376 research outputs found

    Editorial

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    Diversity matters, both at the firm and at the macro-economic level. This is the driving mission of JEOD. While the importance of diversity is already quite well recognized in other disciplines as a major source of wellbeing and quality of life, an open discussion on diversity in economics (meaning both diversity of enterprise types and diversity in the possible combinations of public and private sector roles in different economic systems) has long been taboo. JEOD wants to remove this anomaly

    The Growth of Organizational Variety in Market Economies: The Case of Social Enterprises

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    Institutional and organizational variety is increasingly characterising advanced economic systems. While traditional economic theories have focussed almost exclusively on profit-maximizing (i.e. for-profit) enterprises and on publicly-owned organizations, the increasing relevance of non-profit organizations, and especially of social enterprises, requires scientists to reflect on a new comprehensive economic approach for explaining this organizational variety. The paper examines the main limitations of the orthodox and institutional theories and comes to assert the need for creating and testing a new theoretical framework, which considers the way in which diverse enterprises pursue their goals, the diverse motivations driving actors and organizations, and the different learning patterns and routines within organizations. The new framework of analysis proposed in the paper draws upon recent developments in the theories of the firm, institutional evolution, and motivational complexity to explain the presence of diverse types of organizations on a continuum ranging from purely for-profit and commercial forms to socially-oriented entrepreneurial ones. (La varietà istituzionale ed organizzativa sta sempre più caratterizzando le economie avanzate. Mentre le teorie economiche tradizionali hanno tuttavia focalizzato l’attenzione esclusivamente sulle imprese che massimizzano il profitto (tipicamente le for-profit) e sulle organizzazioni pubbliche, la crescente importanza, in questi ultimi anni, delle organizzazioni nonprofit e specialmente delle imprese sociali sta richiedendo agli studiosi di ripensare un approccio economico capace di spiegare questa varietà organizzativa. Il presente articolo spiega i principali limiti della teoria ortodossa e delle teoria neo-istitizionalista e giunge ad affermare la necessità di creare e testare una nuova teoria economica che consideri le diversità negli obiettivi delle organizzazioni, le differenze nelle motivazioni degli attori economici e delle organizzazioni stesse, le differenti modalità di apprendimento e di generazione di routine all’interno delle organizzazioni. Il nuovo contesto di analisi proposto attinge ad alcuni recenti sviluppi delle analisi economiche dell’impresa ed in particolare all’evoluzione delle istituzioni e alla complessità motivazionale, giungendo a delineare la presenza di diverse tipologie organizzative lungo un continuum che va dalle organizzazioni interessate esclusivamente alla massimizzazione del profitto (for-profit) alle organizzazione orientate al benessere sociale.)Social enterprises, organizational pluralism, neo-institutional economics, behavioral economics, organizational continuum

    The role of cooperative and social enterprises: A multifaceted approach for an economic pluralism

