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    I contorni dell'abuso del diritto nell'acquisto di partecipazione finanziato da "vendor loan"

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    La sentenza n. 18632/2018, ove la Suprema Corte ha statuito il carattere abusivo di un\u2019operazione di riorganizzazione societaria con la quale la societ\ue0 controllante non residente cedeva una partecipazione ad una societ\ue0 controllata residente contestualmente attivando in favore della cessionaria un finanziamento, induce a riflettere sul funzionamento della norma antiabuso ed in particolare sull\u2019operativit\ue0 della clausola delle valide ragioni economiche vis \ue0 vis i presupposti costitutivi dell\u2019abuso, in specie quello della sostanza economica che, per evidenti ragioni, si presenta strettamente connesso con la prima tanto da far supporre la sovrapponibilit\ue0 tra i due concetti. La ricostruzione interpretativa che \ue8 proposta in ordine al diverso ruolo del requisito costitutivo della sostanza economica e delle valide ragioni extrafiscali - che, seppur connessi, non sembrano poter essere, quantomeno sul piano procedurale, giustapposti - prende le mosse da una rigorosa analisi della stessa formulazione della norma. Viene poi argomentato come una loro emancipazione appare diretto e necessitato riverbero del fatto che ciascuna parte (contribuente e Amministrazione finanziaria) \ue8 chiamata ad allegare in concreto le circostanze che ricadono nella propria sfera d\u2019azione secondo il criterio della vicinanza o di prossimit\ue0 della prova. Per cui a Parte Pubblica \ue8 richiesto di esercitare il sindacato antiabuso soltanto a fronte di una concatenazione di operazioni distonica rispetto al risultato economico perseguito, in assenza di ragioni economiche di facile riscontro che potrebbero aver indotto il contribuente a strutturare in quel modo l\u2019operazione. Resta in ogni caso ferma la possibilit\ue0 per quest\u2019ultimo, pi\uf9 \u201cprossimo\u201d all\u2019operazione attenzionata di render ragione della scelta operata alla luce delle specificit\ue0 del caso concreto che soltanto esso \ue8 in grado di conoscere approfonditamente e meglio valorizzare

    Riflessioni critiche sull'elemento temporale nella nozione di residenza fiscale

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    Il contributo effettua una sistematica ricognizione della funzione e rilevanza della nozione di residenza in materia tributaria. Ferma l\u2019indiscussa valenza e l\u2019immediato contributo che il requisito temporale certamente apporta nella definizione di un criterio personale che sia espressione di un legame \u201cqualificato\u201d con il territorio dello Stato e che, dunque, giustifichi il prelievo richiesto nella forma piena e totalizzante, \ue8 sottolineato come lo stesso si presenta foriero di criticit\ue0 non solo nell\u2019accennata interazione con la disciplina della sostituzione d\u2019imposta, ma altres\uec con fattispecie legate a vicende modificative dello status verificatesi nel corso del periodo d\u2019imposta (trasferimento in entrata ovvero in uscita) non essendo in tali ipotesi infrequente che i requisiti previsti nello Stato di partenza e in quello di destinazione si intreccino, facendo ritenere il contribuente fiscalmente residente in ambedue gli ordinamenti ovvero ingenerando fenomeni di (temporanea) apolidia fiscale. Tali criticit\ue0 inducono, quindi, a verificare, in modo innovativo, se il requisito temporale assurga a connotato consustanziale la nozione di residenza fiscale ovvero se quel legame \u201cdurevole\u201d o meglio \u201cintenso\u201d con l\u2019ordinamento che lo stesso \ue8 chiamato a rilevare, possa esser altrimenti espresso mediante l\u2019adozione di un diverso approccio, che declini la necessaria valutazione di \u201cintensit\ue0\u201d della partecipazione in termini di una pi\uf9 consapevole valorizzazione dell\u2019intrinseca attitudine ad elaborare un siffatto giudizio gi\ue0 assunta dai medesimi criteri di determinazione della residenza. Un ripensamento dell\u2019attuale impostazione pare esser sospinta anche dall\u2019attuale scenario economico, in cui il ricollocamento \ue8 sempre pi\uf9 frequente e ove le nuove forme di ricchezza chiamano ogni sistema fiscale a trasformarsi, al fine di rispondere con prontezza alla sempre maggiore difficolt\ue0 di accertare la complessiva situazione del soggetto non solo rispetto a rinnovati indici di capacit\ue0 contributiva ma anche in considerazione del diverso atteggiarsi del contegno degli operatori economici, che si fa sempre pi\uf9 dinamico e restio a confinazioni
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