41 research outputs found

    Sull’origine dialogica di alcune strutture sintattiche. Domande-eco, temi sospesi e grammaticalizzazione ‘verticale’

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    Il lavoro tratta delle possibili relazioni tra costruzioni a tema sospeso, in particolare quelle con anteposizione tematica di forme verbali di modo non finito, domande-eco, ed enunciazioni-eco in genere. L’idea di fondo è che certi tipi di costruzioni marcate possano mostrare più chiaramente di altri l’esistenza di percorsi di grammaticalizzazione “verticale”, ovvero di compattamento di più mosse conversazionali in un unico turno e in un’unica struttura frasale

    Indicare, rappresentare e dislocare. La Deixis am Phantasma di Karl Bühler e i modi del Discorso Riportato

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    ‘Deixis am phantasma’ or imagination-oriented deixis is a mode of reference, originally described by KarlBühler, that directly brings into play one of the distinctive properties of human language, namely the unlimitedcapacity to dislocate in space and time the referents and situations that are the object of discourse. Sincerepresenting and reporting other people's speech is a discourse situation in which speakers must represent,transpose and dislocate referents, situations, and other people's words, reported speech is a very suitable areain which to observe this particular type of deixis. In this paper, after briefly restating the main points of Bühler'stheory of language, i.e., the two-field theory and the different modes of reference within the deictic field, Idiscuss the three different types of imagination-oriented deixis (as identified by Bühler). I then try to point outwhat I consider to be their systematic correlations with the two main deictic modes of reporting speech (directvs. indirect), while, conversely, noting the unsystematic correlations with that intermediate or hybrid form ofreporting that is free indirect speech

    Indicare, rappresentare e dislocare. La Deixis am Phantasma di Karl Bühler e i modi del Discorso Riportato

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    ‘Deixis am phantasma’ or imagination-oriented deixis is a mode of reference, originally described by Karl Bühler, that directly brings into play one of the distinctive properties of human language, namely the unlimited capacity to dislocate in space and time the referents and situations that are the object of discourse. Since representing and reporting other people's speech is a discourse situation in which speakers must represent, transpose and dislocate referents, situations, and other people's words, reported speech is a very suitable area in which to observe this particular type of deixis. In this paper, after briefly restating the main points of Bühler's theory of language, i.e., the two-field theory and the different modes of reference within the deictic field, I discuss the three different types of imagination-oriented deixis (as identified by Bühler). I then try to point out what I consider to be their systematic correlations with the two main deictic modes of reporting speech (direct vs. indirect), while, conversely, noting the unsystematic correlations with that intermediate or hybrid form of reporting that is free indirect speech

    Riflettere sulla grammatica a scuola: una ricerca sul soggetto

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    The paper discusses some preliminary results of the research project GRASS - Grammar Reflection at School: Syntactic Subject, which involved 444 junior and senior students from lower to higher education grades and 16 teachers. Starting from some general remarks on the current state of grammar teaching in the Italian school system, particularly critical as far as real speech, discourse and metalinguistic awareness are concerned, the paper highlights and discusses three main critical issues: a)the confusion between (con)textual reference and grammatical function, well attested by thediverse and incongruous ways used by the respondents to identify and represent the subject of sentences from a text; b) the pupils’ and students’ grammaticality judgements on verb and subject agreement, especially in cases of semantic/syntactic mismatch; c) the relation between the respondents’ explicit definitions of grammatical subject and the emerging underlying notions that characterize the different stages of Italian education as far as primary vs. secondary schools are concerned. Finally, some conclusions are drawn on the possible outcomes that this type of research can have in terms of teachers’ training and teaching practices.In questo articolo vengono presentati i primi risultati della ricerca GRASS (Riflessione Grammaticale a Scuola: il Soggetto Sintattico), che ha coinvolto 444 tra alunni e studenti dalla scuola primaria al primo anno di università e 16 insegnanti. Muovendo da alcune riflessioni generali sull’insegnamento della grammatica nella scuola italiana, la cui criticità sta, fra l’altro, nella scarsa considerazione degli usi linguistici reali nello sviluppo della riflessione metalinguistica, l’articolo tratta nello specifico alcuni aspetti emersi dalla ricerca. Innanzitutto, la confusione tra funzione grammaticale e referenza, ben testimoniata dalle espressioni incongrue e idiosincratiche usate dagli informanti per esplicitare i soggetti individuati in un testo. Poi, i giudizi di grammaticalità rispetto a frasi dell’italiano contenenti casi problematici di accordo verbo-soggetto. Infine, l’analisi delle definizioni esplicite di soggetto fornite da alunni e studenti, che forniscono indicazioni sulla sottostante nozione di soggetto così come viene appresa nel corso della scolarizzazione. Il saggio si conclude con alcune riflessioni su come ricerche di questo tipo possano avere ricadute in termini di formazione degli insegnanti e di pratiche didattiche

