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    Sassi di Matera. Per una nuova stagione

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    La pubblicazione raccoglie i contributi dei relatori intervenuti nel confronto pubblico di approfondimento dal titolo “Sassi: per un nuovo dialogo in città”, tenutosi a Matera il 14 e 15 dicembre 2018 e organizzato dalla Cattedra UNESCO dell’Università della Basilicata (UniBas) (nel programma ERT-Educazione Ricerca Territorio) e dalla Fondazione Sassi in occasione del venticinquesimo anniversario dell’iscrizione dei Sassi nella Lista UNESCO del Patrimonio Mondiale. In Appendice si trova una Nota di sintesi delle giornate di studio, confronto e partecipazione, che si sono tenute a Matera, in forma di tre eventi, in occasione del venticinquesimo anniversario dell’iscrizione dei Sassi alla lista del patrimonio UNESCO, e come edizione pilota del programma “ERT-Educazione Ricerca Territorio” della Cattedra UNESCO. In tale ambito si inserisce la conversazione pubblica “Sassi: per un nuovo dialogo in citta”, di cui il libro raccoglie i contributi dei relatori intervenuti. Oltre alla Nota di sintesi, è riportato per esteso anche il Report, redatto da Paolo Ceccarelli, di uno dei tre eventi, quello titolato “Patrimonio e sviluppo sostenibile: per una conoscenza circolare”, per i richiami contenuti al progetto dell’Osservatorio Sassi e per il sostegno dichiarato al progetto da parte della rete di Cattedre UNESCO TEST, in virtù dell’interesse metodologico ravvisato in tale prospettiva di lavoro scientifico e di pratica partecipativa

    IL MEZZOGIORNO NELL'OTTOCENTO PREUNITARIO: PIANI TERRITORIALI E COSTRUZIONI DELLE EDENTITA'

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    “Considerazioni su i mezzi da restituire il valore proprio a’ doni che la natura ha largamente conceduto al Regno delle Due Sicilie” è il titolo del vasto progetto territoriale del 1832 di Carlo Afan de Rivera, direttore generale del Corpo di Ponti e Strade, e dichiara un assunto: un Sud “feracissimo” che nasconde tesori da scoprire. L’immagine di un Sud di tesori nascosti è un topos utilizzato dalla letteratura di età murattiana, ma anche da quella del decennio napoleonico. L'antichità è il passato idealizzato visto come modello, la cui ricchezza è messa principalmente in relazione al primato agricolo. Nella politica borbonica viene confermata la convinzione diffusa, di taglio fisiocratico, che la base della potenziale ricchezza resti la terra, e che il Sud sia strutturalmente connotato come paese a vocazione agricola. Nei progetti preunitari la tesi fisiocratica della superiorità dell’agricoltura sulle altre attività viene declinata nella prospettiva di una rinascita economica e sociale del Mezzogiorno da attuare solo a partire da un grande piano di bonifica integrale. A questa opera pubblica viene attribuito il ruolo prioritario: già Pietro Colletta, direttore di Ponti e Strade tra il 1812 e il 1815, ne definisce i termini, e dopo Afan de Rivera ne fa il centro del suo progetto. Afan de Rivera indica la pianificazione quale strumento necessario di razionalizzazione e di buon governo, ed ha come finalità la bonifica integrale del territorio. Dopo l’unità le opzioni per la “modernizzazione” del nuovo stato italiano vedranno i progetti per il Sud schiacciati su esigenze nazionali, all’interno di strategie generali in cui il Meridione viene collocato come “questione meridionale”, ovvero come problema, sclerotizzato in un ruolo di ritardo rispetto all’altra parte del paese, al traino del Nord che si va industrializzando
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