4 research outputs found

    Contributi per il patrimonio rupestre: da una piccola esperienza di rilievo alcune questioni di metodo.Research for rupestrian heritage: from a little survey experience to methodological issues

    Get PDF
    Il presente contributo ha l'obiettivo di analizzare alcune tematiche relative agli antichi rioni Sassi di Matera, partendo dalla conoscenza e dal rilievo di un manufatto tipico. L'agglomerato urbano dei Sassi, si configura come continuazione naturale del paesaggio rupestre circostante, riproposto come insediamento antropico originale, nella spontaneità delle sue forme e delle sue architetture. L'esperienza di ricerca, operativamente condotta, intende illustrare gli esiti ottenuti nel campo del rilievo e commentare alcune modalità di natura speditiva che sono state adottate per l'individuazione degli aspetti geometrici (forma e misura) delle consistenze, la conoscenza storico-evolutiva del manufatto e le relative forme di rappresentazione utili a restituire la specificità del bene architettonico. È interessante proporre una valutazione critica dei risultati conseguiti, che si pongono come esempio di lavoro per un'indagine di rilievo basato su un investimento limitato di risorse e l'uso di strumentazioni di base. Parte del lavoro si concentra sull'identificazione delle fasi che hanno interessato il progressivo e tipico sviluppo della cellula originaria e del successivo complesso costruito con l'intento di ripercorrere il mutamento da "grotta rupestre" a "lamione" dei Sassi. L'esplorazione di un singolo edificio, collocato all'interno di un sistema urbano complesso, lo estrae temporaneamente dal contesto circostante, ne permette una lettura diretta, ma deve mantenere vive le relazioni che lo legano ai valori dell'ambito di cui fa parte. Il lavoro si inserisce, pertanto, nel campo di indagine della conoscenza di ambienti e manufatti rupestri, con l'intento di mostrare la validità della metodologia adoperata e la sua applicazione ad un caso studio reale. The current research aims at investigating some topics related to the ancient neighborhoods of Matera called Sassi, starting from the knowledge and the survey of a typical building. The urban area of Sassi represents the natural extension of the surrounding rupestrian landscape, proposed as original human settlement, in the spontaneity of its shapes and its architecture. The research shows the results in the field of survey and proposes a fast method to indentify geometrical aspects (shape and measure) of building consistence, but at the same time, the historical evolution and the different visual representations of the building, in order to represent the specific nature of the architectural. It is interesting to propose a critical evaluation of results, that represents a valid working experience, based on limited resources and basic tolls. Part of the work focuses the attention on the identification of significant milestones that have concerned the progressive development of the original cell and the future building, with the aim of retracing the transformation from "rupestrian cave" to typical "lamione" of Sassi. The exploration of a single building, located in a complex urban system, temporarily removes it from the surrounding context and allows us a direct analysis of the building, but it must keep alive the relationships with the context which it belongs. Therefore, the work fits to the field of rupestrian environments, with the aim of showing the validity of methodology and its application to a real case stud

    Contributi per il patrimonio rupestre: da una piccola esperienza di rilievo alcune questioni di metodo.Research for rupestrian heritage: from a little survey experience to methodological issues .

