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Evoluzione delle attivita di Delivery in relazione all'applicazione del Jobs Act
Obiettivo del presente lavoro è analizzare l’evoluzione delle principali attività svolte all’interno delle Agenzie per il lavoro in relazione all’applicazione del Jobs Act.
Nel primo capitolo mi sono occupata del Jobs Act e delle sue caratteristiche. Ho effettuatato primariamente un excursus storico dei cambiamenti normativi connessi al mondo del lavoro nel contesto italiano. Questa analisi è stata effettuata per mettere in evidenza come tali cambiamenti non siano altro che il frutto dell’interazione tra il contesto storico, politico, religioso e sociale caratteristico del nostro Paese. Successivamente, ho spostato l’attenzione sui vari decreti legislativi che compongono la legge n. 183 del 2014. Da questa analisi, è emerso chiaramente come il Jobs Act sia riuscito a farsi strada in un momento in cui il problema del mercato del lavoro non poteva più essere accantonato e necessitava di soluzioni immediate.
Dopo aver presentato un quadro generale delle innovazioni apportate nel mondo del lavoro con l’introduzione del Jobs Act, ho trattato in maniera più dettagliata il tema delle politiche attive previste da questo provvedimento. In relazione ad esse, possiamo dire che l’obiettivo principale del Governo Renzi sia stato quello di cercare di facilitare maggiormente l’incontro tra domanda e offerta di lavoro. Garantire servizi di orientamento e formativi per avvicinare i giovani al mondo del lavoro e percorsi di ricollocazione rivolti a coloro che, avendo perso la propria occupazione, cercano di reiserirsi.
Per riuscire a fornire un risvolto pratico a queste iniziative, ho fatto riferimento alle Agenzie per il lavoro, che negli ultimi anni hanno ricoperto un ruolo sempre più centrale nel mercato del lavoro in relazione al tema dell’occupazione e del reinserimento lavorativo. Per parlarne accuratamente, è risultato necessario dedicare preliminarmente attenzione al tipo di rapporto che si instaura con l’introduzione dell’intermediazione lavorativa. Ci riferiamo qui ai contratti di lavoro in somministrazione. Nello specifico ho voluto analizzare il tipo di relazione che intercorre tra tre figure protagoniste (l’impresa somministratrice, il lavoratore e all’impresa utilizzatrice) e le modalità di concretizzazione del rapporto di lavoro tra di esse.
Avendo dunque evidenziato il ruolo centrale delle Agenzie per il lavoro, nel quarto capitolo, ho analizzato dettagliatamente il caso concreto dell’Agenzia per il lavoro Gi Group. L’obiettivo è stato quello di esplicare il funzionamento di questa importantissima multinazionale, presentando la Mission aziendale, i valori e i principi etici di condotta condivisi al suo interno. Questa analisi ha permesso di rendere ancora più concreta l’idea di considerare Gi Group come una realtà fortemente strutturata e orientata ad offrire servizi di elevata qualità volti allo sviluppo del mercato del lavoro.
Nel quinto capitolo infine, ho fornito un esempio concreto di come il Jobs Act abbia condizionato il modo di operare all’interno delle Agenzie per il lavoro. Ho presentato ed esplicato in che cosa consiste l’attività di Delivery all’interno di Gi Group. Con il termine Delivery, si identificano l’insieme delle attività che vanno dal processo di ricerca e selezione del personale, alle attività amministrative cosiddette “soft”. Attività dunque in cui la volontà di avvicinare la domanda e l’offerta di lavoro viene vista quotidianamente e in cui si cerca di guidare le persone verso una crescita personale e professionale.
