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    Implicazioni diagnostiche e terapeutiche in due casi di tumori cistici del pancreas: mucinoso e sieroso

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    I tumori cistici del pancreas comprendono, come è noto, un gruppo patologicamente eterogeneo ed alquanto raro di neoplasie che manifestano, peraltro, molti aspetti clinici in comune; essi costituiscono il 10% circa di tutte le lesioni cistiche pancreatiche e l’1% di tutte le forme neoplastiche, avendo così un ruolo importante nell’ambito della chirurgia d’organo. Allo stato attuale vengono distinte due categorie di tumori cistici: la forma sierosa fondamentalmente benigna e quella mucinosa potenzialmente maligna o con caratteristiche di malignità già al momento della diagnosi. Essendo queste neoplasie ancora di difficle interpretazione preoperatoria, è necessario che l’iter diagnostico sia sempre accurato allo scopo di modulare il trattamento chirurgico che si avvale in ogni caso del responso dell’esame istologico estemporaneo, che deve essere sempre fatto su un numero sufficiente di sezioni del tumore. Gli Autori, alla luce di due casi di tumori cistici del pancreas osservati, dopo ampia revisione della letteratura, discutono sulla validità della diagnostica radiologica per immagini ed in particolar modo dell’esame ecografico con mezzo di contrasto, del dosaggio dei markers tumorali specifici e dell’esame istologico supportato dall’immunoistochimica nella caratterizzazione di queste neoplasie, ai fini di un migliore approfondimento sulla conoscenza biologica di una patologia rara e particolarmente interessante

    La malattia di Caroli: revisione della letteratura e particolarità di un caso clinico

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    Gli Autori, alla luce di un caso di forma semplice di malattia di Caroli, variante alquanto rara della malformazione, rivisitano la letteratura sull’argomento evidenziando le difficoltà di una diagnosi precoce, perchè la malattia spesso resta a lungo silente o paucisintomatica ed esordisce con una complicanza. Allo stato attuale la diagnostica di imaging, l’endoscopia e la radiologia interventistica rappresentano i supporti più validi alla corretta diagnosi ed al trattamento, specie in emergenza, quando altre soluzioni terapeutiche sono il più delle volte impraticabili

    Lipoma primitivo multiplo del mesocolon: una patologia rara

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    Gli Autori descrivono un caso di lipomatosi multipla del mesocolon e, dopo disamina della letteratura, ne esaminano le caratteristiche peculiari e discutono sulle difficoltà diagnostiche, sugli aspetti anatomopatologici e sul trattamento. La localizzazione intraaddominale del lipoma rappresenta infatti una patologia rara che può porre notevoli difficoltà diagnostiche. Poiché si tratta di tumori che prendono origine da cellule mesenchimali primitive e totipotenti, l’intervento chirurgico radicale è l’unica opzione terapeutica. La diagnosi di certezza spetta all’istologia per differenziare la lesione da altri tipi di tumore mesenchimale

    L’emangioma capillare dello stomaco: una rara fonte di sanguinamento. Caso clinico

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    Gastric haemorrhages are common clinical emergencies which often directly involve the surgeon in diagnosis and treatment; among these, rare vascular neoplasms deserve particular attention. The Authors report a rare case of benign vascular tumour of the stomach, a capillary angioma. After a literature review they highlight the importance of specific exams to reveal these small neoformations which, generally, show up clinically with acute bleeding, which may be severe, and which may not be discovered if the clinical evaluation is not very detailed. The surgical excision supported by a frozen sections is the most effective treatmen

    Il trattamento endoscopico protesico delle fistole anastomotiche esofago-digiunali dopo gastrectomia totale per cancro dello stomaco: esperienza clinica

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    Gli Autori, alla luce della loro esperienza sull’utilizzo delle protesi autoespandibili in chirurgia addominale, riferiscono sul loro impiego in due pazienti che, operati di gastrectomia per cancro, presentavano una fistola dell’anastomosi esofago-digiunale. Alla luce dei dati più recenti della letteratura, la protesizzazione di una fistola anastomotica può a volte rappresentare una valida alternativa ad un reintervento che, oltre alla evidente difficoltà, comporta sempre un alto indice di mortalità in soggetti già in condizioni generali scadenti. In tali casi infatti, dopo l’applicazione dello stent, si ottiene un vero successo funzionale e dopo alcuni giorni il paziente può iniziare una dieta semiliquida, per passare successivamente a quella semisolida, con miglioramento della qualità di vita; inoltre, in un arco di tempo accettabile, dopo la guarigione della fistola, la protesi può essere rimossa facilmente per via endoscopic
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