    No full text
    Il presente contributo ha l’obiettivo di analizzare alcune tematiche relative agli antichi rioni Sassi di Matera, partendo dalla conoscenza e dal rilievo di un manufatto tipico. L’agglomerato urbano dei Sassi, si configura come continuazione naturale del paesaggio rupestre circostante, riproposto come insediamento antropico originale, nella spontaneità delle sue forme e delle sue architetture. L’esperienza di ricerca, operativamente condotta, intende illustrare gli esiti ottenuti nel campo del rilievo e commentare alcune modalità di natura speditiva che sono state adottate per l’individuazione degli aspetti geometrici (forma e misura) delle consistenze, la conoscenza storico-evolutiva del manufatto e le relative forme di rappresentazione utili a restituire la specificità del bene architettonico. È interessante proporre una valutazione critica dei risultati conseguiti, che si pongono come esempio di lavoro per un’indagine di rilievo basato su un investimento limitato di risorse e l’uso di strumentazioni di base. Parte del lavoro si concentra sull’identificazione delle fasi che hanno interessato il progressivo e tipico sviluppo della cellula originaria e del successivo complesso costruito con l’intento di ripercorrere il mutamento da “grotta rupestre” a “lamione” dei Sassi. L’esplorazione di un singolo edificio, collocato all’interno di un sistema urbano complesso, lo estrae temporaneamente dal contesto circostante, ne permette una lettura diretta, ma deve mantenere vive le relazioni che lo legano ai valori dell’ambito di cui fa parte. Il lavoro si inserisce, pertanto, nel campo di indagine della conoscenza di ambienti e manufatti rupestri, con l’intento di mostrare la validità della metodologia adoperata e la sua applicazione ad un caso studio reale. The current research aims at investigating some topics related to the ancient neighborhoods of Matera called Sassi, starting from the knowledge and the survey of a typical building. The urban area of Sassi represents the natural extension of the surrounding rupestrian landscape, proposed as original human settlement, in the spontaneity of its shapes and its architecture. The research shows the results in the field of survey and proposes a fast method to indentify geometrical aspects (shape and measure) of building consistence, but at the same time, the historical evolution and the different visual representations of the building, in order to represent the specific nature of the architectural. It is interesting to propose a critical evaluation of results, that represents a valid working experience, based on limited resources and basic tolls. Part of the work focuses the attention on the identification of significant milestones that have concerned the progressive development of the original cell and the future building, with the aim of retracing the transformation from “rupestrian cave” to typical “lamione” of Sassi. The exploration of a single building, located in a complex urban system, temporarily removes it from the surrounding context and allows us a direct analysis of the building, but it must keep alive the relationships with the context which it belongs. Therefore, the work fits to the field of rupestrian environments, with the aim of showing the validity of methodology and its application to a real case study

    Intenzioni, idee, rappresentazioni, architetture come lascito ereditario dei Giochi Olimpici? Riflessioni, con qualche divagazione, da Torino 2006

    No full text
    I grandi eventi, dall'organizzazione delle esposizioni internazionali alle manifestazioni sportive di richiamo mondiale, oltre ad essere un'opportunità per i territori che le ospitano, sono anche un ambiente molto fertile per indagare il tema dei concorsi di architettura: gare di visioni che devono tradursi (entro economie, tempi e modi stabiliti) in progettazioni, opere, lavori, soggetti ad una competizione che, il più delle volte, richiama competenze e professionalità da tutto il mondo e che, tuttavia, si devono esprimere e insediare in un contesto definito da un ambiente culturale, sociale e fisico ben preciso, lì e allora (hic et nunc, in quel momento, per quel luogo). Il presente contributo si è posto l'obiettivo di riflettere sul ruolo che in simili occasioni assume la comunicazione del progetto di architettura, all'interno del vasto processo di elaborazione, per indagare i modi e le forme che l'invenzione progettuale e la prassi operativa promuovono; la cura è stata quella di analizzare in modo specifico le finalità della committenza (intenzioni), le visioni degli autori (idee), le interpretazioni espressive (rappresentazioni), gli esiti materiali (architetture) e i relativi esiti immateriali (eredità), visti come elementi relazionati in un sistema di qualità. Abbiamo pensato di lavorare su Torino perché è città olimpica, visto che nel febbraio 2006 ha ospitato la ventesima edizione dei Giochi Olimpici Invernali e la nona edizione dei Giochi Paralimpici, e che ha saputo cogliere e trasformare l'occasione di un grande evento in una opportunità per comunicare, con successo, le sue dinamiche di rinnovamento, per mostrare che, ove presenti e radicati, i giacimenti culturali possono sostenere la rinascita anche da crisi molto profonde, sostenendo direzioni di sviluppo congruenti con l'identità culturale dei luoghi e azioni che si sono rivelate vincenti per la reinvenzione del suo ruolo di città-laboratorio. Lo ha fatto progettando e mettendo in atto strumenti culturali e tecnici complessi e sofisticati, sfruttando in modo rilevante le opportunità offerte dalla riorganizzazione di alcune reti di competenze e abilità presenti localmente, enunciando esplicitamente gli obiettivi, richiamando personalità e imprese internazionali, avviando i concorsi di progettazione, elaborando bandi e modalità organizzative coordinate, monitorando le fasi operative, con una tensione dichiarata verso i benefici per il futuro derivanti dagli investimenti in innovazione. Moltissime di queste procedure, di programma o di attuazione, hanno trovato modo di essere comunicate attraverso le forme della rappresentazione, secondo modalità tradizionali o attuali, ne abbiamo disegnato oggi, a distanza di qualche anno, un profilo critico verificando ipotesi e soluzioni proposte dal "laboratorio olimpico" torinese, concedendoci alcune, limitate divagazioni di confronto con altre esperienz

