12 research outputs found

    Outcomes of pregnancies after kidney transplantation: lessons learned from CKD. A comparison of transplanted, nontransplanted chronic kidney disease patients and low-risk pregnancies: a multicenter nationwide analysis.

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    BACKGROUND: Kidney transplantation (KT) may restore fertility in CKD. The reasons why materno-foetal outcomes are still inferior to the overall population are only partially known. Comparison with the CKD population may offer some useful insights for management and counselling.Aim of this study was to analyse the outcomes of pregnancy after KT, compared with a large population of non-transplanted CKD patients and with low-risk control pregnancies, observed in Italy the new millennium. METHODS: We selected 121 live-born singletons after KT (Italian study group of kidney in pregnancy, national coverage about 75%), 610 live-born singletons in CKD and 1418 low-risk controls recruited in 2 large Italian Units, in the same period (2000-2014). The following outcomes were considered: maternal and foetal death; malformations; preterm delivery; small for gestational age baby (SGA); need for the neonatal intensive care unit (NICU); doubling of serum creatinine or increase in CKD stage. Data were analysed according to kidney diseases, renal function (staging according to CKD-EPI), hypertension, maternal age, partity, ethnicity. RESULTS: Materno-foetal outcomes are less favourable in CKD and KT as compared with the low-risk population. CKD stage and hypertension are important determinants of results. KT patients with e-GFR >90 have worse outcomes compared with CKD stage 1 patients; the differences level off when only CKD patients affected by glomerulonephritis or systemic diseases ('progressive CKD') are compared with KT. In the multivariate analysis, risk for preterm and early-preterm delivery was linked to CKD stage (2-5 versus 1: RR 3.42 and 3.78) and hypertension (RR 3.68 and 3.16) while no difference was associated with being a KT or a CKD patient. CONCLUSIONS: The materno-foetal outcomes in patients with kidney transplantation are comparable with those of nontransplanted CKD patients with similar levels of kidney function impairment and progressive and/or immunologic kidney diseas

