219 research outputs found

    Why OBOE? The gerundive Nature of Artworks

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    The introduction to OBOE’s first issue aims to illustrate how a certain method of studying exhibitions is directly linked with the study of contemporary art history. Mirroring contemporary art’s gerundive nature the journal’s periodicity becomes the ideal space to write an inclusive history of biennials, but also of the many avenues for art’s manifestation

    Contro la malinconia

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    IL testo è tratto da un libro dell'autrice e adattato alla redazione di un articolo, considerando i temi della rinnovata identità veneziana contro coloro che ritengono, riesumando un topos ottocentesco, che Venezia muoia. L'immaginario simbolico che circonda e descrive la città è stato rinnovato dalle ultime generazioni, che la affollano come mai prima in quanto città della ricerca e dell'università. Dai video musicali alla grafica, dalla nuova architettura alla infuenza sul modo di lavorare e convivere operato dalla tecnologia, che ha trasformato la città in una smart city nel senso di Carlo Ratti, Il sito è sempre meno statico e più ricco di interazioni grazie soprattutto agli investitori nel campo delle arti, e delle arti contemporanee nello specifico

    Mimmo Rotella e il cinema

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    Rilettura del rapporto tra l'artista Mimmo Rotella, uno dei protagonisti del Nouveau Réalisme, e il cinema, avvenuto attraverso l'utilizzo della cartellonistica reperita per strada, fatta propria dall'artista e ulteriormente lacerata, con un linguaggio chhe lavoora sullla tradizione del collage (da lui definito dècollage) e che esplora i miti del dopoguerra italiano e internazionale attraverso uno degli elementi della cultura di mass

    Recycling the Future VV2

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    Scritto nell'ambito del catalogo della Biennale di Venezia Arti Visive 2003, il testo accompagnava una mostra con circa venti scuole d'arte internazionali. L'obiettivo era da un lato immettere l'allora uovo corso di Laurea in Progettazione e Produzione delle Arti Visive (che l'autrice ha fondato nel 2001 e dirige a tutto il 2022) in un contesto internazionale. Gli artisti selezionati hanno testimoniato tematiche e problemi inerenti alla formazione artistica in ambito universitario. Il saggio riflette sulla possibilità di insegnare are, così come l'hanno declinata autori che vanno da Benjamin a Bataille a Gropius a Didi-Hubermann, nonchè artisti che hanno concepito l'insegnamento come pratica attiva del loro lavoro creativo quali Joseph Kosuth, Joseph Beuys, Marina Abramovic

    Un socievole solitario

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    Alik Cavaliere, figura legata al meglio della Miano del dopoguerra /Dario Fo, UMberto Exo, Arturo Schwarz tra gli altri) è stato poarte del mondo milanese che ha poi dat adito a molti succcessi èersonai, ma non ha cedutp al diktat del sistema per il quale l'abbandono della tradizione scultorea sarebbe stata necessaria: nonostate fosse stato assiduo freha preferito protare avanti uan quentatore di Duchamp, Men Ray, e altri protagonisti del mondo Dada, ha preferito coltivare un'eredità italiana nutrita di Artur Maritini e soprattutto Marino Marini, pur con uan personale e interessante lettura del ready made nell'ambito del linguaggio della scultura

    Lo spazio di via Lazzaro Palazzi come anello di una catena: gruppi artistici indipendenti a Milano tra la fine della città industriale e l'emergere del terziario avanzato

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    Il saggio ripercorre due vicende parallele: quella dello spazio autogestito di Via Lazzaro Palazzi, in larga parte proveniente da ex allievo della classe di Luciano Fabro a Brera, e quella del succedersi di gruppi artistici indipendenti nella Milano del NOvecento e soprattutto postbellica. Ciò domostra una vocazione alla crescita di ambiti di giudizio e collaborazione tra pari nel capoluogo lombardo, che ne hanno ampiamente facilitato la crescita artistica e più generamente culturale. In questa vocazione si inscrive la vicenda di Via Lazzaro Palazzi, che a trent'anni dalla sua chiusura e dopo la parabola di successo di alcuni suoi protagonisti, si dimostra un caso non isolato e non casuale. Questa creatività diffusa si è dipanata nel tempo cittadino seguendo il mutamento di vocaione produttiva della città, di cui i gruppi artistici si sono fati portatori e descrittori, dal momento operaista a quello del lavoro terziario e flessibile

    Desiderio

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    Il libro si inserisce nella collana ICONE diretta da Massimo Cacciari, in cui ciascun autore ha letto un certo tema a partire dalla lettura di una sola opera d'arte. L'immagine scelta dall'autrice \ue8 stata la Orange Marilyn di Andy Warhol ed \ue8 stata utilizzata come descrittore del tema del desiderio. Dopo un alattura visiva, percettiva e storica dell'opera, essa \ue8 stata confrontata con altre in modo volutamente libero dal punto di vista storico-artistico, secondo una metodologia supportata anche dall'ambito anacronista. Ampio supporto \ue8 stato tratto inoltre dagli scritti di Andy Warhol e dei suoi interpreti, giungendo alla conclusione di come l'opera incarni in modo sintomatico la storia del concetto occidentale di un desiderio amoroso teso a muovere, motivare, agire il soggetto, anche al di l\ue0, anzi spesso a prescindere dal compimento del desiderio medesimo. IL desiderio \ue8 stato tra l'altro incarnato dall'opera anche in termini, per nulla irrilevanti considerata l'importanza simbolica data da Warhol al business come forma d'arte, di oggetto speculativo e immesso nel mercato come opera pi\uf9 cara di Andy Warhol, mitizzata da una serie di passaggi di propriet\ue0 strabilianti. Da un lato quindi l'opera si fa portatrice della difficolt\ue0 di interpretare il desiderio sia della persona Warhol che della persona Marilyn Monroe, dall'altro si riprende la tematica socratica, platonica, dantesca e anche moderna nonch\ue9 contemporanea, da L\ue9vinas a Lacan, della relazione desiderante come motore del miglioramento spirituale - assai prima che carnale - di chi desidera

    Arte Fiera 2018

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    L'intervento introduce il catalogo della edizione 2018 della maggiore fiera italiana di arte contemporanea, con un vasto programma di interazione con il territorio cittadino. La figura del gallerista ne emerge come un soggetto attivo e il linguaggio dell'arte contemporanea come qualcosa di on meramente o immediatamente mercificabile, data la sua fluidità di tecniche tali da inserire variabili come caso, tempo, corporeità. L'iniziativa è stata affidata all'autrice dall'Università Iuav di Venezia, su contratto con Bologna Fiere
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