16 research outputs found

    Presentazione

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    presentazione della giornata di studio, Ferrara 21 febbraio 200

    Un diritto di padri. Dalle comunità di villaggio alle XII Tavole

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    Prima parte di una sintesi storica su individui, famiglia e successioni mortis causa in Roma antica, fra l'epoca arcaica e l'età di Adriano. Si prende in esame lo sviluppo del più antico diritto di famiglia romano dall'età preurbana fino alla legislazione decemvirale. Si analizzano: lo sviluppo della famiglia patriarcale nella cultura laziale, gentes e famiglie in età protourbana, i mores maiorum e le leges regiae, la struttura della società, la condizione degli individui - uomini e donne - e i rapporti di parentela, la patria potestas, le origini della tutela e della cura, la manus e il matrimonium, il significato e le forme dell'eredità, le norme decemvirali

    I rischi della definizione fra Giavoleno e Quintiliano

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    La pericolosità e i limiti dell'impiego delle definizioni nel ius civile secondo Giavoleno Prisco e nella retorica secondo Quintilian

    Storie di uomini e terre in un sepolcreto prediale

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    L'articolo riproduce l'intervento conclusivo alla Tavola Rotonda che ha chiuso il Convegno "Memoriam habeto". Si discutono i nuovi dati emersi in tale sede e anche al di fuori del Convegno, dopo la pubblicazione nel 2006 del volume collettaneo "Mors inmatura", dedicato a illustrare l'importante rinvenimento del sepolcreto dei Fadieni in località Gambulaga nel Comune di Portomaggiore (Fe). In particolare risulta significativo il rinvenimento, successivo al 2006, nel "materiale di setacciatura" della Tomba 11, di un asse non anteriore a Marco Aurelio che ovviamente determina lo spostamento della fine dell'utilizzazione della struttura sepolcrale dagli ultimi anni del principato adrianeo, come in precedenza ipotizzato, alla fine del II secolo d.C. Si può ora ritenere che il fondo, collegato alla necropoli prediale, sia stato abitato e lavorato almeno fino all'età di Marco Aurelio se non anche oltre. Il nuovo ritrovamento sembra ancora di più sottolineare l'importanza delle tombe senza stele, rimaste purtroppo, nel Convegno, abbastanza neglette, e invece non meno importanti per indurre a considerare il sepolcreto di Gambulaga, nel suo insieme, un piccolo ma significativo segmento di storia agraria romana "circa Padum"

    Una figura emblematica. Q. Elio Tuberone nell'Institutio oratoria

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    si individua il significato esemplare, di oratore fallito, divenuto giurista, che assume nell'Institutio oratoria la figura di Q. Elio Tuberone il Giovan

    Disciplina iuris e altri saperi

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    In coerenza con le, ormai pluridecennali, opzioni storiografiche dell'autore, il libro vuole essere un suo ulteriore contributo alla ricostruzione di quella straordinaria vicenda intellettuale che è stato il pensiero giuridico di Roma antica. E' dedicato all'analisi di significativi aspetti del rapporto fra alcune discipline esterne alla iuris scientia e il sapere di importanti giureconsulti: in particolare, Quinto Mucio, Trebazio, Tuberone il Giovane, Masurio Sabino, Giavoleno, Aristone, Nerazio, Celso figlio e Giuliano. Essi sono considerati nel contesto cui, da protagonisti, appartennero: la cultura romana. E come, del resto, apparvero ai coevi esperti nelle altre bonae artes e, più in generale, ai contemporanei. Si è tenatato così di recuperare caratteristiche rilevanti di personalità scientifiche che hanno avuto tutte un ruolo eminente - talune addirittura fondamentale - nella giurisprudenza romana. Malgrado lo scetticismo o l'ostilità di molti 'romanisti', una storia 'negata' sembra dunque continui ad affiorare dall'Antichità

    Cicerone nei giuristi adrianei

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    La presenza di Cicerone nelle opere dei tre grandi giuristi (Nerazio, Celso figlio, Giuliano) nel consilium principis di Adriano e anche nell'Enchiridion di Sesto Pomponi

    Tuberone e la lingua

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    Si analizzano le opzioni linguistiche di Tuberone il Giovane, oratore, giurista e storico, ammiratore di Tucidide, i cui scritti erano fortemente caratterizzati dal sermo antiquus e che, come giureconsulto, sosteneva peraltro l'assoluta autonomia di ogni parlante nell'imporre i nomi alle cos
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