472 research outputs found

    VALORIZZAZIONE, INNOVAZIONE, FORMAZIONE: IL PAESAGGIO AGRARIO

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    il volume raccoglie l'esperienza tra il modno della ricerca scietnifica e della formazione imprednitoriale con il settore produttivo primario e dell'industria ad esso collegato in Campania nel comparto zootecnico bufalino. Lo studio costituisce, inoltre, un primo bilancio delle attività pianificate sulla base dell'apporto scientifico delle discipline che vanno dalla Scienza del suolo, alle Scienze zootecniche, della Progettazione architettonica e Costruzioni rurali al Disegno industriale fino ai temi della Valorizzazione paesaggistica del territorio agricolo in piana casertana

    Piccoli borghi d'Italia. Valorizzazione della Balzana a Santa Maria La Fossa in Terra di Lavoro.

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    10 aprile 2019. Una giornata densa di significati. 2007/2008 erano gli anni della prima grande emergenza dei rifiuti a Napoli e in Campania. Si doveva fare presto. Molte le cittadine rurali con suoli fertili e pianeggianti che furono investite dai siti di stoccaggio e videro i loro territori sacrificati in nome di una solidarietà a senso unico. Centri storici minori, piccoli borghi rurali, testimonianze millenarie di una civiltà stratificata e dalla straordinaria capacità produttiva di prodotti di eccellenza unici al Mondo furono travolti da un’inaspettata paralisi del ciclo di gestione dei rifiuti urbani della grande metropoli. L’Agro Caleno, circa 700 kmq attraversati dalle reti ecologiche fluviali, dai canali di secoli di sistemazioni idrauliche dei Suoli per costruire nel tempo la più grande riserva agricola e zootecnica per la produzione del migliore cibo. La grande Campania Felix attraversata dalle Viae Consulares di età imperiale quando da Roma i traffici per il sud e per il Mediterraneo passavano per queste stesse terre dove ancora oggi imponenti vestigia non sono meta costante di flussi turistici diretti solo ed esclusivamente alle solite seppur importanti città archeologiche. L’Agro Caleno che vide anche l’imponente piano di sistemazioni urbanistiche di epoca fascista con l’Opera Nazionale Combattenti con l’infrastrutturazione delle campagne fino all’Agro Pontino nel Lazio. Strade, reti, canali per i suoli irrigui e infrastrutture primarie per insediare popolazioni che dovevano combattere la Fame; il Piano dei Mille Poderi. Ancora una volta Lazio e Campania Felix come in età imperiale di Roma erano unite in una straordinaria missione quella della produzione del cibo, generare ricchezza dalla Madre Terra per la straordinaria sapienza e operosità umana

    Post COVID 19 e architettura e urbanistica della nuova dimensione

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    La popolazione deve essere omogeneamente distribuita sul territorio, attraverso azioni finalizzate al decentramento in alternativa alla densificazione urbana, in aree comunque già dotate di infrastrutture, o dove i nuovi collegamenti possano essere realizzati senza nuovo consumo di suolo ma con il recupero di aree già consumate (tenendo conto che circa l’80% del consumo di suolo dipende dalle infrastrutture). Al distanziamento sociale deve corrispondere il distanziamento urbanistico. Si auspicano, infine, azioni tese a dare priorità alla riqualificazione e rigenerazione delle INFRASTRUTTURE, includendo in esse anche le infrastrutture sociali, intese quelle afferenti al welfare in generale, e con particolare riferimento al sistema sanitario e scolastico. In estrema sintesi, la cosiddetta FASE 2 di ripartenza del Paese, non può prescindere dal rispetto dei tre capisaldi citati in apertura, assegnando priorità assoluta a tutte quelle attività proiettate nella direzione auspicata o che mettano in campo provvedimenti di adeguamento ad essa. Dal punto di vista della scala politica comunitaria forse accelerando il processo di unificazione delle nazioni europee nello Stato d’Europa ci consentirebbe di uniformare anche il corpo delle Leggi e delle Norme secondo il principio della unitarietà di governo. Il Governo dei Territori dovrà necessariamente andare verso una semplificazione che non deve essere intesa come rinuncia alla complessità e dovrà essere fondato su tre pilastri: 1) le Ragioni della Natura, come insieme delle caratteristiche intrinseche della natura dei luoghi e migliore destinazione; 2) le Ragioni della Storia, come insieme delle tracce delle stratificazioni delle azioni umane sul territorio e delle sue trasformazioni; 3) le Ragioni della Comunità, come insieme delle esigenze e dei fabbisogni delle popolazioni insediate di abitare, lavorare, muoversi e ricrearsi. Pochi strumenti chiari negli obiettivi da perseguire e nelle metodologie da attuare

