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    Antipsicotici ed attivazione delle chinasi ERK 1/2 ed AKT: ruolo del recettore 5-HT2a

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    Gli antipsicotici rappresentano una classe farmacologica ampiamente prescritta in malattie come la Schizofrenia e il Disturbo Bipolare, patologie psichiatriche caratterizzate da disordini psicotici. Questi si dividono in antipsicotici di prima e seconda generazione basata sul concetto che i primi possono indurre effetti avversi come la sindrome parkinsoniana. Questo studio ha utilizzato cellule HeLa ed altre linee cellulari, per valutare gli effetti dei diversi antipsicotici sull’attivazione delle proteine ERK1/2 (Extracellular signal-regulated kinases) e Akt (Protein Kinase B), chinasi che potrebbero essere coinvolte nella Schizofrenia e nel Disturbo Bipolare. Tra gli antipsicotici di seconda generazione, Clozapina è risultata essere il farmaco più efficace nell’indurre la fosforilazione di ERK1/2 a concentrazioni micromolari. Quetiapina e Olanzapina hanno mostrato una risposta massima di circa il 50% rispetto a Clozapina, mentre antipsicotici di prima generazione quali Aloperidolo e Sulpiride non hanno avuto alcun effetto rilevante. Tra gli antipsicotici di prima generazione, Clorpromazina è stata in grado di attivare parzialmente ERK1/2, raggiungendo un’efficacia di circa il 30% rispetto a Clozapina. Riferendosi all’attivazione di AKT, Clozapina, Quetiapina e Olanzapina hanno dimostrato un'efficacia simile, mentre gli antipsicotici di prima generazione, ad eccezione di Clorpromazina, non sono stati in grado di ottenere una risposta biologica particolare. In relazione all’attivazione di ERK1/2, abbiamo dimostrato che gli antagonisti dei recettori serotoninergici 5-HT2A, ketanserina e M100907, riducono parzialmente l’effetto di Clozapina. Inoltre, abbiamo anche osservato un aumento di potenza dell’effetto di Clozapina nelle cellule HeLa trasfettate con il recettore ricombinante 5-HT2A e nelle cellule di glioma di ratto C6 che esprimono una maggiore quantità di questo recettore. Questo indica che la stimolazione di ERK1/2 indotta da Clozapina potrebbe essere in qualche modo mediata dal recettore 5-HT2A, attraverso un nuovo meccanismo definito "biased agonism", anche se altri targets cellulari sono coinvolti. Questi risultati potrebbero essere rilevanti per spiegare la superiorità di Clozapina tra i farmaci antipsicotici

    Sviluppo di un nuovo prodotto plasma derivato per la cura della congiuntivite lignea: preclinica, clinica e preparazione del dossier di registrazione

