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    Giovan Battista Caporali, artista erudito e interprete di Vitruvio. Contesti architettonici tra Perugia e Cortona nella prima metà del Cinquecento.

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    Il lavoro affronta la figura del poliedrico artista Giovan Battista Caporali e i contesti architettonici in cui si trovò ad operare tra Perugia e Cortona nella prima metà del Cinquecento. Leitmotiv di tutta la trattazione è il commento ai primi cinque libri del trattato di Vitruvio - Vetruvio in volgar lingua raportato – pubblicato da Caporali nella primavera del 1536. Alcuni importanti riferimenti contenuti nell’opera inerenti la città di Perugia sono stati messi a confronto con significativi disegni della città realizzati nel 1540 da Antonio da Sangallo il Giovane e da alcuni suoi collaboratori, offrendo l’opportunità di formulare considerazioni che riguardano numerosi aspetti, fra cui i più significativi concernono le mura e gli accessi principali della città con una particolare attenzione allo studio antiquario dei monumenti etrusco-romani. Caporali si accosta al De Architectura di Vitruvio negli anni della sua piena maturità, tra il terzo e il quarto decennio del Cinquecento, dopo aver lavorato nei grandi cantieri romani al tempo di Bramante e alle dipendenze dei cardinali filomedicei Francesco Armellini e Silvio Passerini, grazie ai quali era venuto a più stretto contatto con Antonio da Sangallo il Vecchio, con il nipote Antonio il Giovane e con Baldassarre Peruzzi. Si sono pertanto affrontate le committenze architettoniche dei due potenti prelati che rappresentano uno snodo fondamentale per comprendere i tentativi di aggiornamento architettonico operati sia a Perugia che a Cortona tra il secondo e il terzo decennio del secolo

    Un'architettura piermariniana nella campagna umbra del Settecento: la villa del Bucaione a Bettona.

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    Alle pendici di Bettona sorge la bella villa settecentesca del Bucaione voluta dal barone Giuseppe Crispolti. Attraverso documenti di archivio si ricostruisce la vicenda costruttiva dell'edificio, attribuendone il progetto a un architetto della cerchia di Luigi Vanvitelli e di Giuseppe Piermarini, il romano Antonio Stefanucci
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