118 research outputs found
Ressenyes
Obres ressenyades: André LAKS i Glenn W. MOST, Early Greek Philosophy. Cambridge (Ma) i Londres: Harvard University Press, 2016 ; André LAKS i Glenn W. MOST, Les Débuts de la philosophie. Des premiers penseurs grecs à Socrate. París: Fayard, 2016
Superare Parmenide: Zenone, Melisso e Gorgia impegnati a fare ‘meglio di lui’
During the fifth century BCE Parmenides had many and qualified readers, among whom Zeno, Empedocles, Anaxagoras, Leucippus, Melissus, Protagoras, Gorgias, Hippias. Three of them tried to do much more than what he was able to do with the ‘deductive exercise’ we encounter in 28B8.1-33 (or, in the case of Melissus, with the whole doctrine of being), and they succeeded. Indeed, that they strived to overcome the high standard already reached by Parmenides in the invention of strictly deductive passages is basically out of the question. My paper is devoted to account for the ambitious aims Zeno, Melissus, and Gorgias attained, each in a very distinguished manner.Durante il V secolo AC Parmenide ebbe molti e qualificati lettori, tra cui Zenone, Empedocle, Anassagora, Leucippo, Melisso, Protagora, Gorgia, Ippia. Tre di loro hanno cercato di fare molto di più di quello che è stato in grado di fare lui con l' ‘esercizio deduttivo’ che incontriamo in 28B8.1-33 (o, nel caso di Melisso, con l'intera dottrina dell'essere), e ci sono riusciti. In effetti, che si siano sforzati di superare l'elevato standard già raggiunto da Parmenide nell'invenzione dei passaggi strettamente deduttivi è sostanzialmente fuori discussione. Il mio articolo è dedicato a rendere conto degli ambiziosi obiettivi che Zenone, Melisso e Gorgia raggiunsero, ciascuno in modi molto differenti.Durante il V secolo AC Parmenide ebbe molti e qualificati lettori, tra cui Zenone, Empedocle, Anassagora, Leucippo, Melisso, Protagora, Gorgia, Ippia. Tre di loro hanno cercato di fare molto di più di quello che è stato in grado di fare lui con l' ‘esercizio deduttivo’ che incontriamo in 28B8.1-33 (o, nel caso di Melisso, con l'intera dottrina dell'essere), e ci sono riusciti. In effetti, che si siano sforzati di superare l'elevato standard già raggiunto da Parmenide nell'invenzione dei passaggi strettamente deduttivi è sostanzialmente fuori discussione. Il mio articolo è dedicato a rendere conto degli ambiziosi obiettivi che Zenone, Melisso e Gorgia raggiunsero, ciascuno in modi molto differenti
Socrate, questo sconosciuto
The first part of the present paper argues against any attempts to find a set of fixed points of a doctrine that could be ascribed to Socrates. The main thesis of the article has it that Socrates was part of a cultural movement that was marked by a tendency to rather raise questions than merely provide answers and boast about having a number of doctrines or doxai of their own. The second part of the paper concentrates on a number of memorable innovations that eventually constituted Greek culture, e.g., the idea that it is possible and desirable to be in full control of oneself and, consequently, to shoulder responsibility for one’s deeds rather than merely avoid and deny it. Thus, Socrates and ancient Socratic literature are shown here to be a probable source of numerous ideas that the western civilization has built on for centuries, these being, for instance, the idea of the limits of our powers. Hence, the conclusion of the article is that it would be a serious mistake to exclude Socrates from this major cultural development, even though the thinker did produce neither a theory nor a body of theories
laks a g most eds early greek philosophy in 9 vols cambridge harvard university press 2016 loeb classical library 524 532 laks a g most eds les debuts de la philosophie des premiers penseurs grecs a socrate paris editions fayard 2016
