36 research outputs found
Dysregulation of MS risk genes and pathways at distinct stages of disease
OBJECTIVE: To perform systematic transcriptomic analysis of multiple sclerosis (MS) risk genes in peripheral blood mononuclear cells (PBMCs) of subjects with distinct MS stages and describe the pathways characterized by dysregulated gene expressions. METHODS: We monitored gene expression levels in PBMCs from 3 independent cohorts for a total of 297 cases (including clinically isolated syndromes (CIS), relapsing-remitting MS, primary and secondary progressive MS) and 96 healthy controls by distinct microarray platforms and quantitative PCR. Differential expression and pathway analyses for distinct MS stages were defined and validated by literature mining. RESULTS: Genes located in the vicinity of MS risk variants displayed altered expression in peripheral blood at distinct stages of MS compared with the healthy population. The frequency of dysregulation was significantly higher than expected in CIS and progressive forms of MS. Pathway analysis for each MS stage–specific gene list showed that dysregulated genes contributed to pathogenic processes with scientific evidence in MS. CONCLUSIONS: Systematic gene expression analysis in PBMCs highlighted selective dysregulation of MS susceptibility genes playing a role in novel and well-known pathogenic pathways
Androgen-Induced Cell Migration: Role of Androgen Receptor/Filamin A Association
Background: Androgen receptor (AR) controls male morphogenesis, gametogenesis and prostate growth as well as development of prostate cancer. These findings support a role for AR in cell migration and invasiveness. However, the molecular mechanism involved in AR-mediated cell migration still remains elusive. Methodology/Principal Findings: Mouse embryo NIH3T3 fibroblasts and highly metastatic human fibrosarcoma HT1080 cells harbor low levels of transcriptionally incompetent AR. We now report that, through extra nuclear action, AR triggers migration of both cell types upon stimulation with physiological concentrations of the androgen R1881. We analyzed the initial events leading to androgen-induced cell migration and observed that challenging NIH3T3 cells with 10 nM R1881 rapidly induces interaction of AR with filamin A (FlnA) at cytoskeleton. AR/FlnA complex recruits integrin beta 1, thus activating its dependent cascade. Silencing of AR, FlnA and integrin beta 1 shows that this ternary complex controls focal adhesion kinase (FAK), paxillin and Rac, thereby driving cell migration. FAK-null fibroblasts migrate poorly and Rac inhibition by EHT impairs motility of androgen-treated NIH3T3 cells. Interestingly, FAK and Rac activation by androgens are independent of each other. Findings in human fibrosarcoma HT1080 cells strengthen the role of Rac in androgen signaling. The Rac inhibitor significantly impairs androgen-induced migration in these cells. A mutant AR, deleted of the sequence interacting with FlnA, fails to mediate FAK activation and paxillin tyrosine phosphorylation in androgen-stimulated cells, further reinforcing the role of AR/FlnA interaction in androgen-mediated motility. Conclusions/Significance: The present report, for the first time, indicates that the extra nuclear AR/FlnA/integrin beta 1 complex is the key by which androgen activates signaling leading to cell migration. Assembly of this ternary complex may control organ development and prostate cancer metastasis
Working Memory training in aging: from the nature of the training to the transfer effects in everyday life.
A growing body of studies shows that working memory (WM) in older adults can be improved by means of specific process-based training, while the results in terms of transfer effects are more controversial. The benefits of WM training on other, untrained abilities, are generally examined using single indicators for each ability assessed, and benefits on everyday tasks have rarely been considered. One of the aspects that might favor transfer effects is the type of stimuli used in the training. Thanks to the “positivity effect” in aging, it may be possible to enhance the benefits of training and transfer effects by using emotional stimuli. This possibility has yet to be researched.
Three studies were conducted to address the above mentioned issues. The aim of the first was to assess the efficacy of a verbal WM training and its far transfer effects on everyday life abilities; performance-based measures of functional abilities were used. In the second and third studies, involving a visuo-spatial WM training, the characteristics of the training stimuli were manipulated using first neutral and then positive emotional stimuli (in studies 2 and 3, respectively).
The results of the first study showed transfer effects of the verbal WM training on everyday abilities, whereas the visuo-spatial WM training in studies 2 and 3only induced specific effects on criterion tasks.
