3 research outputs found

    Single Inhaler LABA/LAMA for COPD

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    Chronic obstructive pulmonary disease (COPD) is a common disabling disease characterized by progressive airflow obstruction. Great efforts were spent in the development of drugs able to improve symptoms, quality of life, reduce exacerbations, hospitalizations and the frequency of death of patients with COPD. The cornerstones of treatment are bronchodilator drugs of two different classes: beta agonists and muscarinic antagonists. Currently the Global initiative for COPD suggests the use of long acting beta agonists (LABAs) and long acting muscarinic antagonists (LAMAs) in combination for the majority of COPD patients, thus great interest is associated with the developing of LAMA/LABA fixed combination in the maintenance treatment of stable COPD. Many LAMA/LABA fixed dose combinations have been licensed in different countries and the clinical use of these drugs stimulated the performance of many clinical trials. The purpose of this review is a complete criticism of pharmacological and clinical aspects related to the use of LAMA/LABA single inhalers for the maintenance treatment of stable COPD, with particular mention to the most debated topics and future prospects in the field

    Embolia polmonare in pazienti con cancro in fase di attività: ruolo della presenza di sintomi sul follow-up a sei mesi

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    Nel corso degli ultimi anni è andato progressivamente crescendo il numero di pazienti affetti da neoplasia in cui viene posta la diagnosi di embolia polmonare pur in assenza di un sospetto clinico specifico, ad una TC del torace con mezzo di contrasto eseguita nell’ambito della valutazione oncologica. Non è chiaro ad oggi se tali pazienti presentino una malattia in qualche modo differente rispetto ai pazienti in cui la diagnosi viene posta sulla base di un sospetto specifico legato alla presenza di sintomi quali la dispnea ad insorgenza recente, il dolore toracico, la sincope, l’emottisi. Con il seguente studio si sono valutate le analogie e le differenze tra casi di embolia polmonare sintomatici e casi asintomatici in pazienti affetti da neoplasia maligna in fase di attività. È stata presa in esame una casistica di 68 pazienti con cancro in fase attiva di malattia giunti consecutivamente, nel periodo di tempo compreso tra Luglio 2011 e Gennaio 2012, presso l’U.O. di Pneumologia 1 Universitaria dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana. Dei 68 pazienti inizialmente inseriti nella casistica 13 sono stati esclusi: 3 per non aver eseguito l’esame scintigrafico basale, 5 per non aver concluso il follow-up scintigrafico a sei mesi e 5 pazienti per cause diverse. Nei 55 pazienti rimasti è stata raccolta l’anamnesi ed è stato effettuato l’esame obiettivo seguendo i punti di una scheda appositamente elaborata. Sulla base della presenza o meno di almeno uno dei sintomi di embolia polmonare acuta i pazienti sono stati suddivisi in sintomatici e asintomatici: 18 (32.7%) sono risultati sintomatici e 37 (67.3%) asintomatici. Inoltre, in tutti i casi in cui la diagnosi era stata ottenuta mediante TC del torace, è stata comunque eseguita scintigrafia polmonare da perfusione da utilizzare per il successivo follow-up. In tutti i pazienti è stata anche eseguita una scintigrafia di controllo a una settimana, ad un mese e a sei mesi. I pazienti sono stati anche sottoposti a emogasanalisi. Ci siamo soffermati, in particolare, sulla valutazione della gravità del difetto perfusorio, del quadro clinico e sulla valutazione della sopravvivenza (ad una settimana, ad un mese ed a sei mesi) dei due gruppi presi in esame. Siccome, ad eccezione del quadro clinico, non abbiamo riscontrato differenze statisticamente significative (p>0.05) abbiamo concluso che i pazienti oncologici con diagnosi di embolia polmonare asintomatici per quanto riguarda questa patologia non differiscono da quelli in cui sono presenti sintomi specifici

    Lower limb deep vein thrombosis in COVID-19 patients admitted to intermediate care respiratory units

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    COVID-19 has been associated with an increased risk of thrombotic events; however, the reported incidence of deep vein thrombosis varies depending, at least in part, on the severity of the disease. Aim of this prospective, multicenter, observational study was to investigate the incidence of lower limb deep vein thrombosis as assessed by compression ultrasound in consecutive patients admitted to three pulmonary medicine wards designated to care for patients with COVID-19 related pneumonia, with or without respiratory failure but not requiring admission to an intensive care unit. Consecutive patients admitted between March 27 and May 6, 2020 were enrolled. Patients were excluded if they were less than 18-year-old or if compression ultrasound could not be performed for any reason. Patients were assessed at admission (t0) and after 7 days (t1). Major and non-major clinically relevant bleedings were recorded. Sixty-eight patients were enrolled. Two were excluded due to anatomical abnormalities that prevented compression ultrasound; sixty patients were retested at (t1). All patients were started on antithrombotic prophylaxis, unless therapeutic anticoagulation was required. Deep vein thrombosis as assessed by compression ultrasound was observed in 2 patients (3%); one of them was later deemed to represent a previous episode. No new episodes were detected at t1. One major and 2 non-major clinically relevant bleedings were observed. In the setting of patients with COVID-related pneumonia not requiring admission to an intensive care unit, the incidence of deep vein thrombosis is low and our data support not screening asymptomatic patients
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