Con la aparición de los nueve volúmenes en formato pequeño del libro Early Greek Philosophy (que forman parte de la Loeb Classical Library, la célebre colección de textos griegos y latinos traducidos y anotados que se edita en Harvard) y, al mismo tiempo, de Les débuts de la philosophie en un solo volumen, publicado en París por Arthème Fayard. En ambos casos, quienes seleccionaron y organizaron la información disponible fueron André Laks, quien fue profesor en la Sorbona y actualmente lo es en la Universidad Panamericana de la Ciudad de México, y Glenn W. Most, profesor de la Escuela Normal de Pisa y de la Universidad de Chicago, en colaboración con Gérard Journée, Leopoldo Iribarren y David Levystone, entre otros. La edición en nueve volúmenes abarca unas 4200 páginas; la publicación francesa llega a un poco más de 1650 páginas, pero en un formato muy diferente. Con estas obras, la situación ha cambiado, puesto que hoy existen las condiciones para citar con "LM" y no con "DK", y esto es así, pese a que durante algunos años será inevitable seguir utilizando la numeración de DK, además de la de LM
Il Parmenide phusikos e il meccanismo di Antikitera
Il Parmenide phusikos e il meccanismo di Antikitera: Risposta alle osservazioni di N.-L. Cordero (Archai 25, 2019
La filosofia virtuale di Parmenide, Zenone e Melisso Uno sguardo alle prossime Lezioni Eleatiche The Virtual Philosophy of Parmenides, Zeno, and Melissus A Glance to the Upcoming Eleatic Lectures
Perché ‘filosofia virtuale’? Perché con ogni verosimiglianza né Parmenide né Zenone o Melisso ebbero la più vaga idea di ciò che in epoche successive cominciò ad essere chiamato ‘filosofia’, e perciò non ebbero nemmeno la possibilità di delineare una loro filosofia. Così essi possono essere stati, al massimo, dei filosofi inconsapevoli e involontari, dunque meramente virtuali.
Inoltre c’è abbondanza di indizi per pensare che, una volta stabilite le fondamenta della sua dottrina dell’essere, Parmenide omise di sviluppare una compiuta teoria basata su di esse, mentre fu capace di offrire una serie di dottrine su cielo, terra e organismi viventi. Ora, se così stanno le cose, in cosa dovrebbe consistere la sua filosofia virtuale? Nemmeno Zenone pervenne a delineare una sua filosofia virtuale, mentre Melisso sì.Perché ‘filosofia virtuale’? Perché con ogni verosimiglianza né Parmenide né Zenone o Melisso ebbero la più vaga idea di ciò che in epoche successive cominciò ad essere chiamato ‘filosofia’, e perciò non ebbero nemmeno la possibilità di delineare una loro filosofia. Così essi possono essere stati, al massimo, dei filosofi inconsapevoli e involontari, dunque meramente virtuali.
Inoltre c’è abbondanza di indizi per pensare che, una volta stabilite le fondamenta della sua dottrina dell’essere, Parmenide omise di sviluppare una compiuta teoria basata su di esse, mentre fu capace di offrire una serie di dottrine su cielo, terra e organismi viventi. Ora, se così stanno le cose, in cosa dovrebbe consistere la sua filosofia virtuale? Nemmeno Zenone pervenne a delineare una sua filosofia virtuale, mentre Melisso sì.Perché ‘filosofia virtuale’? Perché con ogni verosimiglianza né Parmenide né Zenone o Melisso ebbero la più vaga idea di ciò che in epoche successive cominciò ad essere chiamato ‘filosofia’, e perciò non ebbero nemmeno la possibilità di delineare una loro filosofia. Così essi possono essere stati, al massimo, dei filosofi inconsapevoli e involontari, dunque meramente virtuali.
Inoltre c’è abbondanza di indizi per pensare che, una volta stabilite le fondamenta della sua dottrina dell’essere, Parmenide omise di sviluppare una compiuta teoria basata su di esse, mentre fu capace di offrire una serie di dottrine su cielo, terra e organismi viventi. Ora, se così stanno le cose, in cosa dovrebbe consistere la sua filosofia virtuale? Nemmeno Zenone pervenne a delineare una sua filosofia virtuale, mentre Melisso sì.Perché ‘filosofia virtuale’? Perché con ogni verosimiglianza né Parmenide né Zenone o Melisso ebbero la più vaga idea di ciò che in epoche successive cominciò ad essere chiamato ‘filosofia’, e perciò non ebbero nemmeno la possibilità di delineare una loro filosofia. Così essi possono essere stati, al massimo, dei filosofi inconsapevoli e involontari, dunque meramente virtuali.
