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Sant'Agostino e il <i>Cantico dei Cantici</i>
Il Cantico dei Cantici è il Santo dei Santi . La parola del maestro
Rabbi Aqiba ai rabbini dell' Accademia di Jamnia proclamava la sacralità
del Cantico dei Cantici con il significativo accostamento al Sancta
Sanctorum del Tempio di Gerusalemme e consegnava definitivamente il
canto biblico dell' amore allo scrigno immortale dei libri ispirati da Dio.
Il Cantico dei Cantici «lo proclamò Salomone re d'Israele, ispirato dallo
Spirito Santo, davanti al Sovrano di tutto il mondo», affermava la tradizione
targumica, cui faceva eco la tradizione liturgica: «Questo cantico
comprende tutta la Torah; comprende tutta l'opera della creazione; comprende
il mistero dei Padri; comprende l'esilio in Egitto e l'uscita
d'Israele dall'Egitto e il canto del mare; comprende l'essenza del decalogo
e il patto del monte Sinai e il peregrinare d'Israele nel deserto, fino
all'ingresso nella terra e alla costruzione del tempio; comprende l'incoronazione
del santo nome celeste nell' amore e nella gioia; comprende
l'esilio d'Israele fra le nazioni e la sua redenzione; comprende la risurrezione dei morti fino al giorno che è il sabato del Signore».
Agostino amò il Cantico dei Cantici e lo valorizzò con meditata umiltà,
manifestando la gratitudine a Dio per avergli aperto gli occhi dello spirito
nella trasfigurazione del suo giovanile amore carnale verso il più alto grado
dell' amore spirituale. Egli non dedicò le sue omelie e i suoi trattati alla
esplicita spiegazione del Cantico, ma la presenza nelle sue opere di circa
duecento citazioni del libro, soffuse sempre dalla fragranza degli aromi
primaverili del Cantico, conferma la sua immersione nell' oceano della spiritualità
sponsale: «Tu sei il mio Dio, a te sospiro giorno e notte ... Mi hai
abbagliato, mi hai folgorato, e finalmente hai guarito la mia cecità. Hai alitato
su di me il tuo profumo ed io l'ho respirato e ora anelo a Te»
(Confessioni 10, 27,38)
Bibbia, cristianesimo e letteratura italiana: uno sguardo d'assieme.
L'A. ripercorre la presenza della Bibbia nella letteratura italiana dalle origini ai giorni nostri, sottolineando la persistenza della ripresa del Sacro testo sia nella poesia che nella prosa
María Zambrano e Cristina Campo: amicizia e destino
The paper analyzes the friendship and intellectual relationship of María Zambrano and Cristina Campo during the late Fifties in Rome, as it is evidenced in those letters written by Cristina Campo to her friend and published in Italy. The similarity of thought and religious sentiment of both authors gives us a reason to study. In addition, this important friendship is also studied in relation to Simone Weil's philosophy, mediating figure between them
Simulacri dell\u2019invisibile. \u201cCultura lignea\u201d ed esigenze devozionali nella Camerino del Rinascimento
Nella Camerino di Giulio Cesare da Varano (1443-1502) si assiste ad una straordinaria fioritura artistica, che si esprime non solo nella produzione pittorica ma anche nell\u2019intaglio ligneo. Il saggio mette a fuoco come i simulacri lignei e gli stalli intarsiati rispondano alle esigenze devozionali della religiosit\ue0 del territorio, indagata attraverso gli scritti di Fabrizio da Varano, vescovo di Camerino e nipote di Giulio Cesare, e di suor Battista da Varano, eminente figlia dello stesso signore. In particolare si affronta il problema della ripetitivit\ue0 stilistica e iconografica, presente in un nutrito gruppo di sculture lignee e interpretata non solo come il portato di pratiche artigianali che si apprendono e tramandano in bottega, ma anche come l\u2019effetto di una religiosit\ue0 avvezza all\u2019iterazione di formule enunciative. Successivamente si indaga il problema della funzione cultuale della scultura lignea, che l\u2019osservatore dell\u2019epoca intende come un efficace e potente sostituto dell\u2019essere effigiato (santo, Cristo, Madonna); la statua, che in alcuni casi giunge addirittura a simulare la carne viva, grazie all\u2019inserimento di resti umani nell\u2019immagine scolpita, poteva infatti animarsi nella mente del devoto che la vedeva muoversi e camminare. Da ultimo si analizzano la committenza di suor Battista da Varano e il suo rapporto con l\u2019intagliatore Domenico Indivini, autore del coro ligneo e del Crocifisso per il monastero, nonch\ue9 di un Bambinello ligneo, appartenuto, secondo la tradizione orale, proprio alla Varano. Gli stalli del coro sono inoltre particolarmente interessanti per il fatto che Indivini \ue8 chiamato a trasformare in immagini reali alcuni simboli ricevuti dalla suora durante le sue visioni mistiche, raccontate con dovizia di particolari nei suoi scritti
Le Piante e la Gloria: una mostra tra Botanica e Filosofia
L’Orto Botanico di Modena collabora da quattro anni con il Festival-Filosofia Modena/Carpi/Sassuolo, ospitando nella sua suggestiva cornice diverse esposizioni e iniziative artistiche e organizzando laboratori per bambini attinenti al tema della manifestazione. Nel 2014 per il tema Gloria è stata proposta la mostra “Gloria in Cielo, Verde sulla Terra. Iconologia vegetale nelle immaginette sacre”, presentando oltre trecento “santini” (1800-1930), da collezioni private, con simboli vegetali caratterizzanti legati a figure sacre e momenti del rito cristiano. Sono così nate le varie sezioni della mostra: il giglio, la palma, la rosa, la vite e l’uva, l’erbario e il giardino mariano, le piante della Passione ecc. La collocazione nelle vetrine dell’Aula Storica dell’Orto ha permesso di affiancare a immaginette e poster i vegetali, freschi o essiccati, dando così materialità al legame tra botanica e gloria celeste. Ancora una volta l’associazione piante-arte si è dimostrata un grande catalizzatore d’interesse e curiosità, portando i visitatori a vivaci scambi tra loro e con il personale addetto all’esposizione