    Effetti dell'assunzione materna di cioccolata sulla frequenza cardiaca fetale

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    OBIETTIVO L’obiettivo di questo lavoro è stato quello di evidenziare un’eventuale risposta cardiaca fetale differente a seguito dell’assunzione del cioccolato e del caffè (I studio sperimentale) in gravide a termine di gestazione. Tale lavoro è stato così sviluppato nel corso del dottorato di ricerca in medicina, prevenzione e perinatologia e successivamente pubblicato divenendo così lavoro preliminare ai due successivi studi sperimentali entrambi con il fine di valutare eventuali variazioni della attività cardiaca fetale in relazione all’assunzione da parte della madre di cioccolato a diverse concentrazioni (II studio preliminare), e verificare se esiste una diversa reattività tra il feto maschio ed il feto femmina a seguito dell’assunzione da parte della madre di cioccolato (III studio sperimentale). MATERIALE E METODI Sono state incluse nel nostro studio preliminare cinquanta donne in gravidanza fisiologica, di pari età e parità, sottoposte a registrazioni della frequenza cardiaca fetale computerizzata prima e dopo il consumo di caffeina e poi, dopo una settimana, prima e dopo l'assunzione di cacao 70% cioccolato. Nel secondo studio sperimentale sono state incluse 100 donne in gravidanza fisiologica, di pari età e parità, sottoposte anch’esse a registrazione della frequenza cardiaca fetale (FHR) prima e dopo il consumo di cioccolato 30gr di cacao 30% e prima e dopo il consumo di 30gr 80% cacao cioccolato. Dopo una settimana quelli che avevano ricevuto il 30% sono stati spostati al 80% e viceversa per avere un crossover. Nel nostro studio finale sono state incluse 100 donne in gravidanza, divise in due gruppi, 46 in attesa di un feto di sesso maschile e 54 in attesa di un feto di sesso femminile entrambi sottoposti a monitoraggio computerizzato frequenza cardiaca fetale (FHR), prima e dopo il consumo di cioccolato 30gr di cacao 80%. I patterns cardiotocografici considerati sono stati espressi come media e SD. Le differenze sono state testate per la significatività statistica con il paired t-test, con significatività con p <0,05. Poi, è stata valutata la variazione percentuale prima e dopo l'assunzione di cioccolato per i patterns risultati statisticamente significativi quali le accelerazioni e la variabilità a breve termine della frequenza cardiaca fetale. RISULTATI Nel primo studio, il numero di picchi contrazione uterina, il numero di accelerazioni piccole e grandi, la durata degli episodi di alta variabilità e la variazione a breve termine della FHR sono risultati significativamente più alti (p <0,001) dopo l’assunzione materna di caffè. Il numero di accelerazioni grandi, la durata degli episodi di alta variazione e la variazione a breve termine della FHR sono significativamente più alti (p <0,001) dopo il consumo materno di cioccolato. Nel secondo studio il numero di movimenti fetali, di accelerazioni, la durata degli episodi di alta variabilità e la variazione a breve termine della FHR sono significativamente più alti (p <0,0001) dopo l'assunzione di cacao 80%. Dopo l’assunzione di cacao al 30% solo il numero di accelerazioni è significativamente aumentato. La variazione percentuale del numero di accelerazioni e la variazione a breve termine della FHR era significativamente più elevata dopo l'assunzione di cacao 80%. Nello studio finale il numero di movimenti fetali, di accelerazioni, la durata degli episodi di variazione elevato e la variazione a breve termine della frequenza cardiaca fetale erano significativamente più alti (p <0.0001) dopo l'assunzione di cacao 80% in entrambi i gruppi di gravide con feto di sesso maschile e femminile. La variazione percentuale dei movimenti fetali, del numero di accelerazioni e la variazione a breve termine della frequenza cardiaca fetale è stata significativamente maggiore dopo assunzione di cioccolato all’80% nel gruppo di gravidanza in attesa di un feto di sesso femminile. CONCLUSIONI Il nostro studio dimostra come l’assunzione materna di cioccolata si rifletta sulla reattività fetale e la cardiotocografia computerizzata sia di supporto per identificarla attraverso variazioni dei patterns cardiotocografici stessi, confermando le note proprietà farmacologiche del cacao attribuibili a principi attivi in esso contenuti come le metilxantine (teobromina e caffeina) e i polifenoli (catechine ed epicatechine).Objective The aim of our study was to analyze the effects of caffeine and chocolate (70% cocoa) on fetal heart rate (FHR), to analyze the effects of maternal intake of chocolate at different concentrations (30% and 80% of cocoa) on fetal heart rate (FHR) and at the end to assess the effects of maternal intake of chocolate on FHR of male fetus and female fetus. Study design Fifty pregnant women with uncomplicated gestation, matched for age and parity, underwent computerized FHR recording before and after the consumption of caffeine and then, after one week, before and after 70% cocoa chocolate intake. In the second study design, one hundred pregnant women with uncomplicated gestation, matched for age and parity, underwent computerized Fetal Heart Rate (FHR) recording before and after the consumption of 30gr 30% cocoa chocolate and before and after the consumption of 30gr 80% cocoa chocolate. After one week those who had received 30% were shifted to 80% and viceversa to have a crossover. In the last study one hundred pregnant women, divided into two groups, 46 pregnant expecting a male fetus and 54 pregnant expecting a female fetus and underwent computerized Fetal Heart Rate (FHR) recording before and after the consumption of 30gr 80% cocoa chocolate. Computerized cardiotocography (cCTG) parameters were expressed as mean and SD. The differences were tested for statistical significance using the paired t-test, with significance at p < 0.05. Then, it was evaluated the percent change before and after chocolate intake in the group more significant of accelerations and short-term FHR variation. Results In the first study, the number of uterine contraction peaks, the number of small and large accelerations (10 and 15 beats per minute for 15 seconds), the duration of episodes of high variation and the short-term FHR variation were significantly higher (p < 0.001) after maternal coffee intake. The number of large accelerations, the duration of episodes of high variation and the short-term FHR variation were significantly higher (p < 0.001) after maternal consumption of chocolate, whilst no effect of cocoa was found during contractions. In the second study the number of fetal movements, of accelerations, the duration of episodes of high variation and the short-term FHR variation were significantly higher (p<0.0001) after 80% cocoa intake. After 30% cocoa chocolate intake only the number of accelerations was significantly increased. The percent change of the number of accelerations and the short-term FHR variation was significantly higher after 80% cocoa chocolate maternal intake. In the last study the number of fetal movements, of accelerations, the duration of episodes of high variation and the short-term FHR variation were significantly higher (p<0.0001) after 80% cocoa intake in both groups of male and female fetus. The percent change of fetal movements , of the number of accelerations and the short-term FHR variation was significantly higher after 80% cocoa chocolate maternal intake in the group of pregnant expecting a male fetus then pregnant expecting a female fetus. Conclusions Our results suggest that maternal intake of chocolate has a stimulating action on fetal reactivity more in female then in male fetus. This finding is likely due to the pharmacological action of theobromine, a methilxanthine present in cocoa chocolate at different concentrations. Keywords FHR monitoring, nutrition in pregnancy, chocolate in pregnancy, theobromine