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    Riassunto Mutazioni omozigoti o eterozigoti composte del gene del plasminogeno portano a ipoplasminogenemia, o deficit di plasminogeno di tipo I, determinando una riduzione parallela sia dell'antigene che dell'attività del plasminogeno a circa il 50% del normale, causando lo sviluppo di una malattia infiammatoria rara che colpisce principalmente le mucose. La manifestazione clinica più comune dell’ipoplasminogenemia è un'infiammazione della congiuntiva, che porta a congiuntivite lignea. La congiuntivite lignea è una forma di congiuntivite cronica insolita e rara. È una malattia caratterizzata dallo sviluppo, sulle superfici palpebrali, di lesioni pseudomembranose ricche di fibrina. La formazione delle pseudomembrane, in genere, è preceduta da eritema della congiuntiva e da lacerazione cronica, seguita dallo sviluppo di masse di colore bianco, giallobianco, o rosse che si formano sulla congiuntiva e hanno la caratteristica di essere di consistenza simile al legno ("ligneous"). Queste pseudomembrane progrediscono generando spesse masse nodulari sostituendo così lo stato fisiologico della mucosa. Per questa patologia l’AIFA (Agenzia italiana del Farmaco), nel 2006, ha chiesto all’azienda farmaceutica Kedrion S.p.A. di progettare il farmaco, attualmente in fase di sviluppo, denominato Plasminogeno Umano Kedrion, che è un preparato sterile a base di plasminogeno umano plasmaderivato in forma di gocce oculari, per uso topico, con una concentrazione proteica totale di 1 mg/ml di cui almeno il 93% di plasminogeno. Kedrion S.p.A. per sostenere il profilo preclinico di sicurezza del Plasminogeno Umano Kedrion ha effettuato studi a singola dose, studi di tollerabilità e tossicità per 28 giorni e per 26 settimane, indicando che il prodotto Plasminogeno Umano Kedrion è ben tollerato dall'occhio del coniglio. Altri studi di preclinica sono stati svolti per dimostrare efficacia farmacologica ed individuare la dose in topi knockout per il gene del plasminogeno, dimostrando che il Plasminogeno Umano Kedrion ha indotto una riduzione dose-dipendente dell’estensione della lesione congiuntivale quando il farmaco è somministrato 6 volte al giorno per tre settimane di trattamento. Attualmente il farmaco è impegnato in uso compassionevole con uno studio in corso che coinvolge pazienti in diversi paesi in Europa e Stati Uniti. Dai risultati ottenuti dagli studi di preclinica e da quelli descritti nel case-report del gruppo del Dott. Caputo [Caputo et al., 2008] e dai risultati dello studio clinico attualmente in corso si può concludere che il farmaco è un rimedio clinico molto efficace e una terapia non invasiva che previene la formazione di nuove lesioni e Kedrion ha in progetto la preparazione del dossier di registrazione per USA ed Europa.Riassunto Mutazioni omozigoti o eterozigoti composte del gene del plasminogeno portano a ipoplasminogenemia, o deficit di plasminogeno di tipo I, determinando una riduzione parallela sia dell'antigene che dell'attività del plasminogeno a circa il 50% del normale, causando lo sviluppo di una malattia infiammatoria rara che colpisce principalmente le mucose. La manifestazione clinica più comune dell’ipoplasminogenemia è un'infiammazione della congiuntiva, che porta a congiuntivite lignea. La congiuntivite lignea è una forma di congiuntivite cronica insolita e rara. È una malattia caratterizzata dallo sviluppo, sulle superfici palpebrali, di lesioni pseudomembranose ricche di fibrina. La formazione delle pseudomembrane, in genere, è preceduta da eritema della congiuntiva e da lacerazione cronica, seguita dallo sviluppo di masse di colore bianco, giallobianco, o rosse che si formano sulla congiuntiva e hanno la caratteristica di essere di consistenza simile al legno ("ligneous"). Queste pseudomembrane progrediscono generando spesse masse nodulari sostituendo così lo stato fisiologico della mucosa. Per questa patologia l’AIFA (Agenzia italiana del Farmaco), nel 2006, ha chiesto all’azienda farmaceutica Kedrion S.p.A. di progettare il farmaco, attualmente in fase di sviluppo, denominato Plasminogeno Umano Kedrion, che è un preparato sterile a base di plasminogeno umano plasmaderivato in forma di gocce oculari, per uso topico, con una concentrazione proteica totale di 1 mg/ml di cui almeno il 93% di plasminogeno. Kedrion S.p.A. per sostenere il profilo preclinico di sicurezza del Plasminogeno Umano Kedrion ha effettuato studi a singola dose, studi di tollerabilità e tossicità per 28 giorni e per 26 settimane, indicando che il prodotto Plasminogeno Umano Kedrion è ben tollerato dall'occhio del coniglio. Altri studi di preclinica sono stati svolti per dimostrare efficacia farmacologica ed individuare la dose in topi knockout per il gene del plasminogeno, dimostrando che il Plasminogeno Umano Kedrion ha indotto una riduzione dose-dipendente dell’estensione della lesione congiuntivale quando il farmaco è somministrato 6 volte al giorno per tre settimane di trattamento. Attualmente il farmaco è impegnato in uso compassionevole con uno studio in corso che coinvolge pazienti in diversi paesi in Europa e Stati Uniti. Dai risultati ottenuti dagli studi di preclinica e da quelli descritti nel case-report del gruppo del Dott. Caputo [Caputo et al., 2008] e dai risultati dello studio clinico attualmente in corso si può concludere che il farmaco è un rimedio clinico molto efficace e una terapia non invasiva che previene la formazione di nuove lesioni e Kedrion ha in progetto la preparazione del dossier di registrazione per USA ed Europa

    Clozapine as the most efficacious antipsychotic for activating ERK 1/2 kinases: Role of 5-HT2A receptor agonism

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    Antipsychotics (APDs) are divided into first-generation antipsychotics (FGAs) and second-generation antipsychotics (SGAs) based on the concept that SGAs have reduced motor side effects. With this premise, this study examined in HeLa and other cell lines the effects of different APDs on the activation of ERK1/2 (Extracellular signal-regulated kinases) and AKT (Protein Kinase B) kinases, which may be affected in schizophrenia and bipolar disorder. Among the SGAs, Clozapine clearly resulted as the most effective drug inducing ERK1/2 phosphorylation with potency in the low micromolar range. Quetiapine and Olanzapine showed a maximal response of about 50% compared to Clozapine, while FGAs such as Haloperidol and Sulpiride did not have any relevant effect. Among FGAs, Chlorpromazine was able to partially activate ERK1/2 at 30% compared to Clozapine. Referring to AKT activation, Clozapine, Quetiapine and Olanzapine demonstrated a similar efficacy, while FGAs, besides Chlorpromazine, were incapable to obtain any particular biological response. In relation to ERK1/2 activation, we found that 5-HT2A serotonin receptor antagonists Ketanserin and M100907, both partially reduced Clozapine effect. In addition, we also observed an increase of potency of Clozapine effect in HeLa transfected cells with recombinant 5-HT2A receptor and in rat glioma C6 cells that express a higher amount of this receptor. This indicates that ERK1/2 stimulation induced by Clozapine could, to some extent, be mediated by 5-HT2A receptor, through a novel mechanism that is called "biased agonism", even though other cellular targets are involved. This evidence may be relevant to explain the superiority of Clozapine among the APDs
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