    La ricerca urbanistica per i territori e la qualità della vita.

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    Gli strumenti urbanistici vigenti sul territorio ercolanese1) Indirizzi Urbanistici per la Città di Ercolano, Marzo 2007La città di Ercolano: idee e progetti per la difesa della natura, la salvaguardia integrale del patrimonio storico, il sistema integrato dei trasporti e lo sviluppo sostenibile.Le linee programmatiche e di indirizzo per la difesa della natura e lo sviluppo sostenibile del territorio di Ercolano integrano e rafforzano i criteri e le scelte operate dal Piano Territoriale Regionale, dal Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale di Napoli, dal Piano Strategico Operativo per la zona rossa, dal Piano del Parco Nazionale del Vesuvio e dal Piano Territoriale Paesistico.Sono ribadite nel documento le tesi già maturate ed esposte nella discussione dei predetti strumenti urbanistici ed in particolare nella definizione della rete ecologica regionale con il , della rete delle infrastrutture con il Ring di natura di Ercolano, Il sistema integrato dei trasporti e degli scambiatori intermodali di traffico ferro – gomma, e della riqualificazione urbana con i Piani di recupero della città stratificata, il Frammento urbano e produttivo commerciale, I frammento urbano produttivo artigianale e industriale, il Frammento di architettura e natura delle cave, la Città del sapere e del turismo costiera.Ercolano è la prima città del Parco Nazionale del Vesuvio che si incontra provenendo da Napoli con il territorio che si estende dal mare fino alla sommità del cratere vulcanico. Anche in origine Heràcleion, poi Herculaneum, era la prima città “posta a 4 miglia ad oriente di , lungo le basse pendici del Vesuvio che in quel luogo formava un promontorio eminente sulla linea del litorale, delimitato, ai due lati, dal letto incassato di due corsi d'acqua di carattere torrentizio;ed era attraversata dalla grande via litoranea lungo il golfo”.La stratificazione storica, documentata attraverso cartografie, iconografie e fonti bibliografiche, consolida le ragioni dello sviluppo insediativo e socioeconomico della fascia costiera vesuviana ed esalta lo straordinario valore paesaggistico ed ambientale del vulcano quale scenario principale del golfo di Napoli.Il primo obiettivo da perseguire, infatti, è “la salvaguardia e la valorizzazione dell'immagine e dell'identità del complesso vesuviano nel suo contesto paesistico ed ambientale, col massimo rispetto delle dinamiche evolutive connesse al vulcanismo”.Ne scaturisce che poiché non esiste migliore e corretta accessibilità, nel rispetto dei valori ambientali, paesaggistici e storico - monumentali, di quella che consenta di avvicinarsi ed ascendere al vulcano provenendo da Napoli attraversoil mare e la lambendo la città archeologica.L'accessibilità via mare ad Ercolano è prevista con il progetto del , il nuovo approdo turistico, e con il potenziamento della la stazione del metrò del mare. L'accessibilità attraverso l'antica via litoranea, la via , poi , è migliorata con il progetto di riqualificazione di tutta l'arteria di Corso Resina, dalla Reggia di Portici a Torre del Greco.I due sistemi di accessibilità di interesse paesaggistico - ambientale e storico-monumentale sono compresi all'interno della strategia del Sistema integrato dei trasporti e degli scambiatori intermodali di traffico della città di Ercolano.2) La riqualificazione del WaterfrontPer quanto riguarda il sistema di trasporto su ferro è utile sottolineare che la rete ferroviaria costiera con il progetto di ammodernamento impiantistico e tecnologico sarà trasformata in metrò regionale