El temor del Señor es el principio de la Sabiduría ( Proverbios 1:7). En Diálogo con Scientia Crucis de Edith Stein
The contribution will be distinguished in two parts, the first, where Edith Stein's spiritual experience is deepened, cadenced by her scientific research, her academic activity, conversion and the following entry to Carmel and finally her martyrdom. The second part is all dedicated to the last writing by Edith Stein, Sister Teresa Benedetta della Croce, Scientia Crucis. It is a dialogue with the text and with the Author to try to fully enjoy her spirituality. The book, published posthumously and incomplete, is divided into three parts. The central themes of Scientia Crucis are the ascent of the soul to God through crucifixion (active and passive night) and the spousal union between soul and God. Scientia Crucis has a clear and linear structure. According to the author's drawing, the work is divided into three parts, bearing the title: 1. The Message of the Cross; 2. The doctrine of the Cross; 3. On the way to the Cross. Edith developed the first two parts. Of the third part we have a large Fragment that, only partially, can be considered as carrying out the conclusion of the work.La contribución se distinguirá en dos partes, la primera, donde se profundiza la experiencia espiritual de Edith Stein, cadencia por su investigación científica, su actividad académica, la conversión y la siguiente entrada al Carmelo y finalmente su martirio. La segunda parte está dedicada a la última escritura de Edith Stein, la hermana Teresa Benedicta de la cruz, Ciencia de la cruz. Es un diálogo con el texto y con la autora para tratar de disfrutar plenamente de su espiritualidad. El libro, publicado póstumamente e incompleto, se divide en tres partes. Los temas centrales de Ciencia de la cruz, son el ascenso del alma a Dios a través de la crucifixión (noche activa y pasiva) y la unión conponsal entre el alma y Dios. Ciencia de la cruz, tiene una estructura clara y lineal. Según el dibujo del autor, la obra se divide en tres partes, que llevan el título: 1. El Mensaje de la Cruz; 2. La doctrina de la Cruz; 3. Camino a la Cruz. Edith desarrolló las dos primeras partes. De la tercera parte tenemos un gran fragmento que, sólo parcialmente, puede considerarse como llevar a cabo la conclusión de la obra
Le conversioni silenti
The section explores the two nights lived by the protagonists of the \u201cI Promessi Sposi\u201d: the night during
which Renzo crosses the Adda river and the night spent by Lucia in the Innominato's castle. The
symmetry of the organization of the two episodes triggers some analytical and synthetical considerations
(see the table with the synopsis of the two episodes): when searching for the meaning of the two episodes
an hypothesis of a hidden meaning written between the lines arises, in contrast with the narration. An
hypothesis that leads us to explore the mysticism of XVIIth century, in particular the \u201cIl cantico
Spirituale\u201d by San Giovanni della Croce. This interpretation might cast a new light on the whole of
Manzoni's novel
L’invenzione della memoria del volto di Cristo: osservazioni sulle interazioni fra iconografia e letteratura prosopografica prima e dopo l’Iconoclastia
The article deals with the making of Christ's image in Late Antiquity and the Early Middle Ages and investigates more specifically the symbolic meaning of hair in connection with the Messias' prefigurations in the Bible
Sant'Agostino e ilCantico dei Cantici
IlCantico dei Cantici è il Santo dei Santi. La parola del maestro
Rabbi Aqiba ai rabbini dell' Accademia di Jamnia proclamava la sacralità
delCantico dei Canticicon il significativo accostamento alSancta
Sanctorumdel Tempio di Gerusalemme e consegnava definitivamente il
canto biblico dell' amore allo scrigno immortale dei libri ispirati da Dio.
IlCantico dei Cantici «lo proclamò Salomone re d'Israele, ispirato dallo
Spirito Santo, davanti al Sovrano di tutto il mondo», affermava la tradizione
targumica, cui faceva eco la tradizione liturgica: «Questocanticocomprende tutta la Torah; comprende tutta l'opera della creazione; comprende
il mistero dei Padri; comprende l'esilio in Egitto e l'uscita
d'Israele dall'Egitto e il canto del mare; comprende l'essenza del decalogo
e il patto del monte Sinai e il peregrinare d'Israele nel deserto, fino
all'ingresso nella terra e alla costruzione del tempio; comprende l'incoronazione
del santo nome celeste nell' amore e nella gioia; comprende
l'esilio d'Israele fra le nazioni e la sua redenzione; comprende la risurrezione dei morti fino al giorno che è il sabato del Signore».
Agostino amò ilCantico dei Canticie lo valorizzò con meditata umiltà,
manifestando la gratitudine a Dio per avergli aperto gli occhi dello spirito
nella trasfigurazione del suo giovanile amore carnale verso il più alto grado
dell' amore spirituale. Egli non dedicò le sue omelie e i suoi trattati alla
esplicita spiegazione delCantico, ma la presenza nelle sue opere di circa
duecento citazioni del libro, soffuse sempre dalla fragranza degli aromi
primaverili delCantico, conferma la sua immersione nell' oceano della spiritualità
sponsale: «Tu sei il mio Dio, a te sospiro giorno e notte ... Mi hai
abbagliato, mi hai folgorato, e finalmente hai guarito la mia cecità. Hai alitato
su di meil tuo profumoed io l'ho respirato e ora anelo a Te»
(Confessioni 10, 27,38)
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