    Effetti dell'assunzione materna di cioccolata sulla frequenza cardiaca fetale

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    OBIETTIVO L’obiettivo di questo lavoro è stato quello di evidenziare un’eventuale risposta cardiaca fetale differente a seguito dell’assunzione del cioccolato e del caffè (I studio sperimentale) in gravide a termine di gestazione. Tale lavoro è stato così sviluppato nel corso del dottorato di ricerca in medicina, prevenzione e perinatologia e successivamente pubblicato divenendo così lavoro preliminare ai due successivi studi sperimentali entrambi con il fine di valutare eventuali variazioni della attività cardiaca fetale in relazione all’assunzione da parte della madre di cioccolato a diverse concentrazioni (II studio preliminare), e verificare se esiste una diversa reattività tra il feto maschio ed il feto femmina a seguito dell’assunzione da parte della madre di cioccolato (III studio sperimentale). MATERIALE E METODI Sono state incluse nel nostro studio preliminare cinquanta donne in gravidanza fisiologica, di pari età e parità, sottoposte a registrazioni della frequenza cardiaca fetale computerizzata prima e dopo il consumo di caffeina e poi, dopo una settimana, prima e dopo l'assunzione di cacao 70% cioccolato. Nel secondo studio sperimentale sono state incluse 100 donne in gravidanza fisiologica, di pari età e parità, sottoposte anch’esse a registrazione della frequenza cardiaca fetale (FHR) prima e dopo il consumo di cioccolato 30gr di cacao 30% e prima e dopo il consumo di 30gr 80% cacao cioccolato. Dopo una settimana quelli che avevano ricevuto il 30% sono stati spostati al 80% e viceversa per avere un crossover. Nel nostro studio finale sono state incluse 100 donne in gravidanza, divise in due gruppi, 46 in attesa di un feto di sesso maschile e 54 in attesa di un feto di sesso femminile entrambi sottoposti a monitoraggio computerizzato frequenza cardiaca fetale (FHR), prima e dopo il consumo di cioccolato 30gr di cacao 80%. I patterns cardiotocografici considerati sono stati espressi come media e SD. Le differenze sono state testate per la significatività statistica con il paired t-test, con significatività con p <0,05. Poi, è stata valutata la variazione percentuale prima e dopo l'assunzione di cioccolato per i patterns risultati statisticamente significativi quali le accelerazioni e la variabilità a breve termine della frequenza cardiaca fetale. RISULTATI Nel primo studio, il numero di picchi contrazione uterina, il numero di accelerazioni piccole e grandi, la durata degli episodi di alta variabilità e la variazione a breve termine della FHR sono risultati significativamente più alti (p <0,001) dopo l’assunzione materna di caffè. Il numero di accelerazioni grandi, la durata degli episodi di alta variazione e la variazione a breve termine della FHR sono significativamente più alti (p <0,001) dopo il consumo materno di cioccolato. Nel secondo studio il numero di movimenti fetali, di accelerazioni, la durata degli episodi di alta variabilità e la variazione a breve termine della FHR sono significativamente più alti (p <0,0001) dopo l'assunzione di cacao 80%. Dopo l’assunzione di cacao al 30% solo il numero di accelerazioni è significativamente aumentato. La variazione percentuale del numero di accelerazioni e la variazione a breve termine della FHR era significativamente più elevata dopo l'assunzione di cacao 80%. Nello studio finale il numero di movimenti fetali, di accelerazioni, la durata degli episodi di variazione elevato e la variazione a breve termine della frequenza cardiaca fetale erano significativamente più alti (p <0.0001) dopo l'assunzione di cacao 80% in entrambi i gruppi di gravide con feto di sesso maschile e femminile. La variazione percentuale dei movimenti fetali, del numero di accelerazioni e la variazione a breve termine della frequenza cardiaca fetale è stata significativamente maggiore dopo assunzione di cioccolato all’80% nel gruppo di gravidanza in attesa di un feto di sesso femminile. CONCLUSIONI Il nostro studio dimostra come l’assunzione materna di cioccolata si rifletta sulla reattività fetale e la cardiotocografia computerizzata sia di supporto per identificarla attraverso variazioni dei patterns cardiotocografici stessi, confermando le note proprietà farmacologiche del cacao attribuibili a principi attivi in esso contenuti come le metilxantine (teobromina e caffeina) e i polifenoli (catechine ed epicatechine)