    Reflecting on grammar at school: a research on the subject

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    The paper discusses some preliminary results of the research project GRASS - Grammar Reflection at School: Syntactic Subject, which involved 444 junior and senior students from lower to higher education grades and 16 teachers. Starting from some general remarks on the current state of grammar teaching in the Italian school system, particularly critical as far as real speech, discourse and metalinguistic awareness are concerned, the paper highlights and discusses three main critical issues: a)the confusion between (con)textual reference and grammatical function, well attested by thediverse and incongruous ways used by the respondents to identify and represent the subject of sentences from a text; b) the pupils’ and students’ grammaticality judgements on verb and subject agreement, especially in cases of semantic/syntactic mismatch; c) the relation between the respondents’ explicit definitions of grammatical subject and the emerging underlying notions that characterize the different stages of Italian education as far as primary vs. secondary schools are concerned. Finally, some conclusions are drawn on the possible outcomes that this type of research can have in terms of teachers’ training and teaching practices

    Il discorso riportato. Una prospettiva testuale.

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    Il volume rappresenta una rielaborazione della tesi di dottorato dell'autrice (Il discorso riportato come rappresentazione e riproduzione di discorsi. Una prospettiva testuale, Tesi di dottorato, dir. prof. Maria Elisabeth Conte, Università degli studi di Pavia, 1998). Il libro esamina e approfondisce, attraverso i dati di un corpus orale di discorsi raccolti e trascritti dall'autrice, le condizioni testuali e contestuali del fenomeno della riproduzione di discorsi. L'analisi a livello testuale dei discorsi riportati tende a mostrare l'insufficienza della dimensione frasale come ambito preferenziale di analisi e consente perciò di rivedere le caratterizzazioni del fenomeno di riproduzione dei discorsi propri e altrui, tenendo conto di forme fortemente caratterizzate dal con- e co-testo. Inoltre, mettendo in luce l'organizzazione interna di diversi tipi testuali, permette di affacciarsi verso problematiche più generali attinenti sia le variazioni di genere testuale che le funzioni testuali e articolatorie di diversi tipi di marker e connettivi

    Le trappole interne alla dicotomia discorso diretto/discorso indiretto

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    La riproduzione del discorso altrui è una delle attività verbali eseguite più frequentemente dal parlante, ma anche uno degli argomenti più trascurati dai manuali di educazione linguistica. In modi più o meno espliciti, ogni genere di discorso, ordinario o specialistico, evoca o risuona di voci e opinioni altrui. E' di estrema importanza, dal punto di vista pedagogico, rendere consapevoli gli studenti delle diverse strategie riportive e citative che essi hanno a disposizione come parlanti: si tratta infatti di un percorso che può portare da una più profonda riflessione metalinguistica al problema più generale dei rapporti con l'altro da sé. Il trattamento tradizionale del discorso riportato nei testi scolastici tende a risolversi in una contrapposizione grammaticale tra le forme del discorso diretto e di quello indiretto subordinato. Altre forme che esulano da questa dicotomia, come il discorso indiretto libero e il discorso diretto libero, vengono normalmente confinate al linguaggio letterario, negandone sia descrittivamente che normativamente l'appartenenza al linguaggio ordinario. L'autrice mostra l'insufficienza di tale trattamento del discorso riportato segnalando: a) la presenza attestata nella lingua parlata e ordinaria di tutte le forme di discorso riportato; b) la quantità e la varietà di forme di discorso riportato che va ben oltre le quattro possibilità di discorso diretto, discorso indiretto subordinato, discorso diretto libero e discorso indiretto libero. Viene inoltre discussa la pretesa "derivazione" del discorso indiretto subordinato dal discorso diretto e vengono di conseguenza ridiscussi i classici esercizi di trasposizione grammaticale dal discorso diretto al discorso indiretto subordinato. Viene perciò messo in luce come l'unico rapporto di derivazione esistente sia quello tra un discorso originario (reale o immaginario) e le forme di discorso riportato sia dirette che indirette; conseguentemente, il discorso originario, essendo un discorso primo, non può essere confuso con il discorso diretto, dal momento che il discorso diretto è un discorso secondo esattamente come lo è il discorso indiretto. Le peculiarità di ciascun diverso modo di riporto, diretto o indiretto, possono essere colte pienamente solo in prospettiva testuale e non frasale; infatti, ciò che caratterizza basicamente le diverse forme di riproduzione del discorso è la volontà del parlante di distanziarsi in qualche modo dalle parole e opinioni altrui che riporta e la volontà quindi di non assumere piena responsabilità su parti del discorso in atto. Il distanziamento e la differenziazione tra le proprie parole e quelle altrui può essere effettuato non solo attraverso le quattro forme canoniche di discorso riportato, ma anche attraverso altre strategie come il condizionale citativo, il discorso indiretto glossato, l'intonazione ironica, ecc. L'autrice riassume infine i punti cruciali della sua discussione sottolineando tre possibili trappole in cui si possa incorrere trattando di questi argomenti in sede di educazione linguistica: 1) presentare le due sole alternative del discorso diretto e del discorso indiretto subordinato come uniche strategie citative a disposizione del parlante ordinario; 2) utilizzare il discorso indiretto come strumento normativo privilegiato per esercitare le regole della concordanza; 3) adottare per la sfera della comunicazione ordinaria categorie e concetti appartenenti alla sfera della comunicazione letteraria

