La trasformazione socioeconomica che portò, dai secoli
della Tarda Antichità, alla formazione di nuove strutture
del popolamento nelle campagne coincise in alcuni territori
dell'Italia Settentrionale con la trasformazione del territorio e del paesaggio d'età romana e riguardò tanto lo sfruttamento, quanto il rapporto con le diverse componenti dello spazio. In particolare le aree di Bassa Pianura, soggette ad un complesso sistema idrico e a larghe distese paludose e boschive, conobbero una ridefinizione degli assetti del popolamento e lo sviluppo di nuove logiche d'occupazione. Sembra scontato ricordare le numerose citazioni nei documenti pubblici e privati altomedievali di boschi, corsi d'acqua e fossati artificiali che caratterizzarono il paesaggio della Pianura Padana e che
rimasero elementi nodali del territorio ben oltre la fine del Medioevo. L'acqua fu insieme risorsa utile (navigazione, irrigazione e poi forza idraulica) e pericolosa (inondazioni) e il rapporto che si creò con essa divenne di profonda e complessa iterazione tra i due soggetti (uomo e ambiente). L'azione antropica andò infatti ad incidere sullo sfruttamento del sistema idrico, andò a governarne la regolazione e a definire gli spazi nel territorio. In questo contributo si tenta di inquadrare alcuni problemi legati in particolare (a) al rapporto tra gli insediamenti e le "aree umide" in età medievale, (b) alla loro gestione e (c) ai problemi nell'indagine di questi aspetti