9 research outputs found
Massimo Scotti, Storia degli spettri. Fantasmi, medium e case infestate fra scienza e letteratura
Review of the book Storia degli spettri. Fantasmi, medium e case infestate fra scienza e letteratura by Massimo ScottiCome denuncia in maniera esaustiva il sottotitolo, Storia degli spettri costituisce uno studio diacronico sugli spiriti e sullo spiritismo che si propone di seguire nella maniera il più possibile ampia e discorsiva due linee di indagine inscindibili: da un lato quella che interessa la nascita e lo sviluppo di una mentalità di tipo scientifico, dall’altro quella che coinvolge le produzioni letterarie. È infatti un presupposto continuamente dimostrato dall’autore che la storia dei saperi occulti intersechi strettamente quella delle scienze, delle religioni e delle più svariate manifestazioni artistiche. 
L’ironia funzionale di Mark Twain: rileggere e contestualizzare The Private Life of Adam and Eve
Mark Twain was lifelong fascinated by the biblical book of Genesis. The characters of Adam and Eve returned many times in his writings and they became the symbol of a conflict between human creatures and God. In The Private Life of Adam and Eve, the American novelist uses humoristic strategies to conduct his argument and to show up his serious reasoning about some religious themes. In this way, we can place Twain’s irony side by side to Pirandello’s notion of “umorismo” to understand how the diaries of Adam and Eve are important in the main Twainian works.Composti tra il 1893 e il 1905, i Diari di Adamo ed Eva rappresentano per Mark Twain l’occasione di ritornare su un tema che lo aveva già in precedenza affascinato, per mettersi alla prova in un divertissement letterario colto e virtuosistico, per porre le tecniche dell’ironia e i principali topoi comici sulla differenza di genere al servizio di una rilettura/riscrittura del libro della Genesi. L’opera, che si pone sulla linea di confine tra la parodia e il travestimento burlesco di genettiana memoria, dimostra la profonda conoscenza dell’autore del materiale biblico, che viene pertanto ripreso e sovvertito con piena consapevolezza. Passi delle Scritture perfettamente identificabili sono prestati ad una riflessione solo apparentemente superficiale sulla dialettica maschile/femminile, che mira a mettere in evidenza le differenze laddove nell’ipertesto biblico si sottolineavano piuttosto le analogie. Una lettura puntuale dei Diari può aiutare a smascherare le strategie attraverso cui l’autore conduce il suo gioco, fino ad una morale conclusiva che – pur configurandosi di primo acchito come sostanzialmente laica – sottolinea in realtà il passaggio ad una nuova forma di religiosità, non più vetero ma neotestamentaria
Angelica, la forma del desiderio nella letteratura contemporanea
The aim of the article is to demonstrate how the beautiful heroine of Ludovico Ariosto’s Orlando Furioso continued after the Renaissance to charm the collective imagination, becoming a successful literary myth. Above all, during the 20th and the 21st century Angelica, incarnation of unreachable desire, grows more and more complex, taking on all the contradictions and inconsistencies of the present day. A previously evanescent creature, she becomes a flesh and blood woman, victim of her own selfishness and of a regained corporeality. In an age of crisis of values, things couldn’t be different. A comparative reading of the novels which – whether consciously or unconsciously –summon Ariosto’s character goes to show that every writer, through their book, creates a new Angelica, perfectly recognisable but ever original and different from the others. All of them however, just like the first, are perturbing figures who strongly influence the surrounding reality.Scopo dell’intervento è dimostrare come la bella eroina dell’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto non abbia cessato dopo il Rinascimento di esercitare il suo fascino sull’immaginario collettivo e sia anzi diventata un mito letterario che tende a riproporsi continuamente nel corso del tempo. In particolare, nel XX e nel XXI secolo Angelica, incarnazione del desiderio irraggiungibile, diventa una figura sempre più complessa, che assume su di sé tutte le incongruenze e le contraddizioni della contemporaneità. Da creatura sovrannaturale e inafferrabile, la giovane donna dalla straordinaria avvenenza diventa essere di carne e sangue, succube del proprio egoismo e di una riconquistata corporeità. Nell’epoca della crisi dei valori e del superominismo maschile, d’altro canto, non poteva andare diversamente. Un’analisi comparativa dei romanzi che riprendono più o meno consapevolmente il personaggio ariostesco consente di appurare che ogni scrittore con la sua opera crea una nuova Angelica, perfettamente riconoscibile nei suoi tratti caratterizzanti, ma sempre unica e originale rispetto alle altre. Tutte però, fedeli al modello, rimangono figure conturbanti e perturbanti, destinate ad influire in modo significativo sulla realtà che le circonda. 