Per concludere, possiamo dire che questa analisi è stata compiuta per fornire un quadro d’insieme sui diversi cambiamenti che l’avvento del Jobs Act ha comportato, cambiamenti che hanno indubbiamente modificato il mondo del lavoro in Italia. Inoltre, è stato scelto il tema della Agenzie per il lavoro, proprio perché questa realtà manifesta in maniera lampante i significativi cambiamenti che la nuova normativa ha comportato. Esse hanno progressivamente accresciuto il loro ruolo nel mercato, favorendo sempre più lo sviluppo e la crescita del mercato del lavoro. Hanno progressivamente acquisito un ruolo centrale anche in relazione alle politiche attive, occupandosi dell’orientamento, della formazione e della ricollocazione delle persone nel mondo del lavoro
Phosphorescent Sensor for Robust Quantification of Copper(II) Ion
A phosphorescent sensor based on a multichromophoric iridium(III) complex was synthesized and characterized. The construct exhibits concomitant changes in its phosphorescence intensity ratio and phosphorescence lifetime in response to copper(II) ion. The sensor, which is reversible and selective, is able to quantify copper(II) ions in aqueous media, and it detects intracellular copper ratiometrically.National Institute of General Medical Sciences (U.S.) ((Grant GM065519)Ewha Woman's University (Korea) (RP-Grant 2009
MagFRET: the first genetically encoded fluorescent Mg2+ sensor
Abstract Magnesium has important structural, catalytic and signaling roles in cells, yet few tools exist to image this metal ion in real time and at subcellular resolution. Here we report the first genetically encoded sensor for Mg 2+ , MagFRET-1. This sensor is based on the high-affinity Mg 2+ binding domain of human centrin 3 (HsCen3), which undergoes a transition from a moltenglobular apo form to a compactly-folded Mg 2+ -bound state. Fusion of Cerulean and Citrine fluorescent domains to the ends of HsCen3, yielded MagFRET-1, which combines a physiologically relevant Mg 2+ affinity (K d = 148 mM) with a 50% increase in emission ratio upon Mg 2+ binding due to a change in FRET efficiency between Cerulean and Citrine. Mutations in the metal binding sites yielded MagFRET variants whose Mg 2+ affinities were attenuated 2-to 100-fold relative to MagFRET-1, thus covering a broad range of Mg 2+ concentrations. In situ experiments in HEK293 cells showed that MagFRET-1 can be targeted to the cytosol and the nucleus. Clear responses to changes in extracellular Mg 2+ concentration were observed for MagFRET-1-expressing HEK293 cells when they were permeabilized with digitonin, whereas similar changes were not observed for intact cells. Although MagFRET-1 is also sensitive to Ca 2+ , this affinity is sufficiently attenuated (K d of 10 mM) to make the sensor insensitive to known Ca 2+ stimuli in HEK293 cells. While the potential and limitations of the MagFRET sensors for intracellular Mg 2+ imaging need to be further established, we expect that these genetically encoded and ratiometric fluorescent Mg 2+ sensors could prove very useful in understanding intracellular Mg 2+ homeostasis and signaling
Application of RF correction in thin-layer chromatography by means of two reference RF values
Results of the inter-laboratory experiment described in this paper show that the GALANOS AND KAPOULAS equation can be applied satisfactorily to correct RF values obtained on thin-layer chromatograms in a polar multi-component solvent.
Addition of Kieselguhr to the silica gel gives RFc values different from the RFc values found on silica gel alone, the deviation being independent of the amount of Kieselguhr added
Genetically encoded fluorescent probes for Intracellular Zn2+ imaging
In this chapter we provide an overview of the various genetically encoded fluorescent Zn2+ sensors that have been developed over the past 5 to 10 years. We focus on sensors based on Förster resonance energy transfer (FRET), as these have so far proven to be the most useful for detecting Zn2+ in biological samples. Our goal is to provide a balanced discussion of the pros and cons of the various sensors and their application in intracellular imaging. Following the description of the various sensors, several recent applications of these sensors are discussed. We end the chapter by identifying remaining challenges in this field and discussing future perspectives
Genetically encoded fluorescent probes for Intracellular Zn2+ imaging
In this chapter we provide an overview of the various genetically encoded fluorescent Zn2+ sensors that have been developed over the past 5 to 10 years. We focus on sensors based on Förster resonance energy transfer (FRET), as these have so far proven to be the most useful for detecting Zn2+ in biological samples. Our goal is to provide a balanced discussion of the pros and cons of the various sensors and their application in intracellular imaging. Following the description of the various sensors, several recent applications of these sensors are discussed. We end the chapter by identifying remaining challenges in this field and discussing future perspectives
Inhibition of human copper trafficking by small molecule significantly attenuates cancer cell proliferation
Copper is a transition metal that plays critical roles in many life processes. Controlling the cellular concentration and trafficking of copper offers a route to disrupt these processes. Here we report small molecules that inhibit the human copper-trafficking proteins Atox1 and CCS, and so provide a selective approach to disrupt cellular copper transport. The knockdown of Atox1 and CCS or their inhibition leads to a significantly reduced proliferation of cancer cells, but not of normal cells, as well as to attenuated tumour growth in mouse models. We show that blocking copper trafficking induces cellular oxidative stress and reduces levels of cellular ATP. The reduced level of ATP results in activation of the AMP-activated protein kinase that leads to reduced lipogenesis. Both effects contribute to the inhibition of cancer cell proliferation. Our results establish copper chaperones as new targets for future developments in anticancer therapies
Promotion of vesicular zinc efflux by ZIP13 and its implications for spondylocheiro dysplastic Ehlers-Danlos syndrome
Significance Intracellular zinc is tightly controlled because zinc is essential but potentially toxic. Many organisms regulate zinc using storage vesicles/organelles, but whether mammals do so is unknown. Here, we show that human ZIP13 releases zinc from vesicular stores. Previous studies found that mutations in the ZIP13 gene, SLC39A13, cause the spondylocheiro dysplastic form of Ehlers-Danlos syndrome (SCD-EDS) and speculated that ZIP13 exports zinc from the early secretory pathway and that zinc overload in the endoplasmic reticulum causes SCD-EDS. In contrast, our study suggests that SCD-EDS results from zinc deficiency in the endoplasmic reticulum resulting from zinc trapping in vesicular stores
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