e lungo il tracciato della costa di Ercolano è possibile prevedere 4 stazioni rispettivamente al Polo Universitario, al Retinae Portus, all'Approdo della Real Villa Favorita ed agli Scogli della Scala.3) Riqualificazione delle caveLo studio della forma del progetto parte da un'attenta analisi storica e urbana dell'interno territorio comunale. Tale analisi è basata su un accurato studio dei tracciati insediativi che la compongono e sull'approfondimento dei collegamenti e degli accessi dell'area progetto con il territorio e dell'area progetto stessa. Si è partiti quindi dallo studio cartografico della struttura insediativi dal 1875 fino a quello attuale, ponendo maggior attenzione ai collegamenti da mare (dove si è concentrato il sistema delle reti infrastrutturali di connessione con gli altri comuni vesuviani) e verso il Vesuvio (dove si manifesta maggiormente la problematica dell'accessibilità). Da ciò è dedotto che le uniche due connessioni con l'area di progetto sono rappresentate da via Benedetto Cozzolino e via San Vito che rappresentano diramazioni contemporanee di antichi tracciati di alvei dei versanti alti; inoltre i collegamenti situati all'interno dell'area di progetto con le cave (via Viola,Via Cegnacolo,via dello Spacco, via Patacca, via Barcaiola e via Case Vecchie) rappresentano tracciati già esistenti del 1875. È importante sottolineare, l'utilizzo del suolo dell'area progetto, in quanto, oltre l'area residenziale presente vi è potuto un'elevata presenza di serre e magazzini che si sviluppa per l'intera. Ciò ha rappresentato un elemento importante per la salvaguardia di tali zone.a) Il risanamento ambientale prevede 3 linee d'intervento sulle cave (risultate dallo studio naturalistico storico e normativo fatto in precedenza). Il primo è rivolto al restauro ambientale ed al ripristino della morfologia ed dell'idrografia originaria per le cave risultate di minor interesse naturalistico. Il secondo è rivolto alla valorizzazione dell'habitat naturale, alla conservazione della flora e della fauna ed il restauro ambientale e paesaggistico per le cave risultate di maggior interesse naturalistico. Infine abbiamo il progetto del corridoio ecologico essendo il giardino del ritrovo interamente occupato dalla cava in località Cupa Viola.b) Le opere di urbanizzazione primaria (il sistema delle reti infrastrutturali). Esso comprende il sistema di viabilità e parcheggi, di primaria importanza nel progetto in quanto l'accessibilità è una delle maggiori problematiche dell'area. Si è così previsto una rete stradale costituita da un lato da un' adeguamento di quella esistente con pochissime modifiche comprendenti allargamenti della rete viaria e dall'altro nuovi percorsi su gomma lì dove è andato perso il tracciato storicamente esistente. In più sono state previste aree di parcheggi nei punti collettivi attrezzati e spazi di sosta atte a facilitare il servizio navette presente nel suddetto circuito.c) Le attrezzature collettive si distinguono: per attività ricreative e sportive situate nei pressi del polo di ricerca necessarie per creare delle attività integrate con le attività culturali di un teatro-auditorium; per attività turistico ricettive situate nei pressi dell'ex stazione Cook dove partirà il nuovo percorso della funicolare e quindi in quanto attrattiva turistica deve essere valorizzato nei pressi dell'area al di sopra della località Novella Scappa decentrata rispetto al progetto ma inserita in quanto è costituita da attrezzature sportive all'aperto già esistenti; per attività ricreative culturali rappresentate quindi dai due poli del museo e della ricerca.4) Il Piano di Recupero per la Città Stratificata