Overall, WM training in aging has promise as away to improve abilities related to everyday living. Attention has to be devolved to the type of stimuli and the task modality (verbal rather than visuo-spatial).Un crescente numero di studi mostra che è possibile migliorare le prestazioni di Memoria di Lavoro (MdL) degli anziani attraverso training “process-based”. Più controverse sono le evidenze rispetto alla generalizzazione dei benefici ottenuti: i benefici dei training di MdL ad abilità non direttamente allenate sono infatti solitamene valutati i) utilizzando singole prove per ogni abilità esaminata; raramente attraverso prove di funzionalità quotidiana. Tra gli aspetti che potrebbero favorire gli effetti di trasferimento dei benefici vi è la tipologia di stimoli utilizzata nei training: rispetto a ciò, l’utilizzo di stimoli emotivi a valenza positiva potrebbe essere efficace, sfruttando il noto “effetto positività ” nell’invecchiamento, aspetto non ancora indagato.
Per indagare gli aspetti menzionati sono stati condotti tre studi. Lo scopo del primo era di valutare l’efficacia di un training di MdL verbale e gli effetti di trasferimento ad abilità quotidiane. Allo scopo sono state utilizzate misure oggettive di valutazione funzionale. Nel secondo e terzo studio, utilizzando un training di MdL visuo-spaziale, sono state manipolate le caratteristiche degli stimoli, usando stimoli a valenza neutra o positiva (rispettivamente nello studio 2 e 3).
I risultati del primo studio mostrano effetti di trasferimento alle competenze quotidiane mentre l’utilizzo di un training visuo-spaziale solo un effetto specifico alla prova criterio.
I training di MdL rappresentano quindi un approccio promettente per il miglioramento di abilitĂ legate alla vita quotidiana. Attenzione deve essere devoluta al tipo di stimoli utilizzato e alla modalitĂ di training (verbale o visuo-spaziale)
Misure oggettive di valutazione funzionale nell\u2019invecchiamento: quali relazioni con le abilita cognitive di base e complesse?
Introduzione: Il grado di autonomia dell\u2019anziano \ue8 valutato solitamente attraverso misure self-report, suscettibili di distorsioni da parte dei rispondenti. Recenti lavori suggeriscono l\u2019utilizzo di strumenti oggettivi \u2013performance based measure- per verificare il grado di autonomia funzionale e l\u2019eventuale miglioramento in abilit\ue0 quotidiane dopo un trattamento. In questo studio valutiamo le relazioni tra misure classiche di memoria di lavoro, intelligenza fluida, comprensione del testo e velocit\ue0 di elaborazione e due prove oggettive di funzionalit\ue0 quotidiana, l\u2019Everyday Problem Test e il Timed Instrument Activity of Daily Life, adattate per la popolazione italiana.
Medodo: Hanno partecipato allo studio 101 individui in salute, dai 40 ai 69 anni. Sono state somministrate prove di: memoria di lavoro, vocabolario, intelligenza fluida, comprensione del testo e velocit\ue0 di elaborazione al fine di osservare la relazione tra abilit\ue0 di base e misure oggettive di funzionalit\ue0. Sono state utilizzate inoltre misure self-report (ADL e IADL). Le analisi effettuate sono di tipo correlazionale. Le differenze di et\ue0 sono analizzate attraverso analisi della varianza.
Risultati: I risultati mostrano che le performance based measure sono correlate con le abilit\ue0 cognitive di base suggerendo un coinvolgimento di tutte queste componenti nel determinare il grado di autonomia dell\u2019individuo; i punteggi ottenuti nei questionari self-report non correlano con alcuna variabile di interesse; punteggi nelle abilit\ue0 di base e nelle prove di funzionamento quotidiano sono similmente correlati all\u2019et\ue0, diminuendo in funzione di essa.