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    he role of cooperative and social enterprises in contemporary market economies has been downplayed and marginalised to date by the dominant economic approaches. This insufficient attention (Kalmi, 2008 su Cambridge Journal of Economics) derives from the limited applicability of the main assumptions of microeconomic to the case of cooperative and social enterprises. We mainly refer to models. the assumption of self-seeking individuals and of profit maximisation as the only possible firm objective. The mismatch between theoretical assumptions and empirical evidence has led to the underestimation of the growth potential, weight and role of cooperative and social enterprises. We maintain that the improvement of the scientific understanding of cooperative and social enterprises requires to enlarge and deepen the assumption of the relevant theoretical models. Individuals cannot be characterised any more as purely self-interested. Instead, the importance of motivational complexity, and the diverse nature of preferences needs to be introduced in the model as suggested by the behavioural approach. Furthermore, firms cannot be interpreted any more in an exclusive way as profit maximizers. They are instead coordination mechanisms of the economic activity, as suggested by the evolutionary approach. To this end they develop specific organisational routines, and their objectives can be diverse, ranging from purely private appropriation, to mutual benefit based on reciprocity, to public benefit aim supported by other-regarding preferences. (Le teorie economiche dominanti, ed in particolare l’approccio ortodosso e quello neo-istituzionalista, hanno sottostimato e marginalizzato il ruolo delle cooperative e delle imprese sociali nei mercati economici contemporanei. L’insufficiente attenzione a queste organizzazioni deriva principalmente dall’impossibilità di applicare ad esse le assunzioni principali della teoria microeconomica ortodossa, ossia la presenza di individui auto-interessati e di organizzazioni che puntino solo alla massimizzazione del profitto. Anche la teoria neo-istituzionalista non riesce a spiegare la presenza e la crescita del ruolo ricoperto da cooperative e imprese sociali. Per questa ragione, il presente paper è volto a dimostrare come, per spiegare il ruolo di cooperative ed imprese sociali da un punto di vista scientifico, i principali modelli teorici economici debbano essere estesi. Innanzitutto, tanto gli individui quanto le istituzioni non possono essere più assunti come soggetti meramente egoistici, ma ne vanno studiate la complessità motivazionale e le strutture di preferenze, così come proposto dalla teoria comportamentale (behavioural economics). Inoltre, le imprese devono essere concepite come meccanismi di coordinamento delle attività economiche, come suggerito dall’approccio evoluzionista, e devono quindi esserne analizzate le specifiche routine organizzative sviluppate al loro interno e gli obiettivi organizzativi, i quali possono variare tra gli interessi di appropriazione privata dei profitti ed obiettivi pro-sociali sostenuti da preferenze altruistiche.Cooperatives, social enterprises, organizational pluralism, economic theories

    Review: Jacqueline Rose, 2018: Mothers - An Essay on Love and Cruelty

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    Il sistema di imprese della cooperazione sociale. Origini e sviluppo dei consorzi di cooperative sociali

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    Il saggio si propone di studiare la struttura organizzativa, cioè l’integrazione tra imprese sviluppata dalla cooperazione sociale in Italia nel corso dei suoi trent’anni di storia. Accanto a una rappresentanza politico-sindacale il movimento della cooperazione sociale ha sentito il bisogno di integrarsi in un sistema consortile organizzato su più livelli. Per espletare al meglio i propri compiti, infatti, le cooperative sociali si avvalgono del Consorzio, un soggetto imprenditoriale che quasi mai opera nella parte finale della filiera, raramente si colloca sul mercato dei servizi finiti, preferisce stare nel mezzo: per produrre servizi alle imprese. L’articolo evidenzia infine l’evoluzione del ruolo del sistema consortile: da un compito di tipo promozionale e politico-sindacale si è passati ad uno più mirato. Il consorzio tende a svolgere un numero minore di funzioni, e sempre più specifiche, soprattutto per rafforzare il profilo imprenditoriale delle cooperative sociali e della rete nel suo complesso.Social enterprises, Business history, Italian cooperatives, Networks

    Dalla Cooperazione Mutualistica alla Cooperazione Sociale

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    Nel dibattito economico si possono individuare tre filoni interpretativi delle motivazioni della nascita dell'impresa cooperativa. Il primo vede nella cooperativa un'impresa generalmente meno efficiente dell'impresa di capitali (perche' manca lo stimolo del profitto) e che puo' avere una qualche utilita' nelle situazioni di crisi (soprattutto di tipo macroeconomico). Secondo questo approccio l'impresa cooperativa e' destinata ad essere marginale e puo' svilupparsi solo per periodi di tempo limitati. Inoltre, ha bisogno di sostegni pubblici sistematici per compensare il gap di efficienza che la caratterizza. Questo approccio sembra essere debole e limitato perche' si indirizza esclusivamente ad una categoria specifica di cooperative, sottostimandone le potenzialita'.Impresa sociale; Modello cooperativo; Modello di Ward; Hansmann
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