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Lingue minoritarie e geografia. Una lettura territoriale dell'applicazione della Legge 482/99
Di seguito viene descritto il lavoro di sviluppo di un Sistema Informativo Territoriale a supporto del
progetto di monitoraggio dei finanziamenti erogati utilizzando la legge 482/99 per la salvaguardia e
valorizzazione delle Lingue Minoritarie.
Sin dall’anno 2001 le pubbliche amministrazioni, in riferimento agli articoli 9 e 15 della Legge,
possono presentare richieste di finanziamento per progetti collegati alla salvaguardia e valorizzazione
delle lingue minoritarie al Dipartimento per gli Affari Regionali (d’ora in poi Dipartimento), Servizio
Regioni a statuto speciale e Province Autonome per le politiche connesse alle autonomie speciali e
delle minoranze della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Per l’attuazione degli interventi previsti dall’art. 4 della Legge le Scuole presentano domanda di
finanziamento direttamente al Ministero della Pubblica Istruzione. Tali progetti non sono ricompresi
nel sistema di monitoraggio
Questi progetti vengono analizzati da una apposita commissione che, in base alla coerenza con gli
obiettivi della legge, delibera l’ammissibilità degli stessi ed i relativi finanziamenti.
Per ogni progetto viene redatta in sede istruttoria una scheda cartacea sintetica che contiene, oltre alle
indicazioni anagrafiche dell’ente presentante, gli obiettivi del progetto, la classificazione dello stesso,
l’importo richiesto, l’importo ammissibile ed eventuali note.
Nell’ambito di una azione attuata in accordo tra il Dipartimento, l’Associazione Nazionale Consorzi
universitari (ANCUN) e l’ISAL (Istituto Studi Amministrazione Locale di Udine) si è deciso di
informatizzare le schede progettuali sintetiche.
Oltre al semplice caricamento delle schede cartacee su una base dati relazionale, si è ritenuto fosse
utile, per le successive analisi, poter rappresentare le informazioni sulla cartografia per poter
predisporre delle cartografie tematiche utilizzando anche dati socioeconomici, ed è quindi stato
implementato un Sistema Informativo Territoriale. Un Sistema informativo Territoriale (SIT) o
Geografic Information System (GIS) è un sistema in grado di rappresentare sulla cartografia banche
dati alfanumeriche e di effettuare delle analisi predisponendo mappe tematiche
Eventi estremi e partecipazione popolare. Il terremoto del friuli 1976
A quarant\u2019anni dagli eventi sismici che hanno colpito il Friuli nel 1976 \ue8 possibile fare una
lettura di come la popolazione abbia dato vita a un vero e proprio movimento di base per
proporsi come diretta protagonista nelle scelte sia della prima emergenza che della futura
ricostruzione. In particolare in quei mesi presero vita i Comitati delle tendopoli che trovarono
forme di collegamento pi\uf9 generale in un Comitato di coordinamento di tutte le realt\ue0
che divenne punto di riferimento per una stagione di autentica partecipazione popolare anticipatrice
di situazioni che segnano oggi la societ\ue0 e la politica in un quadro internazionale./Forty years after the earthquake that hit Friuli in 1976, it is now possible to construe how
the population gave rise to a genuine grassroots movement with the intent of becoming direct
protagonists, both in the choices made during the first emergency, and in those for future
reconstruction. Particularly during those months, tent-camp committees originated
from forms of general collaboration to later develop into one Coordination Committee for
all realities. This Committee became a reference point for a season of authentic popular
participation and anticipated situations that today are emblematic of Friulian society and
politics in an international framework
"Dolomiti Unesco": un modello per la gestione condivisa di un Patrimonio dell'Umanit\ue0/The "Dolomites" Unesco World Heritage site: a model for the shared management of a world heritage site
Il riconoscimento da parte dell\u2019Unesco di nove siti delle Dolomiti come Patrimonio dell\u2019Umanit\ue0 pone alcune problematiche particolarmente interessanti in quanto non solo si tratta di un bene seriale e quindi articolato in ambiti con caratteristiche e paesaggi differenti, ma pure, dal punto di vista della gestione, coinvolge cinque provincie e due regioni diverse per ordinamento e potest\ue0 legislativa. Il modello di Piano di gestione legato al riconoscimento prevede una gestione articolata su Reti funzionali che hanno il preciso scopo di condividere i processi decisionali finalizzati alla gestione del Bene Patrimonio dell\u2019Umanit\ue0 per la sua tutela, valorizzazione e monitoraggio. In particolare per il paesaggio, uno dei due criteri di riconoscimento, questo modello si deve confrontare con il livello di pianificazione paesaggistica, diverso per metodo e attuazione nelle singole realt\ue0 amministrative, e con l\u2019idea stessa di paesaggio e di patrimonio che coinvolge in visioni diverse gli abitanti delle comunit\ue0 locali e i fruitori esterni come ad esempio i numerosissimi turisti che frequentano le Dolomiti in tutte le stagioni.
Da qui la necessit\ue0 di una profonda riflessione attorno alla definizione di paesaggio, alla responsabilit\ue0 legata al riconoscimento, agli attori coinvolti, agli stakeholder, ai pubblici di riferimento, alla zonizzazione relativa alle aree core e buffer e ai processi decisionali. Interessante infine il tema della patrimonializzazione intensa sia come \u201cpropriet\ue0\u201d del bene riassumibile nell\u2019 interrogativo: di chi sono le Dolomiti? ma pure nelle nuove dimensioni che assumono particolare significato nel governo del territorio quali quelle legate al valore e al senso dei luoghi e del paesaggio delle popolazioni locali e della platea pi\uf9 ampia di frequentatori del Bene Patrimonio dell\u2019Umanit\ue0
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