di ErcolanoLe ragioni della perimetrazione della città stratificata di Ercolano e le conseguenti scelte progettuali s'inseriscono all'interno del documento contenente le linee programmatiche e gli indirizzi per il nuovo piano urbanistico comunale che prevede per tale area un piano particolareggiato esecutivo che contempli l'ampliamento della fruizione del sito archeologico e la sua integrazione con il contesto urbano stratificato della città storica.Il perimetro dell'area d'intervento del P.U.E. per la città stratificata di Ercolano include tre gruppi di insulae: quelle prossime alla Basilica di Santa Maria a Pugliano – comprese tra l'omonima piazza e Corso Resina –, quelle che si estendono lungo il suddetto corso, tra il confine comunale che separa la città di Ercolano da Portici e da Torre del Greco, e, infine, quelle facenti parte dell'edificato che si estende fino alla linea di costa. L'area perimetrata è stata suddivisa in sette ambiti. I primi quattro si trovano a monte di Corso Resina e sono costituiti dall'abitato medievale sviluppatosi fino ai giorni nostri lungo gli alvei idrici primario e secondario, divenuti poi rispettivamente via Canalone che prosegue con via Pugliano e via Trentola. Gli altri tre sono invece inseriti nella fascia di territorio compresa tra Corso Resina e la linea di costa di cui fa parte l'area della città archeologica delimitata dai due alvei idrici, la zona che si estende tra l'area archeologica e la Reggia di Portici e la porzione di territorio compreso tra l'antico insediamento romano e villa Favorita, residenza reale di Ercolano.L'abitato a monte dell'antica Strada Regia delle Calabrie è la parte più densamente popolata, essendosi sviluppata tra i due capisaldi della Basilica di Santa Maria a Pugliano e la chiesa di Santa Caterina, intorno ai quali si sono consolidate le attività artigianali e mercantili medievali, sopravvissute fino ad oggi. La presenza del tracciato della Circumvesuviana e della ferrovia Vesuviana con le rispettive stazioni entrambe situate in Piazza Pugliano, così come – dopo la Seconda Guerra Mondiale – dello svincolo autostradale, hanno favorito fino a metà degli anni '50 l'elevata concentrazione di popolazione in quest'area. Viceversa, la fascia di territorio compresa tra Corso Resina ed il mare ha subíto, nel tempo, un progressivo processo di periferizzazione. A determinare il destino di tale area hanno concorso la perdita dell'antico Retinae Portus (che in epoca romana aveva reso Ercolano la più importante città a sud di Napoli, dando origine ad un florido sviluppo economico, e le scelte urbanistiche inerenti alla destinazione d'uso del territorio.Tali opzioni non hanno tenuto conto dell'originale e pregevole tessuto agricolo, consentendo l'introduzione di grandi comparti manifatturieri e industriali, e la creazione di serre di scarsa qualità, con il risultato di sacrificare il considerevole potenziale produttivo generando inoltre un danno paesaggistico assai rilevante. Non si deve, infine, dimenticare l'innesto lungo la linea di costa del tracciato ferroviario, passivamente subíto dal territorio, e causa dell'interruzione della naturale continuità verso il mare che rappresentava uno tra i maggiori pregi di questo luogo. Tale scelta, inoltre, non ha innescato alcun processo di integrazione considerata l'assenza di stazioni che collegano Ercolano al resto del territorio, come è diversamente avvenuto per la zona a monte di Corso Resina che dai primi anni del 1900 fino alla seconda Guerra Mondiale ospitava le stazioni della Circumvesuviana e della Vesuviana, che collegava Piazza Pugliano alla stazione inferiore della Funicolare che conduceva al Vesuvio

