35 research outputs found
Musical Mourning Rituals in Sicily
This article surveys various vocal and instrumental performances (chants, laments, calls, sounds of church bells and drums, band music) connected to the ritual celebration and commemoration of the dead that are still characterized in Sicily by a manifest syncretism between Christian Church rules and folk customs and beliefs. These “sounds of mourning” are examined in terms of both their musical aspects and their social and symbolic functions, with special attention given to the changing dynamics between the present day and the recent past. The focus also extends to include celebrations in which “fictitious funerals” are performed, such as those for Christ during the Easter procession and for Nannu (“Grandpa”) in Carnival ceremonies
Linee progettuali per un “Atlante Etnomusicale della Sicilia”
Il testo parte dalla revisione della nozione di "atlante" nel campo degli studi etnomusicologici e prosegue passando in rassegna quei lavori che hanno tentato in varia misura di offrire quadri unitari delle forme e dei generi della musica popolare siciliana. L'autore suggerisce quindi le linee progettuali per un possibile Atlante Etnomusicale della Sicilia, individuando alcuni esempi emblematici dell'attuale vitalitĂ dei comportamenti musicali di tradizione orale e indicando diverse fonti di approfondimento in una prospettiva diacronica
La musica dei mastri ferrai in Sicilia
L’idea del “fabbro musicante” circola ampiamente nel mondo antico: dal mito biblico del fabbro Tubal-Kain, fratellastro di Jubal, progenitore dei suonatori di cetra e di flauto, al mito greco che attribuiva a Pitagora la scoperta degli intervalli musicali mentre passava dalla bottega di un fabbro, associato alla credenza che Pitagora conoscesse i segreti della musica su rivelazione dei Dattili, i mitici fabbri ritenuti inventori della musica e fondatori di rituali mistici. Nell’iconografia intesa a rappresentare la Musica nell’Allegoria delle sette arti liberali, che si diffonde in Europa a partire dal Trecento, Tubal-Kain è raffigurato proprio mentre percuote un’incudine con due martelli. La letteratura etnologica offre dal canto suo numerose esemplificazioni del particolare valore attribuito alla “musica dell’incudine” nelle società tradizionali. La cadenza della mazza del fabbro è considerata dai Dogon del Mali come l’espressione sonora maggiormente benefica e purificatrice e presso altre società africane e asiatiche sono osservabili pratiche musicali connesse al lavoro di forgia. Per il folklore europeo un esempio emblematico si può considerare il martinete, ossia il canto ritmato dal martello percosso sull’incudine che i gitani andalusi reputano una delle tonás originarie del cante jondo. Ma la più significativa persistenza del mito che associa l’origine della musica al battere dei fabbri sull’incudine si rileva in Sicilia: dalle testimonianze raccolte, intorno all’inizio del Novecento, dal musicista-etnografo Alberto Favara a quanto è stato possibile documentare con strumentazione moderna negli ultimi trent’anni
Lionardo Vigo, un pioniere dell'etnografia siciliana
Il testo esamina la genesi della prima raccolta di canti popolari siciliani apparsa a stampa nel XIX secolo (prima edizione 1857, edizione riveduta e ampliata 1874). Le vicende biografiche dell’autore – Lionardo Vigo – si intrecciano con la storia politica e culturale della Sicilia, tra lotte risorgimentali e fase postunitaria. La sua Raccolta amplissima di canti popolari siciliani riflette il mutare delle ragioni politiche e i contrasti metodologici che nella seconda metà dell’Ottocento sorgono tra posizioni romantiche e nuovi orientamenti positivisti, destando intense reazioni tra gli studiosi contemporanei e alimentando un ampio dibattito nell’ambito della storiografia demoantropologica novecentesca. La ricostru¬zione di questo articolato itinerario critico è specialmente finalizzata a porre in evidenza il valore pionieristico della documentazione etnografica raccolta da Vigo, anche in rapporto a un dialogo con la ricerca etnomusicologica moderna.The text examines the genesis of the first collection of Sicilian folk