Teatro, attori e subalternità ne Il sogno della camera rossa

Abstract

The article focuses on a masterpiece of Chinese literature: The Dream of the Red Chamber and investigates into the dynamics governing the relationships between actors and society during the Qing dynasty. This analysis will be carried on by means of significant episodes of the novel. It will be shown how actors are able to establish a micro-society (exemplified by a troupe employed within a court), that is the most actual alternative to the severe and strict dominant schemes. This group is criticized and misunderstood due to its distance from common morality, resulting in a complex mixture of subservience and effective dominance. In fact, its dependent role within elitist society, reveals to be revertible through the development of a symbolic autonomy, opposite to the real decadence of masters, who end up to be the actual servants. The particular freedom carried on by actors, also thanks to their art, becomes the way they use their influence onto the social environment.L’articolo analizza, all’interno dello Honglou Meng, romanzo cardine della letteratura cinese, le dinamiche che regolano il rapporto degli attori con la società di epoca Qing, attraverso alcuni episodi della narrazione. La microsocietà degli attori, esemplificata da una compagnia teatrale alle dipendenze di una corte, rappresenta la più forte alternativa ai rigidi schemi dominant. È un gruppo controverso e frainteso nella sua distanza dalle convenzioni morali, contraddistinto da un complesso connubio di subordinazione e potere effettivo. La sua posizione di sottomissione ad una società elitaria si dimostra infatti rovesciabile, tramite lo sviluppo di un’autonomia simbolica, opposta alla reale condizione decadente dei padroni, che finiscono per esserne asserviti. La particolare libertà di cui l’attore si fa paladino, grazie anche alla propria educazione all’arte, diviene il modo tramite il quale egli esercita un potere sull’ambiente che lo circonda

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