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CittĂ e benessere al tempo della crisi
Una città bella è una città dove si vive bene. La cultura ambientalista ci ha sensibilizzato da tempo sulla necessità di vivere in luoghi sani. La questione del benessere è strettamente integrata alla qualità dell'habitat ed è centrale per orientare le nostre riflessioni e la nostra attività di progettisti
Architettura: arte del costruire o arte dell'abitare?
L’architettura, prima di costituirsi come un insieme
di tecniche atto a fornire riparo dalle intemperie, risponde
dell’urgenza di conoscere e determinare lo
spazio, assecondando quel processo ancestrale
di circoscrivere zone di esperienza all’interno delle
quali la personalitĂ di un singolo o di una comunitĂ
trovano una collocazione pertinente. Nel corso della
storia essa testimonia della capacità dell’uomo di
organizzare e finalizzare la sua presenza in quanto
costruttore di forme di vita sempre piĂą evolute e
complesse.
La possibilitĂ di assolvere i bisogni primari mediante
un operare che si dispiega indipendentemente dalla
sensibilitĂ ambientale e da valori aggiunti di natura
qualitativa, ha introdotto dei distinguo interni al campo
del progettare e del costruire. Questa condizione
ha comportato il divaricarsi tra un’attività che soddisfa
esclusivamente esigenze quantitative (la produzione
edilizia), e la pratica dell’architettura alla quale
riconosciamo un plusvalore etico-estetico
La natura dell'architettura
Il rapporto natura/architettura chiama in causa la più generale e inclusiva relazione tra natura e cultura all’interno della
quale s’inscrive. Un’endiadi, quest’ultima, che nel sentire comune rimanda a un’ipotetica simulazione di opposti, a un codice che da tempo si utilizza solo per convenzione. Limitando il campo al tema specifico è bene esplicitare il senso che i due
termini dei quali ci occupiamo assumono oggi nelle loro reciproche interazioni. Dall’origine del pensiero e nella storia della
filosofia occidentale ciascun pensatore si è posto il problema di che cosa sia la natura e di quale rapporto essa stabilisca con l’uomo tentando di fare luce sulla verità del cosmo. La natura è principio primo e fine ultimo, armonia totale, contingenza
assoluta, meccanismo scientifico equilibrato e perfetto? E l’architettura ne è parte? E fino a che punto
Progetto urbano, progetto di paesaggio urbano
La forte accelerazione temporale in termini di modificazione del territorio provocata dall’evoluzione della società e gli esiti spaziali che questa ha prodotto, risultato piuttosto di stratificazioni e di accumulazioni che di nuove fondazioni e/o sostituzioni, ha generato una condizione difficilmente prevedibile le cui specificità oggi individuiamo nella coesistenza e ibridazione di “mondi differenti”. I processi di cambiamento hanno cooptato anche le città consolidate all’interno di una nuova forma di urbanità ibrida e totale che le trascende, mantenendone pressoché inalterato l’assetto morfologico ma rendendole parte di un sistema di scala ampia e modificandone profondamente il senso e il ruolo. L’espansione deregolata ha prodotto aree urbane vaste caratterizzate da una urbanizzazione diffusa e continua senza qualità le cui dimensioni sfuggono al controllo del progetto. La dimensione come spiega Koolhaas cambia radicalmente il senso dei fenomeni. Da qualche anno la popolazione inurbata è diventata la maggioranza degli abitanti nel mondo.
Chiarito che il planning e l’urban-design non hanno più il valore demiurgico e redentore caratteristico di un ottimismo dello sviluppo oramai lontano, che la spirale di crescita si è da tempo arrestata, è opinione condivisa che la pianificazione e la progettazione urbana debbano preoccuparsi della qualità dell’habitat urbano della città esistente. Una città cresciuta senza criteri e regole nella seconda metà del Novecento che ha bisogno soprattutto di cure, dai centri storici sempre più tutelati e proprio per questo scarsamente attrezzati a svolgere il “doppio ruolo” - locale e globale - al quale sono chiamati nello scenario internazionale, ai territori vasti della recente e diffusa urbanizzazione nei quali è evidente una domanda di qualità urbana
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