L'uomo e la macchina. La proposta di J.G. Ballard per la contemporaneit\ue0
Nel 1973 viene pubblicato Crash, un romanzo che indaga l\u2019ambiguo rapporto tra uomo e tecnologia. Adottando l\u2019automobile come una metafora che rappresenti l\u2019intero panorama tecnologico, James Graham Ballard si chiede come l\u2019essere umano possa sopravvivere in un mondo sempre pi\uf9 dominato dalle macchine. La proposta che emerge dal testo pare essere quella di una fusione del soggetto con lo strumento tecnico, in un\u2019ottica palingenetica e rigenerativa. Abbracciando la prospettiva critica non moralistica suggerita dal semiologo francese Jean Baudrillard, si vuole quindi esplorare l\u2019opera ballardiana per mostrare come le teorie che ne emergono risultino, a pi\uf9 di quarant\u2019anni di distanza, ancora straordinariamente attuali
Tutto il resto \ue8 noia. Ossessioni, eros e tecnologie nella letteratura contemporanea
Quella contemporanea \ue8 un\u2019epoca di ossessioni. L\u2019agire umano \ue8 orientato da un nuovo imperativo del godimento che si colloca al di fuori di ogni morale; l\u2019individuo \ue8 predisposto ad un cinismo egoistico ed autocentrato, disposto a sacrificare ogni vincolo sociale e famigliare per perseguire il proprio esclusivo piacere. Questo fenomeno a livello economico si manifesta nell\u2019accumulo sfrenato di capitale, a livello erotico e tecnologico nel dilagare di atteggiamenti ossessivi, che obbediscono a pulsioni irrazionali incontrollabili e radicalizzano il desiderio. Quel che la mia ricerca si propone \ue8 di definire questi tre elementi (l\u2019ossessione, l\u2019erotismo e le tecnologie) e di metterli a
sistema per osservare le dinamiche della loro interazione. L\u2019obiettivo \ue8 evidenziare delle linee di tendenza a livello sociale e letterario, attraverso l\u2019esame di testi narrativi ritenuti esemplari. Come corollario e complemento a tale triangolazione, si indagano le occorrenze romanzesche di un fenomeno sociale, quello dello stalking, in cui i tre fattori considerati si incontrano in modo evidente e significativo.The present day is dominated by obsessions. We are led by the freudian Todestrieb or by a new Law, the one determined by lacanian jouissance mortelle. The aim of the doctoral thesis is to demonstrate the interrelation between technologies (the media defined by Marshall McLuhan), eroticism and obsession, through an exploration of contemporary literature. A part of the research is focused on the stalking narrative, because the stalking is meant as the contemporary expression of an erotic obsession accomplished through the media
Television and deindividuation of the viewers
Acuto osservatore di una società sempre più tecnologizzata, Marshall McLuhan definiva la televisione come un medium freddo, in grado di impegnare completamente lo spettatore, coinvolgendone tutti i sensi. Se questo appare oggi un giudizio apparentemente sbilanciato (per molte famiglie la tv rimane sfondo consolatorio e rassicurante della vita di tutti i giorni), non si può negare che vi siano alcuni aspetti di grande attualità: la televisione cala il mito del cinematografo nella realtà quotidiana; offre al fruitore un’illusione di controllo tramite il dominio esercitato sul telecomando; propone sempre più occasioni di interazione e di partecipazione attiva attraverso lo sdoganamento di prodotti per propria natura incompleti, come serial, reality o talent show. Lo schermo televisivo offre il miraggio di un mondo a portata di mano e diventa il veicolo (nell’ottica di McLuhan il medium) più adatto alla massificazione degli ideali, rivelandosi di questo fenomeno ad un tempo causa e dimostrazione evidente. L’intervento si propone di esaminare alcuni scritti in cui questo aspetto emerge in modo sintomatico, mostrando un crescendo di invasività del mezzo nell’esistenza del pubblico: si partirà da un racconto di Mario Fortunato (“La televisione”, 1988) per arrivare a due romanzi più recenti, coevi e per molti versi affini, che saranno oggetto di un’indagine più approfondita, Fiona (2005) di Mauro Covacich e Acide Sulfurique (2005) di Amélie Nothomb. L’analisi tematica e comparata di questi testi permetterà di rilevare come, da semplice mediatore di relazioni sentimentali complesse e strumento per una comoda fuga dal reale, il televisore divenga promotore di un pensiero di massa che, oltre a disindividualizzare il soggetto, lo fa precipitare nell’abiezione senza che egli ne sia consapevole. Lo schermo televisivo cambia così forma: da finestra luminescente, varco ingannevole, ma sempre accessibile, su un esterno fittizio, si muta in specchio oscuro e inquietante della realtà contemporanea
L’uomo e la macchina. La proposta di J.G. Ballard per la contemporaneità
The aim of the article is to demonstrate how a writer can approach a living matter, the relation connecting men and technological devices. In the present day the people can’t impose on the natural environment anymore, because now it’s the technologized and inhuman world to control their lives. Ballard’s Crash was composed in 1973, but it can perfectly describe contemporary society. The author suggests a fusion between men and machines as a way to assure the survival of the human species in the present day. We’ll try to prove how his proposal could still work
La voce del sangue: maternità e paternità mancata nell’opera di Goffredo Parise
Goffredo Parise nasce nel 1929 in una Vicenza bigotta e provinciale. Cresce con la madre, Ida Wanda Bertoli, mai riconosciuto dal padre naturale. Riceverà solo in un secondo momento il cognome dal patrigno, Osvaldo Parise, figura distaccata e austera, ma intensamente amata e rispettata. Diretta conseguenza della sua storia personale è quindi il suo particolare modo di intendere la genitorialità: non più semplice biologia, ma affinità elettiva, simpatia nel senso etimologico del termine. In quest’ottica, sull’intera opera parisiana pesa l’assenza del padre, come anche (forse maggiormente) la presenza soffocante della madre. Dal Ragazzo morto e le comete ai Sillabari, le madri di Parise sono di volta in volta figure affettuose o opprimenti, complici o tiranne. I sentimenti dei figli oscillano tra il timore reverenziale e l’istinto di protezione, tra il senso di colpa e una struggente nostalgia. È soprattutto però in un breve testo incompiuto, Arsenico, che l’autore giunge al cuore del problema, mettendo in luce i nodi insoluti del suo stesso animo e salvando in extremis i valori della vita, della procreazione e del legame indissolubile che unisce una mamma al suo bambino
Introduzione
La breve introduzione al volume vuole rendere conto della coerenza interna dello stesso, nonché dei principi teorici che hanno guidato la raccolta e la disposizione degli articoli. Vuole inoltre guardare alla Lettura nei suoi vari significati culturali ed epistemologici, tentando di metterli in relazione secondo nuove prospettive metodologiche