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    A Standardized Morpho-Functional Classification of the Planet’s Humipedons

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    It was time to take stock. We modified the humipedon classification key published in 2018 to make it easier and more practical. This morpho-functional taxonomy of the topsoil (humipedon) was only available in English; we also translated it into French and Italian. A standardized morphofunctional classification of humipedons (roughly the top 30–40 cm of soil: organic and organomineral surface horizons) would allow for a better understanding of the functioning of the soil ecosystem. This paper provides the founding principles of the classification of humipedon into humus systems and forms. With the recognition of a few diagnostic horizons, all humus systems can be determined. The humus forms that make up these humus systems are revealed by measuring the thicknesses of the diagnostic horizons. In the final part of the article, several figures represent the screenshots of a mobile phone or tablet application that allows for a fast recall of the diagnostic elements of the classification in the field. The article attempts to promote a standardized classification of humipedons for a global and shared management of soil at planet level

    A standardized morpho-functional classification of the planet’s humipedons

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    It was time to take stock. We modified the humipedon classification key published in 2018 to make it easier and more practical. This morpho-functional taxonomy of the topsoil (humipedon) was only available in English; we also translated it into French and Italian. A standardized morphofunctional classification of humipedons (roughly the top 30–40 cm of soil: organic and organomineral surface horizons) would allow for a better understanding of the functioning of the soil ecosystem. This paper provides the founding principles of the classification of humipedon into humus systems and forms. With the recognition of a few diagnostic horizons, all humus systems can be determined. The humus forms that make up these humus systems are revealed by measuring the thicknesses of the diagnostic horizons. In the final part of the article, several figures represent the screenshots of a mobile phone or tablet application that allows for a fast recall of the diagnostic elements of the classification in the field. The article attempts to promote a standardized classification of humipedons for a global and shared management of soil at planet level

