5 research outputs found

    Change management: il ruolo chiave delle marginalità

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    A13

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    Il cambiamento nelle organizzazioni può incontrare forme di resistenza che neutralizzano gli intenti dei manager e degli stessi promotori. Avviene soprattutto quando il cambiamento minaccia la cultura organizzativa. In queste circostanze è utile adottare paradigmi manageriali non convenzionali, che incidano sui presupposti culturali e permettono cambiamenti sostanziali e non omeostatici. Il modello manageriale della Black Box, o Scatola nera, è un esempio potente di questi paradigmi ma la sua applicazione richiede una grande capacità dei manager di affrontare il rischio e l'incertezza.5-6 giugno 200

    Università Cattaneo libri

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    Organizzazioni e destino: viaggio oltre i confini delle culture d'impresa, alla scoperta dei codici culturali delle organizzazioni

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    La cultura organizzativa è un'evidenza tanto intangibile quanto determinante nella conduzione di un'impresa, di qualunque natura. Alla base di essa vi sono decisioni originarie che possono essere ricostruite (attraverso l'analisi dei Codici Culturali) grazie all'osservazione delle dinamiche di relazione e degli artefatti dell'organizzazione, dagli edifici, alla disposizione dei luoghi di lavoro e alle strutture organizzative. Uno strumento fondamentale dei Codici Culturali per la comprensione e diagnosi di una cultura d'impresa è quello che chiamiamo in questo scritto "Copione Organizzativo"; esso sviluppa una determinante ma inconsapevole influenza sui comportamenti individuali e di gruppo che tende a mantenersi inalterata nel tempo. Il Copione influenza la valutazione degli eventi e le prestazioni dell'impresa. Indirizza i comportamenti e le decisioni, crea aree di permessi, di proibizioni e di doveri; a volte facilitando i meccanismi operativi, a volte entrando in contrasto con essi e limitando comunque i gradi di libertà delle persone. Lo scritto presenterà le diverse tipologie di Copione Organizzativo e alcune tipiche forme della loro manifestazione che possono essere individuate e affrontate nei momenti chiave della conduzione d'impresa, insieme alle resistenze con cui si dovranno fare i conti soprattutto nelle operazioni di Change Management

    Da Giacobbe a Israele: il rito nelle relazioni individuo-organizzazione

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    Ogni relazione interpersonale si caratterizza per la sua complessità. Spesso è un rapporto oscillante tra incontro/scontro, lotta/abbraccio, aggressione/abbandono fiducioso, e deve essere gestita con enorme rispetto dell'altro. Come nella metafora biblica di Giacobbe che lotta con l'angelo, la relazione può creare ferite ma anche generare benedizioni, cioè occasioni di crescita. Nel mondo economico (e nelle imprese) tuttavia la relazione tende a essere semplificata e ridotta a mero scambio utilitaristico. Tale semplificazione fa sì che spesso nelle organizzazioni le relazioni creino "ferite" psicologiche, cioè delusioni e frustazioni che gli individui non riescono a rielaborare, trasformando queste delusioni in elementi di riflessione e di crescita personale. In pratica le "ferite" non diventano "benedizioni", cioè profezie di sviluppo futuro. Il lavoro si propone di comprendere attraverso quali percorsi le "ferite" possono trasformarsi in "benedizioni". Una delle possibili risposte a questa domanda sta nel fatto che le organizzazioni moderne, in particolare nei Paesi occidentali, utilizzando una razionalità economica di scambio utilitaristico e strumenti manageriali molto formalizzati, basati su liturgie con una loro ferrea ortodossia, non sembrano essere più in grado di riconoscere e gestire adeguatamente i riti che esistono al loro interno, i quali costituiscono lo strumento fondamentale per mantenere l'equilibrio tra identità individuale e identità collettiva, e quindi permettono all'individuo "ferito" di vivere ed elaborare una promessa di futuro ad ogni delusione e sconfitta.The interpersonal relationship, referring to the biblical metaphor of Jacob's fight with the angel, appears extremely complex, as it is often a relation oscillating from encounter to clash, fight to embracement, and aggression to faithful abandoning. It has to be managed with an extraordinary respect from the other. Frequently interpersonal interaction cause personal wounds but also generate "blessing", i.e. changes for growth for the involved individuals. Nevertheless the human relationship within the business world (and companies specifically) tends to be simplified and downgraded to a merely opportunistic exchange. This excessive simplification causes in organizations such relations that may produce psychological wounds, i.e. disappointments and frustrations, that the person are not in condition to process, in order to transform these disillusions in opportunities for reflection and personal growth. In practice, the wounds do not become "blessing", i.e. prophecies for an eventual personal development. This paper aims to identify what paths within the social and organizational contexts lead wounds to blessing. One possible answer to this question is the evidence that modern organizations, particularly those in the western world, adopting an economic rationality of opportunistic exchange and very formalized managerial instruments, based on liturgies with a strong orthodoxy, don't seem any longer able to acknowledge and manage adequately the organization's embedded rites. These rites and rituals constitute the fundamental apparatus to maintain the balance, between individuals and collective identity, which would allow the wounded person to experience, process and generate a promise of future from disappointment and defeat
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