    Masterplan delle quattro economie. Pianificazione dello sviluppo territoriale e tutela dell'ambiente nel comprensorio agro caleno-basso Volturno-sud Garigliano

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    DOCUMENTO OPERATIVO STRATEGICO delle linee programmatiche e indirizzi strategici per il Piano di Sviluppo Territoriale dei Comuni dell???Agro Caleno e Litorale Domitio. Aprile 2008. Comuni di: Bellona, Calvi Risorta, Camigliano, Cancello Arnone, Carinola, Castelvolturno, Cellole, Falciano del Massico, Francolise, Giano Vetusto, Grazzanise, Mondragone, Pastorano, Pignataro Maggiore, Santa Maria la Fossa, Sessa Aurunca, Sparanise, Vitalizio. Compresi nella Macroarea ???B??? (aree ad agricoltura intensiva e con filiere produttive integrate) del Programma di Sviluppo Rurale della Regione Campania (PSR) 2007-2012, Deliberazione n. 1 del 11 gennaio 2008 della Giunta Regionale, e corrispondenti ai Sistemi Territoriali di Sviluppo (STS) C6: pianura interna casertana, Sistema a dominante rurale-manifatturiera ed F1: litorale domitio, Sistema costiero a dominante paesistico ambientale culturale del Piano Territoriale Regionale (PTR), Legge Regionale n. 16 del 22 dicembre 2004, adottata con Deliberazione n. 1956 della Giunta Regionale in data 30 novembre 2006. I 18 Comuni dell???Agro Caleno, basso Volturno e sud-Garigliano, da Capua a Castelvolturno, ricadenti nell???Area B del ???Programma di sviluppo rurale 2007-2013 della Regione Campania???, area individuata come ???macroarea ad agricoltura intensiva con filiere produttive integrate???, propongono di procedere, di intesa, alla redazione di un Piano di sviluppo territoriale secondo le indicazioni della Legge della Regione Campania n. 16/2004 ???Norme sul governo del Territorio???, in forma associata, a norma del Capo I, Disposizioni Generali, Art. 7, comma 2, che recita???i Comuni possono procedere in forma associata???. Il territorio è esteso 732,64 Kmq, con una popolazione residente di 147.523 abitanti ed una densità territoriale di 201,35 abitanti per kmq. Il territorio ha una sostenibilità all???impatto antropico di circa ulteriori 70.000 abitanti in relazione alla densità territoriale storica dell???area a partire dall???unità d???Italia ad oggi ad eccezione dei comuni di Bellona, Calvi Risorta, Castelvolturno e Sparanise che presentano densità territoriali superiori alla media del territorio con 1.000 ??? 2.000 abitanti in più della popolazione sostenibile ed il comune di Mondragone con 10.000 abitanti in più

    L'architettura vista dalle donne, case e collaborazione famigliare.