    EXPLOITING 3D ULTRASOUND FOR FETAL DIAGNOSTIC PURPOSE THROUGH FACIAL LANDMARKING

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    In the last decade, three-dimensional landmarking has gained attention for different applications, such as face recognition for both identification of suspects and authentication, facial expression recognition, corrective and aesthetic surgery, syndrome study and diagnosis. This work focuses on the last one by proposing a geometrically-based landmark extraction algorithm aimed at diagnosing syndromes on babies before their birth. Pivotal role in this activity is the support provided by physicians and 3D ultrasound tools for working on real faces. In particular, the landmarking algorithm here proposed only relies on descriptors coming from Differential Geometry (Gaussian, mean, and principal curvatures, derivatives, coefficients of first and second fundamental forms, Shape and Curvedness indexes) and is tested on nine facial point clouds referred to nine babies taken by a three-dimensional ultrasound tool at different weeks' gestation. The results obtained, validated with the support of four practitioners, show that the localization is quite accurate. All errors lie in the range between 0 and 3.5 mm and the mean distance for each shell is in the range between 0.6 and 1.6 mm. The landmarks showing the highest errors are the ones belonging to the mouth region. Instead, the most precise landmark is the pronasal, on the nose tip, with a mean distance of 0.55 mm. Relying on current literature, this study is something missing in the state-of-the-art of the field, as present facial studies on 3D ultrasound do not work on automatic landmarking yet

    How to read fetal heart rate tracings in labor: a comparison between ACOG and NICE guidelines.

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    The aim of this study was to assess reproducibility and clinical relevance of current guidelines on fetal heart rate interpretation in labor. Two obstetricians with comparable experience analyzed one hundred fetal heart rate tracings. One doctor made a first analysis using American College of Obstetricians and Gynecologists (ACOG) 2009 guideline's criteria; the other used National Institute for Health and Clinical Excellence (NICE) 2007 guideline's criteria; subsequently they repeated the evaluation crossing the guidelines used. The primary outcome of this experiment was to determine the time spent to evaluate the tracings, secondary outcomes were: the intraobserver concordance (concordance of the evaluation with the two systems for each investigator), the interobserver concordance (concordance between the interpretation given by each investigator) and. the concordance between operators' grading and actual outcome of labor. The interpretation of fetal heart rate tracings was longer using ACOG criteria. The intraobserver agreement was significant. The interobserver agreement was better using NICE guidelines. The same trend showed for the concordance between investigators' grading and actual outcomes There was more discordance in worse outcomes. Both guidelines are interesting and useful, but NICE seems easier to handle than ACOG

    Analysis of deceleration area of fetal heart rate during the second stage of labor and its relation to acidaemia at delivery.

