10 research outputs found
Metrics for Identifying Bias in Datasets
Nowadays automated decision-making systems are pervasively used and more often, they are used for taking important
decisions in sensitive areas such as the granting of a bank overdraft, the susceptibility of an individual to a virus infection,
or even the likelihood of repeating a crime. The widespread use of these systems raises a growing ethical concern about
the risk of a potential discriminatory impact. In particular, machine-learning systems trained on unbalanced data could rise
to systematic discriminations in the real world. One of the most important challenges is to determine metrics capable of
detecting when an unbalanced training dataset may lead to discriminatory behaviour of the model built on it. In this paper,
we propose an approach based on the notion of data completeness using two different metrics: one based on the combinations
of the values of the dataset, which will be our benchmark, and the second using frame theory, widely used among others for
quality measures of control systems. It is important to remark that the use of metrics cannot be a substitute for a broader
design that must take into account the columns that could lead to the presence of bias in the data. The line of research does
not end with these activities but aims to continue the path towards a standardised register of measures
Sutureless aortic valve replacement in high risk patients neutralizes expected worse hospital outcome: A clinical and economic analysis
Background: Aortic valve replacement (AVR) by sutureless prostheses is changing surgeon options, although which patients benefit most, as well as their possible economic impact is still to be defined.
Methods: Perceval-S prosthesis (LivaNova) is reserved, at the documented Institution, for patients at perceived high surgical risk. This retrospective analysis of outcome and resource consumption compared Perceval with other tissue valves. To clarify the comparison, only patients respecting ‘instructions-for- use’ of Perceval were reviewed. Inclusion criteria: > 65 years, +/– coronary artery bypass grafting, patent foramen ovale closure or myectomy. Exclusion criteria: bicuspid, combined valve or aortic sur- gery. Costs were calculated per patient on a daily basis including preoperative tests, operating costs (hourly basis), disposables, drugs, blood components and personnel.
Results: The sutureless group (SU-AVR) had a higher risk profile than the sutured group (ST-AVR). Cardiopulmonary bypass (CPB) and cross-clamp times were significantly shorter in SU-AVR (isolated AVR: cross-clamp 52.9 ± 12.6 vs. 69 ± 15.3 min, p < 0.001; CPB 79.4 ± 20.3 vs. 92.7 ± 18.2 min, p < 0.001). Hospital mortality was 0.9% in SU-AVR and nil in ST-AVR, p = 0.489; intubation 7 (IQR 5–10.7) and 7 h (IQR 5–9), p = 0.785; intensive care unit 1 (IQR 1–1) and 1 day (IQR 1–1), p = 0.258; ward stay 5.5 (IQR 4–7) and 5 days (IQR 4–6), p = 0.002; pacemaker 5.7% (6/106) and 0.9% (1/109), p = 0.063, respectively. Hospital costs (excluding the prosthesis) were 12,386 (IQR 11,217–14,230) in ST-AVR, p = 0.055.
Conclusions: Despite higher operative risks in SU-AVR, hospital mortality, morbidity and resource consumption did not differ. Operative times were shorter with the sutureless device and this improve- ment, along with more frequent ministernotomy, may have improved many postoperative aims.
Protection of Farms from Wolf Predation: A Field Approach
The livestock sector is facing serious challenges in combatting the increasing predation of domestic livestock. In this scenario, wild carnivores, especially wolves, represent key predators. To
allow the coexistence of wild and domestic animals, defense methodologies consisting of multiple integrated antipredator strategies must be tested and implemented based on the geographical man agement context of each farm. This study investigated the potential of a novel antipredator method
(PAN, Project Farmers-Nature in Italian) in protecting livestock (goats and horses) from wolves on a farm located in the Sibillini Mountains National Park, over a three-month period (June–September 2022). The PAN field approach involved two phases: (1) interviews with farmers and inspections of how the farm and pasture are structured and (2) monitoring predator abundance using camera traps and transects in order to understand the wildlife habits. Information on predator movement
around the grazing area was shared with the farmer, who was actively involved in implementing strategies to protect livestock. The stable presence of one pair of wolves was confirmed in the grazing area, placing grazing livestock at risk. The farmer was advised to strengthen the existing antipredator strategy (herd protection dogs) by introducing two trained Maremma-Abruzzese sheepdog puppies to protect his animals. The implemented actions demonstrate how professional experts can serve as a strategic intermediary between livestock and wildlife conservation in the management of the current conflicts
Martin Elbel, Beyond the Wall: Franciscan Friary in Early Modern Olomouc