    Intenzioni, idee, rappresentazioni, architetture come lascito ereditario dei Giochi Olimpici? Riflessioni, con qualche divagazione, da Torino 2006.

    No full text
    I grandi eventi, dall’organizzazione delle esposizioni internazionali alle manifestazioni sportive di richiamo mondiale, oltre ad essere un’opportunità per i territori che le ospitano, sono anche un ambiente molto fertile per indagare il tema dei concorsi di architettura: gare di visioni che devono tradursi (entro economie, tempi e modi stabiliti) in progettazioni, opere, lavori, soggetti ad una competizione che, il più delle volte, richiama competenze e professionalità da tutto il mondo e che, tuttavia, si devono esprimere e insediare in un contesto definito da un ambiente culturale, sociale e fisico ben preciso, lì e allora (hic et nunc, in quel momento, per quel luogo). Il presente contributo si è posto l’obiettivo di riflettere sul ruolo che in simili occasioni assume la comunicazione del progetto di architettura, all’interno del vasto processo di elaborazione, per indagare i modi e le forme che l’invenzione progettuale e la prassi operativa promuovono; la cura è stata quella di analizzare in modo specifico le finalità della committenza (intenzioni), le visioni degli autori (idee), le interpretazioni espressive (rappresentazioni), gli esiti materiali (architetture) e i relativi esiti immateriali (eredità), visti come elementi relazionati in un sistema di qualità. Abbiamo pensato di lavorare su Torino perché è città olimpica, visto che nel febbraio 2006 ha ospitato la ventesima edizione dei Giochi Olimpici Invernali e la nona edizione dei Giochi Paralimpici, e che ha saputo cogliere e trasformare l’occasione di un grande evento in una opportunità per comunicare, con successo, le sue dinamiche di rinnovamento, per mostrare che, ove presenti e radicati, i giacimenti culturali possono sostenere la rinascita anche da crisi molto profonde, sostenendo direzioni di sviluppo congruenti con l’identità culturale dei luoghi e azioni che si sono rivelate vincenti per la reinvenzione del suo ruolo di città-laboratorio. Lo ha fatto progettando e mettendo in atto strumenti culturali e tecnici complessi e sofisticati, sfruttando in modo rilevante le opportunità offerte dalla riorganizzazione di alcune reti di competenze e abilità presenti localmente, enunciando esplicitamente gli obiettivi, richiamando personalità e imprese internazionali, avviando i concorsi di progettazione, elaborando bandi e modalità organizzative coordinate, monitorando le fasi operative, con una tensione dichiarata verso i benefici per il futuro derivanti dagli investimenti in innovazione. Moltissime di queste procedure, di programma o di attuazione, hanno trovato modo di essere comunicate attraverso le forme della rappresentazione, secondo modalità tradizionali o attuali, ne abbiamo disegnato oggi, a distanza di qualche anno, un profilo critico verificando ipotesi e soluzioni proposte dal “laboratorio olimpico” torinese, concedendoci alcune, limitate divagazioni di confronto con altre esperienze
    corecore