    BioMiti - Alla ricerca della vita sulle Dolomiti di Brenta - Suolo

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    Dopo un\u2019attenta fase di pianificazione, il Parco Naturale Adamello Brenta ha dato avvio ad un vasto progetto di ricerca che si propone di approfondire le conoscenze sulle caratteristiche ambientali delle Dolomiti di Brenta, in un\u2019area collocata nella fascia altitudinale alto-alpina, tra i 1900 e i 2900 m s.l.m., dove gli effetti dei cambiamenti climatici potrebbero essere pi\uf9 evidenti. Il Progetto, denominato \u201cBioMiti - alla ricerca della vita sulle Dolomiti di Brenta\u201d, \ue8 promosso dal Parco Naturale Adamello Brenta, in stretta collaborazione con il Dipartimento di Medicina Veterinaria dell\u2019Universit\ue0 degli Studi di Sassari e la Sezione di Zoologia degli Invertebrati e Idrobiologia del MUSE. Pi\uf9 nello specifico, nel biennio 2018-19, BioMiti si \ue8 sviluppato in una serie di approfondimenti faunistici, floristici, climatici e geomorfologici, nel tentativo di cogliere le relazioni ecosistemiche. Il Parco considera tale progetto come strategico, innovativo e capace di fare sintesi rispetto alle molteplici necessit\ue0 dell\u2019Ente. Infatti, oltre alla evidente necessit\ue0 di conoscere meglio le risorse ambientali presenti nel proprio territorio, viene considerata basilare la possibilit\ue0 di ottenere informazioni veicolabili nel contesto delle attivit\ue0 di educazione ambientale. In altre parole, BioMiti si propone come un approfondimento di carattere scientifico che siano utili anche a raccontare il territorio del Parco, la sua importanza ecologica, culturale ed estetica. \uc8 la prima volta che il Parco realizza un progetto di ricerca costruito, fin dalle basi, in modo da essere propedeutico all\u2019educazione ambientale, senza nulla togliere alla sua valenza scientifica. Oltre agli obiettivi strettamente scientifici, BioMiti si propone quindi anche come un \u201cponte\u201d tra la ricerca scientifica e il coinvolgimento delle persone che frequentano le montagne del Parco, che potranno essere coinvolte attivamente in alcune fasi dello studio e approfondire la conoscenza della Natura. Un\u2019altra caratteristica fondamentale di Biomiti \ue8 quella di essere basato su un approccio olistico nei confronti dell\u2019ambiente, raccogliendo l\u2019esigenza di una comunit\ue0 scientifica sempre pi\uf9 consapevole che per interpretare alcune dinamiche in atto, come i gli effetti sugli ecosistemi causati dai cambiamenti climatici, \ue8 necessario un lavoro collegiale di diversi specialisti di settore. Una sfida raccolta anche in onore e nel ricordo di Alexander von Humboldt, a 150 anni dalla nascita di quello che forse \ue8 stato il massimo teorico dell\u2019approccio multidisciplinare nei confronti della natura. Non si tratta quindi solo di effettuare diversi tipi di monitoraggio nella medesima area delle Dolomiti di Brenta, ma di cercare di far s\uec che i diversi specialisti coinvolti trovino un dialogo comune capace di dare spunti al progetto stesso e alla loro professione. Biomiti come un momento di confronto costruttivo, un brain storming sull\u2019ambiente capace di evidenziare i nostri limiti conoscitivi, prima ancora della nostra conoscenza degli ecosistemi. Il tutto in modo costruttivo rispetto ad un futuro progettuale ancora in gran parte da disegnare. Nella visione pi\uf9 ambiziosa del progetto, l\u2019insieme dei dati ottenuti dalle analisi scientifiche di dettaglio, potr\ue0 portare a comprendere meglio gli effetti del riscaldamento globale in atto, nel tentativo di trovare misure idonee ad una sempre migliore salvaguardia degli ambienti naturali. Verificare l\u2019eventuale presenza di dinamiche ecositemiche \u201canomale\u201d condizionate dai cambiamenti climatici \ue8 un obiettivo importante ma raggiungibile solo nel lungo periodo attraverso l\u2019analisi di appropriate serie storiche. In prospettiva si dovr\ue0 quindi focalizzare l\u2019attenzione sull\u2019analisi dei parametri micro-climatici e ambientali capaci di condizionare la distribuzione/abbondanza dei diversi taxa, mettendo in evidenza le situazioni pi\uf9 vulnerabili, anche in termini di tipologie e \u201czone rifugio\u201d. Ma nell\u2019immediato e in modo concreto, il progetto ha gi\ue0 portato a dei risultati importanti, primo tra tutti il fatto che sono state effettuate nitide \u201cistantanee\u201d delle diverse componenti ambientali indagate. Tali fotografie potranno essere utili a \u201cchi verr\ue0 dopo di noi\u201d, perch\ue9 se \ue8 vero che uno dei ruoli dei parchi \ue8 quello di raccogliere informazioni sul proprio territorio, \ue8 vero anche che dinamiche come quelle avviate dai cambiamenti climatici devono necessariamente essere osservate nel lungo periodo per poterne comprendere effetti e portata. La grande mole di dati ottenuti nel contesto dei monitoraggi realizzati rappresenta quindi un prezioso patrimonio collettivo che potr\ue0 essere utile sia nell\u2019immediato, sia nel tempo. Un secondo obiettivo concreto raggiunto \ue8 quello di aver promosso la ricerca scientifica facendo dialogare diverse figure professionali in un luogo \u201cvirtuale\u201d come il progetto BioMiti e \u201cfisico\u201d come le Dolomiti di Brenta. \uc8 difficile pesare l\u2019importanza del dialogo tra specialisti che si occupano di aspetti diversi degli ambienti naturali, ma rimane forte la sensazione di una potenziale crescita collettiva e di una possibile individuazione di correlazioni ecosistemiche ad oggi poco comprese. In questo contesto progettuale che il Parco ha organizzato una giornata collegiale tra tutti gli studiosi che hanno dato un contributo diretto a BioMiti, con la partecipazione anche di colleghi interessati all\u2019argomento. \uc8 cos\uec che il 30 novembre 2019 ci siamo trovati a Carisolo, presso la Casa Geopark, per una giornata di sintesi collegiale che era, fin dagli inizi del progetto uno degli obiettivi dichiarati. La giornata \ue8 stata divisa in due fase distinte: la mattina gli studiosi incaricati dei diversi monitoraggi hanno presentato l\u2019esito del loro lavoro portando, nell\u2019insieme delle relazioni, ad una descrizione approfondita dell\u2019area del Grost\ue8 dove sono stati effettuati i lavori di campo; il pomeriggio \ue8 stato dedicato ad un brain storming nel contesto del quale i 37 presenti hanno cercato correlazioni tra le componenti ecosistemiche indagate e soprattutto hanno fatto ipotesi per la prosecuzione del progetto. Tra la mattina e il pomeriggio i lavori sono stati intervallati da una pausa \u201cpranzo di lavoro\u201d, nel corso della quale i partecipanti sono stati invitati a confrontarsi sulle tematiche emerse, con l\u2019idea di dare spunti alla prosecuzione dei lavori. In questo contesto il presente documento si configura come gli atti della giornata del 30 novembre e si prefigge il duplice scopo di \u201cfermare nella memoria\u201d i concetti pi\uf9 rilevanti emersi nel corso dei lavori e di favorirne la divulgazione nei confronti di tutti gli interessati
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