songs, printed in the nineteenth century (first edition 1857, revised and expanded edition 1874). The biography of the Author – Leonardo Vigo – is intertwined with the politics and cultural history of Sicily, between “Risorgimento” and the early period after the Italian unification. His Raccolta amplissima di canti popolari siciliani [Wide Collection of Sicilian Folk Songs] reflects the changing of political reasons and methodological contrasts that arise between romantic positions and new positivist trend in the second half of nineteenth century, rousing intense reactions among contemporary scholars and fueling a broader debate in the field of anthropologic historiography in twentieth century. Rebuilding this articulate critical itinerary is specially designed to highlight the pioneering value of Vigo’s ethnographic work, also in relation with the modern ethnomusicology research
THE CHRISTIANS AND THE MOORS IN THE TRADITION OF SICILY: THEATRICAL, DANCE AND MUSICAL PERFORMANCES
Navodeći, analizirajući i interpretirajući dramske, plesne i glazbene
izvedbe kao što su pantomime, pripovijesti, balade i pjesme,
lutkarsko kazalište te procesije, autor pokazuje ideološki sukob
dviju velikih religija Mediterana. Na Siciliji taj sukob rezultira
negativnom percepcijom saracenskoga nasljeđa. Raznolike izvedbe
koje uprizoruju odnos Maura i kršćana na Siciliji autor svodi na
podjelu prema temi oruĹľanoga sukoba, te prema temama
preobraćenja i ženidbe. Povijesnom i antropološkom
argumentacijom tumaÄŤi i zagovara simboliÄŤku bipolarnost u kojoj se
borbeno naÄŤelo i negativna snaga sukoba u uzajamnom
funkcionalnom odnosu s erotsko-svadbenim naÄŤelom i pozitivnom
snagom ljubavi i plodnosti unutar mnogostrukih ceremonijalnih
konteksta.Enumerating, analysing and interpreting theatrical, dance and musical performances such
as pantomime, stories, ballads and songs, puppet theatre and processions, the author
points to the ideological clash between the two big religions of the Mediterranean. On
Sicily, this clash results in the negative perception of the Saracen heritage. Various
performances that picture the relationship between the Moors and the Christians on Sicily
are reduced to the division according to the topic of the armed conflict and according to the
topics of the transfiguration and wedding. The author uses the historical and
anthropological arguments to discuss and supports the symbolic bipolarity in which the
fighting principle and the negative energy of the conflict are functionally placed in the
relationship with the erotic-nuptial principle and the positive energy of love and fertility
within the numerous ceremonial contexts
Riti musicali del cordoglio in Sicilia
Questo testo illustra svariate pratiche vocali e strumentali (canti, lamenti, richiami, suoni di campane, ritmi dei tamburi, musiche bandistiche) associate ai riti per la celebrazione e commemorazione dei defunti, caratterizzati in Sicilia da un evidente sincretismo tra le norme dettate dalla Chiesa e gli usi popolari. I “suoni del cordoglio” sono stati analizzati sia sotto il profilo musicale sia in ordine alle funzioni sociosimboliche, ponendo in evidenza le dinamiche di persistenza e mutamento fra un recente passato e quanto è ancora oggi osservabile. L’indagine è inoltre estesa alle celebrazioni in cui si inscenano “funerali fittizi”, come quelli del Cristo nelle processioni pasquali e del Nannu (Nonno) nelle cerimonie del Carnevale.This article concerns several vocal and instrumental performances (songs, laments, calls, sound of church bells and drums, band music) connected to ritual celebration and commemoration of the Deads, that are still characterized in Sicily by a manifest syncretism between Christian Church rules and folk customs and beliefs. These “sounds of complaint” have been considered from their musical side and for their social and symbolic functions, with a special attention for the changing dynamics between nowadays and a recent past. The focus has been even extended to those celebrations in which “fictitious funerals” are performed, as the ones of Christ during Easter procession and the ones of Nannu (Grandpa) in Carnival ceremonies