Inoltre c’è abbondanza di indizi per pensare che, una volta stabilite le fondamenta della sua dottrina dell’essere, Parmenide omise di sviluppare una compiuta teoria basata su di esse, mentre fu capace di offrire una serie di dottrine su cielo, terra e organismi viventi. Ora, se così stanno le cose, in cosa dovrebbe consistere la sua filosofia virtuale? Nemmeno Zenone pervenne a delineare una sua filosofia virtuale, mentre Melisso sì.Perché ‘filosofia virtuale’? Perché con ogni verosimiglianza né Parmenide né Zenone o Melisso ebbero la più vaga idea di ciò che in epoche successive cominciò ad essere chiamato ‘filosofia’, e perciò non ebbero nemmeno la possibilità di delineare una loro filosofia. Così essi possono essere stati, al massimo, dei filosofi inconsapevoli e involontari, dunque meramente virtuali.
Inoltre c’è abbondanza di indizi per pensare che, una volta stabilite le fondamenta della sua dottrina dell’essere, Parmenide omise di sviluppare una compiuta teoria basata su di esse, mentre fu capace di offrire una serie di dottrine su cielo, terra e organismi viventi. Ora, se così stanno le cose, in cosa dovrebbe consistere la sua filosofia virtuale? Nemmeno Zenone pervenne a delineare una sua filosofia virtuale, mentre Melisso sì
O DIÁLOGO SOCRÁTICO “ABERTO” E SUA TEMPORADA MÁGICA
This paper will offer an overview of, and some conjectures upon, the probable collective force of the transformations of the philosophical scene that took place in Athens soon after Socrates' trial and death. It will be argued that the new way of doing philosophy, devised by the Socratics, was in fact antipodal to the traditional offerings of doctrines and theories openly endorsed by existing authors, and is therefore to be carefully distinguished from the dialogues where new bodies of doctrine happen to be openly professed. Because of the invention of the "open" Socratic dialogue, the philosophical community of Athens very likely underwent a first-order "velvet revolution", especially during the crucial years when Plato's identity as a writer and thinker was being set in place.Este artigo oferecerá um panorama, e algumas conjecturas, quanto à provável força coletiva das transformações da cena filosófica que tiveram lugar em Atenas logo em seguida ao julgamento e morte de Sócrates. Argumentar-se-á que a nova maneira de fazer filosofia, inventada pelos Socráticos, era de fato antípoda da oferta tradicional de doutrinas e teorias abertamente endossadas pelos autores, e que deve portanto ser cuidadosamente distinguida pelos diálogos onde os corpos doutrinários são abertamente professados. Por causa da invenção do diálogo socrático “aberto”, a comunidade filosófica de Atenas muito plausivelmente experimentou uma “revolução de veludo”, especialmente durante os anos cruciais em que se formava a identidade de Platão como escritor e pensador
Storia e preistoria della Filosofia: alcune date cruciali
Philosophy is often taken to be something that is always possible, so that everyone is fully entitled (and no one can avoid) sketching a 'philosophy' of his/her own. Nevertheless, it is widely assumed that philosophy began in Miletus with Thales. But it is equally well known that the Presocratics remained unaware of being philosophers, and therefore could not even have wanted to be identified that way. These three points are not mutually compatible. So, what lies behind them? What is escaping our attention when we state them? Probably an event in Plato's life that has too often gone unnoticed: the key role he played in giving form and substance to philosophy, and in getting it to take root once and for all. Failure to acknowledge how, when, and on whose initiative philosophy came to occupy a very important place in Western culture and education for two and a half millennia; not including a note on this process in biographies of Plato; and overlooking another key event that probably occurred about 350-45 BC - these are just some of the unwelcome effects linked to the usual silence about the period in which philosophy took form
- …