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    Il linguaggio dell’abitare nella relazione tra generi e generazioni. L’approccio dell’urbanista o del progettista al tema della casa segna la distanza forse incolmabile dal mondo di una donna antropologa e filosofa che indaga sui luoghi dell’abitare come spazi interiori di una continua ricerca di sé. Dai bambini, attraverso le generazioni, lo spazio, il tempo e il luogo dell’abitare raccolgono le memorie delle vite, delle relazioni, dei sentimento e del sentirsi nel mondo. La casa è comunque la vera radice dell’uomo sulla terra. Rifugio ed espansione di se non può esistere essere umano privato del suo spazio oltre da se come del suo spazio interiore ed emotivo che nella casa/rifugio/abito si riconosce e si ritrova. Dalla leggerezza delle capanne del nomadismo preistorico, attraverso le architetture-monumento che sfidano i secoli con la pesantezza della loro permanenza, fino alle nuove macchine d’abitare mutevoli e nuovamente nomadi il tema della casa e delle sue infinite declinazioni accompagna la storia umana sul Pianeta. La sfida del futuro e della colonizzazione dello Spazio extra terrestre delle colonie interplanetarie, apre ancora nuovi modi del vivere e dell’abitare e nuovi mondi dell’esistenza. Ma cosa spaventa di una metropolizzazione del mondo? Di una condizione di vita che erode la dignità umana di tanti esseri costretti a vivere nella povertà, nella miseria senza una casa, senza mezzi per sostenersi, senza il lavoro, senza sfuggire a malversazioni, violenze, sfruttamento. Casa, istruzione e lavoro sono questi i tre pilastri dei diritti degli uomini e delle donne. Ma se la casa è prima un luogo emotivo, uno spazio di memoria di sentimenti e poi un diritto fondamentale di ogni essere umano. Gli Stati perché non partono nella loro organizzazione proprio dalla costruzione delle case dei propri cittadini? O meglio perché non s attuano politiche in grado di consentire ad ogni cittadino di costruirsi la propria casa? La costruzione della propria casa è un istinto ben preciso di ogni essere umano più o meno consapevole. Educare un figlio alla costruzione del proprio spazio e della propria casa è un compito prioritario della famiglia perché asseconda ed orienta la capacità dei bambini e delle bambine, attraverso il gioco, di costruire capanne, perimetri, confini, tende, con materiali ed oggetti di uso comune. Giocare nei giardini o nei parchi con caratteristiche di spazi naturali aiuta e stimola la creatività dei bambini e delle bambine a costruire spazi e luoghi che rimandano al significato della casa ce che, inoltre, aiuta e stimola a lasciare affiorare l’istinto di costruire il proprio rifugio. Salire sugli alberi, legare i rami per costruire un tetto, fissare dei tronchi tra i rami più robusti per definire un pavimento sono tutte azioni di relazioni tra natura ed architettura attraverso istinto, intuito ed intelligenza umana. Intelligenza razionale ed intelligenza emotiva per fare e per essere al mondo

    Urbanistica e progettazione delle città della cura

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    La crisi economica, del modello superato di organizzazione dei paesi, è ancora in atto e fa registrare un arresto, anzi un arretramento, della crescita culturale in senso femminista della società occidentale e determina le nuove forme di segregazione che si riassumono nella costrizione a dover operare la scelta tra lavoro o figli. Alle donne di oggi si chiede di sviluppare una grandissima elasticità, auto-motivazione, capacità di adattamento e la costruzione di reti per la cooperazione in antitesi al rafforzamento di una mentalità competitiva e dell’eccellenza a tutti i costi. E’ sempre utile osservare la realtà di altri paesi, soprattutto quelli scandinavi, in materia di organizzazione della città della cura rivolta proprio alla crescita della fruizione dei servizi e alla loro programmazione. Il ruolo dell’architetto è un ruolo maggiorato in quanto deve coniugare istanze sociali e istanze estetiche in cui la comunità si rispecchia. Il modello della cura è, quindi, il paradigma per la costruzione e il governo del territorio. La città della cura è lo sguardo nuovo per la valorizzazione delle relazioni umane e non solo quelle di carattere sociale. La strategia della cura risponde alle esigenze dei “corpi” differenti delle persone e ne prende in carico la loro vulnerabilità. Per le competenze dell’architetto si devono sviluppare il modello etico - pratico della cura, le analisi di contesto della sfera della vita delle donne nel mondo e la prefigurazione del destino delle donne. Sia gli uomini che le donne, in quanto esseri viventi, hanno bisogno di cura e quindi tutti devono essere competenti e dediti alla cura di sé del mondo. Non può esistere una città della cura se non si è adeguatamente plasmata una società della cura che sia condivisa unanimemente tra uomini e donne. Le donne, come i bambini e gli anziani, al contrario, non trovano nello spazio urbano la risposta adeguata ai propri bisogni. Donne, bambini ed anziano sono il corpo della società umana e non solo una piccola parte residuale. L’obiettivo è quello di affrontare il progetto urbano con un sapere differente, un nuovo modo di pensare l’architettura e il governo del territorio. Ma in che senso dobbiamo parlare di cura? Sappiamo che razionalità ed emotività coesistono entrambe nel concetto di cura. Potremmo supporre che è una tensione dell’anima e l’azione rivolta direttamente al fare. Sicuramente tale approccio implica un serrato livello qualitativo dell’agire e partire dal lavoro di cura per la casa e la famiglia che è il presupposto di qualunque ragionamento. Per modello dell’intelligenza domestica si intende la costruzione di un insieme di regole necessarie al superamento del modello urbano dominante contemporaneo che è indifferente agli aspetti connessi alla vita delle persone nelle città e nelle strade. Nelle analisi urbanistiche non si riesce a codificare certi aspetti della vita degli esseri umani nelle città ma è sicuramente chiarito il nesso tra l’esigenza di restituire la parola alla cura e alla cosiddetta “manutenzione del quotidiano”. In cosa consiste il potere trasformativo della cura? Possiamo separare la “parte più nobile” e la “parte meno nobile” del lavoro di cura e in questo modo si genera uno “scarto irriducibile” in cui la cura gioca proprio il suo potere trasformativo. Se le donne non sono capaci di formulare il pensiero e la teoria della cura non riusciranno mai ad incidere sulla politica. Il concetto di polis e di logos sicuramente escludevano la cura così come nel trascorrere dei secoli il valore della cura è sempre stato depotenziato. Riuscire ad accedere ai vertici della società per le donne significa fare della cura la vera palestra della democrazia dei popoli