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    Objective To determine the value of deceleration area of fetal heart rate as indicator of low arterial pH and a significative fetal distress during the second stage of labor. Study design A retrospective analysis of deceleration area of fetal heart rate recordings in 171 women with a physiologic pregnancy, was performed for the last hour preceding delivery. All the pregnancies progressed to term and did not require induction of labor. The deceleration area was calculated, after digital analysis, with Autocad System 2004 with FHR from 140 to 120 bpm. The accordance analysis and the quantification of threshold value of the deceleration area, indicative of fetal acidaemia, were calculated by unvaried (linear regression) analysis with statistical significance set at p < 0.05. Results Stepwise and multiple regression analysis showed a statistical significant association between umbilical artery pH, Hct, PO2, PCO2 and SO2 at birth used as the dependent variable and the deceleration area, calculated at 140 bpm, at 130 bpm and 120 bpm, in the last 60 and 30 minutes of labor, used as the indipendent variable. Stepwise regression showed that the number of deceleration had an indipendent statistically significant association with umbilical artery pH and Hct. The quantification study of threshold value of deceleration area, indicative of fetal acidaemia, evidenced that during an antenatal fetal heart rate, recorded for 60 and 30 minutes before delivery, total deceleration area was ”d84.41 cm2 and ”d60.12 cm2 for FHRb at 140 bpm, ”d73.93 cm2 and ”d44.36 cm2 for FHRb at 130 bpm and ”d35.50 cm2 and ”d32.22 cm2 for FHRb at 120 bpm (p < 0.001). Conclusion We propose a new and very simple methodological approach to support classical cardiotocography which will be able not only to calculate the cut-off of fetal wellbeing at each FHRb, but also let us know about the fetus capacity to compensate any hypoxical insult

    Reference interval for fetal biometry in Italian population

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    OBJECTIVES: To validate new references charts and equations for fetal biometry in an Italian unselected population. METHODS: A cross-sectional study involving 4896 women with singleton viable pregnancies, at Artemisia Fetal Maternal Medical Centre between May 2009 and December 2009. Each woman was scanned only once, between 14+0 and 40+0 weeks of gestation. The fetal standard biometric measurements were recorded. For each parameter, regression models were fitted to estimate the percentile at each gestational age. In order to be compared to other reference equations, the fetal biometric measurements at each gestational age were expressed as Z-scores. RESULTS: New fetal charts and references equations for Italian population were developed according to the recommend multistep statistical procedure. CONCLUSION: To our knowledge this is the first Italian study with the largest sample size ever reported in the literature. In addiction, our newer charts of reference centiles for fetal biometric measurements are useful in the obstetrical clinical practice for the Italian population

    Analysis of fetal biometric measurements in the last 30 years

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    Objectives. To compare fetal biometric measurements with standard growth charts for ultrasound parameters existing from the last 30 years. Study design. A preliminary prospective study. Setting. Artemisia Mean Centre of Perinatal Diagnosis, Rome, Italy. Material and method. A cross sectional study involving 1000 pregnant women with uncomplicated singleton pregnancy between 14th and 41th weeks of gestation from 1 January to 30 June 2008. All recruited pregnant women enrolled had an abdominal ultrasonography for fetal biometry. For each measurement, regression models were fitted to estimate the mean and SD. The results were compared with existing references from the last 30 years using Student’s T distribution. Moreover, neonatal weights were obtained from 1977 to 2008 by ISTAT. Results. One thousand normal fetuses from pregnant women, between 22th and 23th weeks, between 32th and 33th weeks and at 38th week, were thoroughly measured. There were significant differences from the comparison with our data for each gestational age: femur length and homer length, abdominal circumference, head circumference and occipito-frontal diameter were longer than all parameters of existing references from the last 30 years. The analysis of neonatal weights on ISTAT data from 1977 to 2007 demonstrated a significant increment through the years. Conclusion. Fetus is grown up across the years. It is necessary to modify the standard growth charts for ultrasound parameters existing from the last 30 years with actually fetal biometric measurements. It is helpful for a correct clinical approach and for an appropriate management mother-fetus
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