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    Vitamina D e neuropatie disimmuni: correlazione tra ridotti livelli sierici e profilo clinico di malattia

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    Le neuropatie disimmuni rappresentano un gruppo eterogeneo di disordini neurologici acquisiti, causati da una abnorme risposta del sistema immunitario diretta contro auto-antigeni del sistema nervoso periferico, con conseguente interessamento sia delle fibre di tipo motorio che di tipo sensitivo. Si distinguono varie forme tra cui la poliradicoloneuropatia infiammatoria demielinizzante cronica (CIDP), la neuropatia motoria multifocale (MMN) e le polineuropatie associate a gammopatie monoclonali di significato incerto (MGUS). Diversi sono i meccanismi chiamati in causa nell’attivazione del sistema immunitario nella genesi e nella progressione di queste forme di patologia. È noto già da diversi anni che la vitamina D possa svolgere funzioni immunomodulanti ed essere implicata nei meccanismi di neuroinfiammazione e neuroprotezione. Diversi studi hanno valutato il ruolo della vitamina D nell’ambito delle patologie del Sistema Nervoso Centrale su base autoimmune, come la Sclerosi Multipla, o del Sistema Nervoso Periferico come nel caso della neuropatia diabetica. L’obiettivo del presente lavoro di tesi è stato valutare sierici di 25 OH vitamina D nei pazienti con diagnosi di neuropatia disimmune cronica ed approfondirne le correlazioni con alcuni aspetti del profilo clinico di malattia, tra cui le caratteristiche cliniche ed elettrofisiologiche e il grado di disabilità dei pazienti. Sono stati reclutati 27 pazienti di età superiore ai 18 anni, seguiti presso il Centro per le Malattie Neuromuscolari del Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale dell’Università di Pisa, di cui 16 con diagnosi di CIDP, 2 con diagnosi di MMN e 9 con diagnosi di neuropatia associata a MGUS di tipo IgM. I pazienti, 14 maschi e 13 femmine, hanno un’età media di 59,8 anni (DS=14,025) ed una durata media di malattia di 6,3 anni (DS=7,223). Tutti i pazienti sono stati valutati clinicamente, attraverso specifici questionari validati al fine di valutare la fatica, il dolore neuropatico e la disabilità. Inoltre sono stati presi in considerazione i dati relativi allo studio elettroneurografico. La maggior parte dei pazienti presentava livelli sierici di vitamina D nei range di carenza e insufficienza, cui corrispondevano elevati punteggi nella scala di valutazione della fatica, indicativi di un’elevata sensazione soggettiva di faticabilità, e bassi livelli di disabilità. Non sono state rilevate correlazioni significative tra livelli sierici di vitamina D ed età, sesso e durata della malattia. Anche per quanto riguarda le valutazioni cliniche relative alla forza muscolare, dolore neuropatico, comorbidità e caratteristiche elettrofisiologiche non è stato possibile ottenere dati significativi. Infine non è possibile escludere che bassi livelli sierici di vitamina D siano la conseguenza dei fenomeni di neuroinfiammazione o della limitazione fisica dei pazienti neuropatici, Non è nemmeno da escludere l’esistenza di una relazione di causalità inversa, secondaria alla limitazione fisica dei pazienti neuropatici, o che semplicemente si tratti di una associazione coincidentale. Sono necessari ulteriori studi su campioni più ampi, che includano pazienti all’esordio della neuropatia non precedentemente trattati, anche al fine di valutare l’eventuale utilità di una terapia integrativa
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