44 research outputs found

    Oncostatin M is overexpressed in NASH-related hepatocellular carcinoma and promotes cancer cell invasiveness and angiogenesis

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    : Oncostatin M (OSM) is a pleiotropic cytokine of the interleukin (IL)-6 family that contributes to the progression of chronic liver disease. Here we investigated the role of OSM in the development and progression of hepatocellular carcinoma (HCC) in NAFLD/NASH. The role of OSM was investigated in: a) selected cohorts of NAFLD/NASH HCC patients; b) liver cancer cells exposed to human recombinant OSM or stably transfected to overexpress human OSM; c) murine HCC xenografts; d) a murine NASH-related model of hepatic carcinogenesis. OSM was found to be selectively overexpressed in HCC cells of NAFLD/NASH patients, depending on tumor grade. OSM serum levels, barely detectable in patients with simple steatosis or NASH, were increased in patients with cirrhosis, and more evident in those carrying HCC. In this latter group, OSM serum levels were significantly higher in the subjects with intermediate/advanced HCCs and correlated with poor survival. Cell culture experiments indicated that OSM upregulation in hepatic cancer cells contributes to HCC progression by inducing epithelial-to-mesenchymal transition and increased invasiveness of cancer cells as well as by inducing angiogenesis, which is of critical relevance. In murine xenografts, OSM overexpression was associated with slower tumor growth, but an increased rate of lung metastases. Overexpression of OSM and its positive correlation with the angiogenic switch were also confirmed in a murine model of NAFLD/NASH-related hepatocarcinogenesis. Consistent with this, analysis of liver specimens from human NASH-related HCCs with vascular invasion showed that OSM was expressed by liver cancer cells invading hepatic vessels. In conclusion, OSM up-regulation appears to be a specific feature of HCC arising on a NAFLD/NASH background, and it correlates with clinical parameters and disease outcome. Our data highlight a novel pro-carcinogenic contribution for OSM in NAFLD/NASH, suggesting a role of this factor as a prognostic marker and a putative potential target for therapy. This article is protected by copyright. All rights reserved

    Tv, guerra al terrore e storytelling europeo

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    Palinsesti televisivi toccati dal terrorismo e dalla guerra per sconfiggerlo. A mostrarlo è lo studio dei cinque telegiornali continentali di prima serata, realizzato attraverso l’elaborazione dei dati forniti dall’Osservatorio di Pavia. Questi indicano come la cronaca della guerra al terrore scali la classifica delle dieci notizie più trattate nel corso del 2015, mentre l’analisi e l’approfondimento fornito dalla politica estera restano invece in secondo piano. Se i Tg di Germania e Regno Unito confermano lo storytelling del 2014, nel 2015 si notano invece sensibili differenze nei notiziari televisivi in Spagna, Francia e Italia

    Opinione pubblica e politica estera. Leader, mass media e personalizzazione

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    La relazione tra mass media e opinione pubblica esalta la personalizzazione della politica. Uno dei risultati è che lo storytelling degli eventi internazionali tocca in misura crescente anche il nostro paese. Oltre ad aumentarne la marginalizzazione geopolitica, la recente diplomazia «pop» messa in campo dall’ex presidente del Consiglio, ha contribuito ad accentuare stereotipi e pregiudizi verso il nostro paese. Ciononostante, il populismo mediatico applicato alla politica estera, rappresenta uno stile politico al quale una parte considerevole dell’opinione pubblica italiana mostra di resistere individuando nuovi soggetti politici nazionali sulla scena estera

    La rinascita dei nazionalismi in Europa

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    Nelle intenzioni della globalizzazione vi era la soluzione delle molte problematiche sociali ed economiche, ma non di rado dimostra di concorrere nell’ acuire i problemi che intendeva invece risolvere. Soprattutto in Europa, la mancata capacità di governare congiuntamente il processo di mondializzazione contribuisce al ritorno del nazionalismo nel dibattito politico. Cionondimeno l’odierno nazionalismo europeo si presenta in una forma spuria ed ibrida rispetto al passato, dimostrando una particolare capacità di resilienza ed adattabilità del concetto al mutare delle condizioni politiche e socioeconomiche. Cerchiamo di illustrarne qualche esempio

    Ankara nell’Ue? No, grazie

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    Il rapporto tra Bruxelles e Ankara ha vissuto giorni migliori. È questo uno dei risultati emersi da un’indagine condotta da Demos&Pi sull’ingresso della Turchia nell’Unione europea, Ue

    Est Europa, il Coronavirus fa bene alle democrature

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    In Polonia, Ungheria e in altri Paesi del gruppo di Visegrád, la pandemia ha offerto un ottimo pretesto ai capipopolo per nuove leggi illiberali, che limitano i poteri della magistratura e dell’opposizione, a scapito dei diritti di immigrati, donne e minoranze. E la UE sta a guardare

    L’Italia è il laboratorio del populismo di destra in Europa

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    Dal nazionalismo di Marine Le Pen all’euroscetticismo di Farage, le elezioni parlamentari europee hanno prodotto due tipi di populismo. Il nostro paese, con Forza Italia, Lega Nord e Movimento 5 Stelle, li ospita entrambi

    Modello Alto Adige per il Kosovo del Nord? L’ipotesi “Alto-Ibar”

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    Il paradigma autonomistico sudtirolese come utile prisma di lettura e risoluzione delle tensioni nelle aree kosovare a maggioranza serba. La comparazione di alcune variabili strutturali presenti in entrambi i teatri e la possibilità di un modello di convivenza balcanica

    Populisti: quando l’antipluralismo incontra il welfare state

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    L’articolo ha come oggetto il tema del populismo che negli ultimi anni si è manifestato nei paesi europei e del suo rapporto con le politiche sociali. Dopo un’analisi del nuovo rapporto fra leader e partiti, l’articolo si concentra sul profilo dei leader populisti e sugli argomenti che comunicano. Popolo, confini, globalizzazione ed élite: l’anti pluralismo espresso da molti presenta coordinate precise, originate dalla perdurante crisi economica e da temi trascurati dalla politica tradizionale. Al punto che le politiche di welfare, qualora lasciate nelle mani dei leader populisti, rischiano seriamente di trasformarsi in strumenti per destabilizzare le democrazie liberali. Nelle considerazioni conclusive viene articolata una prima risposta alle questioni affrontate nel contributo
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