Martin Elbel, docente presso l'Università Palacký di Olomouc (CZ), intende indagare il forte grado di interdipendenza storicamente esistito tra conventi e città , contribuendo a rendere più chiaro il ruolo svolto dai Francescani Osservanti nella costruzione della società cattolica centroeuropea della prima età moderna. Partendo dai modelli storiografici di Megan C. Armstrong e Hillard von Thiessen, Elbel riporta alla luce la vita religiosa del monastero di San Bernardino di Olomouc, offrendo al lettore spunti interessanti sul ruolo dei Francescani Osservanti nell'evoluzione di una società mono-confessionale nel periodo che va dalla Guerra dei Trent'anni fino alle riforme di Giuseppe II, al seguito delle quali l'ordine fu soppresso e il monastero di Olomouc chiuso per sempre
Charles Lemonnier e Les Etats-Unis d'Europe
Charles Lemonnier e Les Etats-Unis d'Europ
Esperienze di valutazione e interventi di potenziamento in classe
Negli ultimi decenni l\u2019attenzione rivolta ai Disturbi Specifici dell\u2019Apprendimento (DSA) nel nostro paese \ue8 cresciuta in modo esponenziale. La centralit\ue0 di tale tematica in ambiente educativo e scolastico, cos\uec come la sua rilevanza sul piano sociale, ha spinto numerosi studiosi e professionisti del settore ad occuparsi del disturbo, ricercandone le cause e proponendo strumenti e strategie per il supporto ed il potenziamento delle abilit\ue0-apprendimento. Il crescente numero di diagnosi che si \ue8 riscontrato negli ultimi anni in Italia, ha portato alla luce una problematica rilevante e sentita, relativa alla necessit\ue0 di adeguare e ripensare la didattica tradizionale al fine di promuovere la creazione e l\u2019utilizzo di strategie compensative favorenti l\u2019apprendimento del bambino con DSA, la sua integrazione nel contesto classe ed evitare che dinamiche disfunzionali possano minare la serenit\ue0 e la crescita del bambino. Numerosi sono stati i passi avanti percorsi, negli ultimi anni, in ambiente clinico-sanitario cos\uec come in quello scolastico-educativo, anche grazie all\u2019inquadramento legislativo del disturbo ed alle successive linee guida del MIUR. Tale processo appare, tuttavia, ancora lungo e non privo di ostacoli e resistenze. A parere di chi scrive, la fatica caratterizzante questo percorso di cambiamento rispecchia le difficolt\ue0 riscontrate negli anni dagli studiosi che hanno tentato di inquadrare in modo univoco e deterministico il disturbo dell\u2019apprendimento scolastico, partendo dagli studi eziologici. Ad oggi, la comunit\ue0 scientifica del settore non ha ancora sviluppato un modello eziologico condiviso per i diversi DSA. Uno dei modelli pi\uf9 recenti ipotizza che le cause dei DSA sarebbero da ricercare in un complesso quadro di alterazioni neurobiologiche interagenti fra loro che si legano alla grande eterogeneit\ue0 delle manifestazioni fenotipiche del disturbo. L\u2019interazione fra fattori neurobiologici, ambientali ed emozionali concorre alla determinazione di profili funzionali anche molto differenti, nei quali le difficolt\ue0 relative alle abilit\ue0-specifiche (lettura, scrittura e calcolo) possono associarsi a difficolt\ue0 legate a domini cognitivi generali e trasversali (memoria, attenzione, percezione visiva). E\u2019 ormai riconosciuto che mentre le abilit\ue0 specifiche di lettura e scrittura giungono a maturazione solo al termine del secondo anno della scuola primaria (motivo per il quale \ue8 possibile fare diagnosi solo in tale periodo), la presenza di deficit relativi alle abilit\ue0 che si pensa siano associate al disturbo sono valutabili anche in un\u2019epoca precedente. Pertanto, negli ultimi decenni, stanno crescendo le ricerche che si occupano di studiare i fattori predittivi, ovvero quelle abilit\ue0 cognitive che, se deficitarie, non rappresentano di per s\ue9 la presenza di un disturbo specifico, ma aumentano significativamente la probabilit\ue0 di una manifestazione futura dello stesso. In tal senso, la Scuola ricoprirebbe un ruolo fondamentale non solo in termini di compensazione (adeguamento della didattica a fronte della diagnosi) ma anche in quelli di identificazione e di potenziamento precoce, seguendo un\u2019ottica di prevenzione primaria. Un attento e costante monitoraggio dello sviluppo delle abilit\ue0 predittive permetterebbe da un lato l\u2019identificazione di aree di fragilit\ue0, dall\u2019altro la strutturazione di azioni mirate al potenziamento ed al rinforzo di tali aree. Interventi di questo tipo consentirebbero di prevenire, o di ridurre, l\u2019impatto che tali deficienze possono avere sullo sviluppo delle competenze-apprendimento future, riducendo la severit\ue0 della manifestazione del disturbo. La centralit\ue0 del ruolo degli insegnanti viene inoltre ribadita dalla normativa in materia di DSA, alla quale sono seguiti diversi Decreti Interministeriali (Legge 170/2010 "Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico; Decreto Interministeriale MIUR-MS "Linee guida per la predisposizione dei protocolli regionali per le attivit\ue0 di individuazione precoce dei casi sospetti di DSA). Date queste considerazioni, si \ue8 ritenuto di raccogliere in questo nucleo monografico le esperienze e le riflessioni di ricercatori e professionisti che da anni si occupano di DSA, con lo scopo di offrire spunti di riflessione e nuove idee sui protocolli di identificazione precoce e sui programmi di prevenzione primaria che si possono effettuare nel contesto della classe