrice ci introduce nel terzo ed ultimo capitolo per descrivere, in maniera attenta, l’influenza e l’apporto che le tecnologie possono fornire alle persone nelle diverse fasi della loro vita. Anche in questo caso è fondamentale per l’educatore socio‐pedagogico conoscere rischi e potenzialità dei mezzi che si hanno oggi a disposizione, al fine di poter garantire a ciascuno, nel proprio ambiente di vita, l’opportunità di poter crescere a qualsiasi età. Nella fascia d’età che comprende l’infanzia è compito del genitore e dell’educatore “accompagnare le attività di navigazione del minore, non tanto per monitorare ciò che egli fa, quanto per confrontarsi con lui sul significato e le implicazioni delle azioni compiute, svolgendo un ruolo attivo di mediazione educativa rispetto all’uso del mezzo” (p. 125). Salendo d’età, parallelamente all’aumento di accesso ed uso, crescono anche i rischi a cui gli adolescenti sono esposti. Tuttavia “la possibilità per i più giovani di assumere ruoli partecipativi all’interno di comunità informali online può avere ricadute positive sullo sviluppo delle loro capacità” (p. 131). La sfida educativa, ci ricorda l’autrice, sta proprio nel bilanciare rischi ed opportunità, arginando da un lato i pericoli ai quali gli adolescenti sono esposti in rete e dall’altro massimizzando i benefici, attraverso azioni di responsabilizzazione e sensibilizzazione. Competenze queste che per di più saranno utili anche nel corso della vita in un’ottica di life long learning, che ci proietta nell’età adulta. In questa fase della vita le tecnologie possono essere utilizzate sia come volano per la partecipazione sociale (come per esempio chat e social network), ma anche in contesto lavorativo. Il capitolo si conclude con la terza età che incontra la robotica a supporto della dimensione fisica, cognitiva e sociale delle persone anziane.  Il volume di Maria Ranieri rappresenta quindi un raffinato strumento di riflessione, approfondimento e forma‐zione per tutti gli educatori socio‐pedagogici che raccolgono quotidianamente le sfide poste dalla e nella società della comunicazione e dell’informazione, andando a definire un quadro teorico che non solo fornisce strumenti operativi per la progettazione e gestione di programmi socio‐educativi, ma che va ad arricchire il panorama editoriale contemporaneo con un contributo tanto necessario quanto prezioso.     Riferimenti bibliografici  Iori, V. (2018). Educatori e pedagogisti. Senso dell’agire educativo e riconoscimento professionale. Trento: Erickson. Rivoltella, P. C., & Rossi, P. G. (2019). Tecnologie per l’educazione. Torino: Pearson. Ranieri, M., & Manca, S. (2013). I social network nell’educazione: basi teoriche, modelli applicativi e linee guida. Trento: Erick‐son.   Cristina Gaggioli Università degli Studi di Firenze 170

Recensione: Maria Ranieri, Tecnologie per educatori socio-pedagogici. Metodi e strumenti, Carocci Faber, Roma, 2020, pp. 171.

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