    Dialogicit\ue0 e grammatica

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    This paper discusses the deep and systematic relations between dialogicity and grammar, highlighting how dialogicity is not only a feature of linguistic use, but is always at the very heart of a linguistic system. There are overwhelming evidences of this in all natural languages, even if they are often underrated or blurred in most traditional grammars, and a coherent reception of pragmatic researches is still lagging behind or far from being soundly integrated in general descriptive grammars. The discussion focuses on two specific cases: a) the relationships between information-structure and diverse grammatical features in Italian; b) the problems inherent to the traditional classification of sentence types in Italian, which are partly due to a still partial reception of the speech act theory, and partly to the inertial force of older descriptive tradition

    Il discorso riportato come rappresentazione e riproduzione di discorsi. Una prospettiva testuale. Tesi di dottorato di ricerca

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    Il lavoro analizza e discute, attraverso i dati di un corpus orale di discorsi raccolti e trascritti dall'autrice, le condi-zioni testuali e contestuali del fenomeno della riproduzione di discorsi. L'analisi a livello testuale dei discorsi ripor-tati mostra l'insufficienza della dimensione frasale come ambito preferenziale di analisi e consente perciò di rivede-re le caratterizzazioni del fenomeno di riproduzione dei discorsi propri e altrui, tenendo conto di forme fortemente caratterizzate dal con- e co-testo. Inoltre, mettendo in luce l'organizzazione interna di diversi tipi testuali, permette di affacciarsi verso problematiche più generali attinenti sia le variazioni di genere testuale che le funzioni testuali e articolatorie di diversi tipi di marker e connettivi

    La fagocitazione dell’interlocutore: dialoghi a una voce sola nella finzione letteraria. Osservazioni sulla sintassi dialogica del dialogo 'spaiato'

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    Echoing, or partially repeating what has been previously said by one’s own interlocutor, seems to be a quite pervasive strategy of spontaneous dialogues. Repeating and incorporating parts of the other speaker’s utterances into one’s own is not just one of the easest way to keep discourse going. It is also a way of giving one’s own contribution to it while explicitly taking into account (in order to accept, reject, or question) what the other has just said or asked. However, little attention has been paid so far to the role that echo-constructions in general (and their more or less elaborated syntactical integration with the following clause) can have for the understanding of both discourse structure and discourse grammar. The aim of this article is to observe how some kinds of echoes work in dialogues and how they can be grammaticalized in different types of constructions, thus providing further evidences for the emergent and dialogical nature of grammar. Data are mainly taken from a small set of written novels and short stories that adopt a very peculiar strategy of depicting dialogues between two or more participants. The peculiarity consists in this: only the utterances of a single participant are explicitly reported, leaving the task of reconstructing the missing dialogical turns (of the other participants) to the reader. This often funny sort of amputated or un-paired dialogue makes full use of the different echo constructions which are so frequent and taken for granted in spontaneous spoken conversations that they tend to go unnoticed. On the other hand, they are strategically foregrounded by the authors who exploit the “amputated” dialogue technique. We are thus unexpectedly provided with a very rich repertoire of echoic structures which show different degrees of syntactic complexity. All these constructions are dialogically founded in real conversations, in which, through repeated use, some of them are actually grammaticalized into new forms and meanings
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