Conclusioni: le performance based measure sono strumenti complessi per la cui esecuzione \ue8 richiesto il coinvolgimento sia di abilit\ue0 fluide che cristallizzate. Possono essere pi\uf9 utili delle misure self-report per la valutazione del grado di autonomia funzionale, divenendo strumenti utili sia per la pratica clinica che per la ricerca sui trattamenti riabilitativi e training
Valutare la qualit\ue0 della vita nelle residenze per anziani. Guida all'uso dell'intervista standardizzata Quality_VIA
Quality VIA (Qualit\ue0 di Vita nelle Istituzioni per Anziani) \ue8 uno strumento innovativo per la valutazione della qualit\ue0 di vita degli anziani residenti nei contesti di cura. Prendendo in esame sia gli aspetti oggettivi sia quelli soggettivi del vivere bene, Quality VIA considera come protagonista la persona anziana e il suo punto di vista (come vive l\u2019ambiente in relazione ai suoi bisogni e alle proprie potenzialit\ue0), anche in presenza di difficolt\ue0 cognitive
Ben-essere nell'arco di vita
A partire dagli anni \u201980, con l\u2019emergere della psicologia positiva, l\u2019interesse dei ricercatori non si focalizza pi\uf9 esclusivamente sulle condizioni di disagio e sofferenza, ma sulle caratteristiche che possono favorire il ben-essere psicologico. Nonostante manchi tutt\u2019ora una definizione univoca del costrutto, appare chiaro che esso \ue8 prettamente soggettivo e che \ue8 possibile mantenerne buoni livelli anche in condizioni di difficolt\ue0, o in una fase di vita che pu\uf2 essere contrassegnata da perdite, quale l\u2019invecchiamento. Numerose evidenze mostrano, infatti, una relativa stabilit\ue0, se non un aumento, dei livelli di ben-essere psicologico in tale fase di vita, fenomeno noto come \u201cparadosso del ben-essere nell\u2019invecchiamento\u201d. Non mancano, per\uf2 risultati contrastanti, a seconda della metodologia di ricerca adottata e dalla scelta dei fattori considerati come componenti del ben-essere psicologico. Obiettivo del presente lavoro \ue8 osservare, in un campione dai 20 agli 89 anni, l\u2019eventuale pattern di stabilit\ue0/miglioramento del ben-essere, valutato mediante il questionario Ben-SSC. Tale questionario, investiga tre componenti principali quali la soddisfazione personale, le strategie di coping e le competenze emotive. Congiuntamente \ue8 stato somministrato un questionario di Qualit\ue0 di Vita (WHOQOL-breve). I risultati mostrano un aumento del ben-essere psicologico negli anziani e livelli meno alti per i giovani dai 20 ai 30 anni. Successivamente, attraverso analisi di regressione, vengono esaminati possibili predittori del ben-essere psicologico e delle tre sotto componenti suddette, considerando i quattro fattori del WHOQOL
Botulinum Toxin Injection and Airflow Stability in Spasmodic Dysphonia
International audienceOBJECTIVE:The aim of this study was to analyze the effects of botulinum toxin (BT) injection on airflow stability, by measuring mean phonatory oral airflow and its coefficient of variation (CV), in subjects with adductor spasmodic dysphonia (SD).STUDY DESIGN AND SETTING:Twenty-four subjects with SD (aged 31-78 years) and 23 controls (aged 29-63 years) were evaluated for mean airflow and its CV during sustained phonation. Fifteen of the subjects with SD were also evaluated within 3 weeks after BT injection.RESULTS:BT increased airflow in subjects (P = 0.0130) but neither the preinjection nor postinjection values differed significantly from those of controls. Conversely, airflow CV was invariably higher in subjects than in controls (P < 0.0001). In 13 subjects in whom phonation perceptually improved, including 3 in whom airflow did not increase, airflow CV decreased significantly after BT treatment (P = 0.0232).CONCLUSIONS:Subjects with SD have highly unstable phonatory airflow; its CV is a valid measure for assessing the outcome of a BT injection. A reduced airflow CV probably does not depend solely on increased airflow due to thyroarytenoid muscle paresis, and may indicate a change in laryngeal motoneuronal activity
Potenziamento della memoria nell’invecchiamento: mito o realtà ?
L’invecchiamento psicologico è un fenomeno molto complesso. Nonostante vi
siano dei cambiamenti nel funzionamento cognitivo (es. nella memoria,
nell’attenzione), vi sono abilità che rimangono inalterate. Invecchiando, infatti,
non si hanno solo perdite ma anche dei “guadagni”, grazie a una maggiore
esperienza, risorse residue e a una plasticitĂ presenti anche in etĂ avanzata. Tra gli
aspetti che favoriscono un buon invecchiamento vi è quello relativo al mantenere
attiva la propria mente. Il cervello non è però un muscolo e i benefici che si
possono ottenere da varie attività non dipendano dalla quantità dell’esercizio ma
dall’avere un atteggiamento strategico verso i compiti che si devono svolgere.
Esercizi meccanici e ripetitivi non apportano nessun beneficio. Per mantenere la
propria mente attiva è fondamentale proporre situazioni e compiti sfidanti e
promuovere l’acquisizione di nuove abilità e strategie.
I training, che qui proponiamo, nascono dalla consapevolezza che il declino
mnestico non è determinato solo dal decadimento biologico, ma dipende anche da
errate credenze e dalla poca fiducia dell’anziano nelle sue abilità di memoria,
aspetti che interferiscono con la funzionalità dell’anziano nella quotidianità . Tali
training prevedono sia l’insegnamento di strategie di memoria, sia la
modificazione dell’inadeguato atteggiamento emotivo-motivazionale dell’anziano
di fronte a compiti di memoria. Grazie a questi interventi di potenziamento
cognitivo non solo gli anziani riescono a incrementare le proprie abilitĂ di
memoria ma anche a gestire adeguatamente la loro quotidianitĂ , ad avere una
maggiore autonomia e una migliore qualitĂ di vita...per un invecchiamento di
successo