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“Pacchetto lavoro” e assenza di contenuti previdenziali
Con il recente “Pacchetto Lavoro” varato con d.l. 28 giugno 2013, n. 76, conv. con modif. dalla l. 9 agosto 2013, n. 99 il legislatore interviene ancora sul mercato del lavoro, secondo una prospettiva di affannosa ri-cerca di quella ideale configurazione dello stesso in grado di accompagnare, in modo più efficace, la ripresa economica e la crescita dell’occupazione. Detto della consueta difficoltà di lettura del testo legislativo nel suo complesso considerato, testo, peraltro, ancora una volta infarcito di continui rinvii ad altri testi normati-vi già per loro conto strutturalmente complessi, nel presente scritto si tenta un primo rapido esame di quel-le disposizioni che più direttamente interessano l’ambito previdenziale. Il reticolato normativo costituito dal d.l. n. 76 del 2013, come convertito dalla l. n. 99 del 2013, oltre ad avere come suo “entroterra” legislativo necessitato la difficile situazione economico-sociale che attraversa il nostro Paese, contempla anche, per
l’individuazione della
ratio
a esso sottesa, il complessivo quadro di riferimento del mercato del lavoro, nella
sua configurazione attuale come delineato dagli ultimi interventi legislativi sulla materia. Per queste ragioni, dunque, il contributo muove dalla complessa odierna fase congiunturale e dalle ragioni dell’intervento legi-slativo qui in esame, per poi giungere, dopo alcune brevi considerazioni generali sulle misure adottate dal Governo, nel loro complesso considerate, alla individuazione dei caratteri “previdenziali” delle misure stes-se (e, soprattutto, di quello che, sotto tale profilo, è ancora una volta assente)
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