    Il Borgo Rurale della Balzana di Santa Maria La Fossa.

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    La Balzana è un’azienda agricola nel territorio del Comune di Santa Maria La Fossa, attualmente in stato di abbandono. Nata in epoca fascista, viene acquisita nei primi anni del dopoguerra, dalla società Cirio che utilizzò i circa 221 ettari di terreno principalmente per la coltivazione di pomodori e barbabietole, oltre che per l’allevamento di bovini da latte. Negli anni ’60 l’azienda con annesse le abitazioni per i propri dipendenti, raggiunse l’apice della propria attività con circa 80 dipendenti fissi e 800 dipendenti stagionali. Cresciuta la popolazione, fu realizzata al suo interno una piccola scuola elementare e la chiesa. Nei primi anni ’90 con il fallimento della società Cirio, la proprietà passa nelle mani di un imprenditore nell’organico del clan camorristico dei casalesi e attualmente, dopo il complesso iter giudiziario, che si è concluso solo nel maggio del 2017, il bene confiscato fa parte della disponibilità dell’Agenzia Nazionale dei Beni Confiscati. Il complesso de “La Balzana” rientra nell’attività dell’O.N.C. (Opera Nazionale Combattenti), un ente assistenziale che, insieme ad altre importanti mansioni di tipo sociale, ebbe in gestione aree paludose e malsane da risanare e, quindi, da destinare agli ex combattenti. In seguito alle bonifiche i territori furono dotati di strade, di servizi comunitari e di unità residenziali e produttive. Il progetto di ricerca per la valorizzazione de “La Balzana si inserisce nella più ampia strategia di riqualificazione urbana e paesaggistica dell’Agro Caleno. Il primo aspetto da salvaguardare è la qualità ambientale per la protezione della produttività della filiera agro–alimentare di una delle campagne più fertili del mondo oggetto negli ultimi anni di un processo di aggressione alla propria integrità. L’obiettivo è approfondire lo studio e la conoscenza dei luoghi attraverso la comprensione delle ragioni della natura e delle trasformazioni storiche per la realizzazione di progetti che siano rivolti alla valorizzazione produttiva, ambientale e culturale di Terra di Lavoro
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