Federazione delle Associazioni Scientifiche per le Informazioni Territoriali e Ambientali
Abstract
Nel corso degli ultimi secoli l’evoluzione geomorfologica della Laguna di Venezia è stata
notevolmente condizionata dai numerosi interventi antropici condotti in tutto il bacino e nelle zone
limitrofe, i cui effetti si sono sommati a quelli indotti dai processi naturali costieri. L’analisi delle
modificazioni avvenute nel settore centrale della laguna, particolarmente vulnerabile poiché sede
della città di Venezia, del porto turistico e del polo industriale, è stata l’obiettivo di questo studio. A
tal fine l’esame della cartografia storica (disponibile a partire dal 1500) ha assunto un ruolo
fondamentale, fornendo informazioni uniche e precise sull’assetto passato del territorio, mentrele
fotografie aeree (dal 1954) hanno reso un importante contributo al riconoscimento dei cambiamenti
più recenti. L’interpretazione congiunta di dati preesistenti soprattutto di carattere geomorfologico e
morfodinamico e di informazioni relative alle opere realizzate dall’uomo nei secoli ha permesso di
ricostruire l’evoluzione dell’area e di conoscere i rapporti causa-effetto tra evoluzione del paesaggio
e processi naturali e antropici. Lo studio è stato condotto con tecnologia GIS (Geographic
Information System). Carte e immagini sono state quindi georeferenziate ed è stata creata una banca
dati attraverso cui visualizzare ed elaborare diverse tipologie di informazioni geografiche all’interno
di un unico progetto di analisi territoriale. Il lavoro ha permesso di mettere in evidenza: (a) i diversi
tentativi di deviazione del tratto finale del Fiume Brenta per evitare che, con i suoi apparati deltizi
endolagunari, potesse interrare la laguna centrale minacciando così l’integrità di Venezia, (b) gli
effetti che tali diversioni hanno prodotto nella laguna stessa, (c) i processi erosivi intensificati dalla
costruzione dei moli foranei alla bocca di Malamocco, (d) lo sviluppo del polo industriale di Porto
Marghera, (e) lo scavo del canale Malamocco-Marghera, che ha incrementato l’energia e
l’idrodinamicità dell’area, favorendo l’ulteriore erosione delle strutture morfologiche naturali e
artificiali (barene e casse di colmata) adiacenti