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Speckle-tracking layer-specific analysis of myocardial deformation and evaluation of scar transmurality in chronic ischemic heart disease
BACKGROUND: Identification of the extent of scar transmurality in chronic ischemic heart disease is important because it correlates with viability. The aim of this retrospective study was to evaluate whether layer-specific two-dimensional speckle-tracking echocardiography allows distinction of scar presence and transmurality.
METHODS: A total of 70 subjects, 49 with chronic ischemic cardiomyopathy and 21 healthy subjects, underwent two-dimensional speckle-tracking echocardiography and late gadolinium-enhanced cardiac magnetic resonance. Scar extent was determined as the relative amount of hyperenhancement using late gadolinium-enhanced cardiac magnetic resonance in an 18-segment model (0% hyperenhancement = normal; 1%-50% = subendocardial scar; 51%-100% = transmural scar). In the same 18-segment model, peak systolic circumferential strain and longitudinal strain were calculated separately for the endocardial and epicardial layers as well as the full-wall myocardial thickness.
RESULTS: All strain parameters showed cutoff values (area under the curve > 0.69) that allowed the discrimination of normal versus scar segments but not of transmural versus subendocardial scars. This was true for all strain parameters analyzed, without differences in efficacy between longitudinal and circumferential strain and subendocardial, subepicardial, and full-wall-thickness strain values. Circumferential and longitudinal strain in normal segments showed transmural and basoapical gradients (greatest values at the subendocardial layer and apex). In segments with scar, transmural gradient was maintained, whereas basoapical gradient was lost because the reduction of strain values in the presence of the scar was greater at the apex.
CONCLUSIONS: The two-dimensional speckle-tracking echocardiographic values distinguish scar presence but not transmurality; thus, they are not useful predictors of scar segment viability. It remains unclear why there is a greater strain value reduction in the presence of a scar at the apical level
Quale politica dopo il virus? Concetti politici alla luce della pandemia
Alle soglie del 2023 è ormai difficile sostenere che la crisi sanitaria dovuta all’epidemia da coro- navirus (e la conseguente crisi politico-economica) costituisca, come si affannavano a ripetere analisti e commentatori nel 2020, una svolta “epocale” della storia. È però innegabile che si tratti di un evento importante, i cui effetti più profondi sul modo di pensare la politica non possono ancora apparire in maniera chiara. Il volume intende chiedersi se una crisi di questa portata abbia avuto il potere o meno di mutare il retroterra culturale e il milieu all’interno dei quali trovano forma e sostanza idee e concetti della politica. Nel tentativo di uscire dal “qui e ora” a cui la pandemia ci ha costretto, l’obiettivo è di riflettere in una prospettiva diacronica su alcune delle principali categorie della politica al fine di verificare se abbiano subito una ridefinizione o quanto meno una revisione, di fronte agli eventi prodotti dalla diffusione del virus SARS-CoV-2 e dalle risposte che sul piano politico interno e internazionale sono state date dai diversi governi del mondo.
Come in una sorta di “dizionario di politica”, il libro è strutturato a voci, ciascuna delle quali si compone di una parte iniziale di definizione del concetto e di ricostruzione della sua evoluzione storica attraverso il riferimento ai classici e alla più recente letteratura e da una seconda parte in cui il concetto in questione viene analizzato alla luce della crisi pandemica
Il Mito del Nemico. Identita\u300, alterita\u300 e loro rappresentazioni. The Myth of the Enemy. Alterity, identity, and their representations.
Con un\u2019ampia gamma di saggi, il volume affronta lo studio dell\u2019alterita\u300, dal Medioevo all\u2019Eta\u300 contemporanea, attraverso una prospettiva interdisciplinare, che consente di abbracciare la categoria fluida e soggettiva del "nemico", scrutandola in specifici contesti e seguendola nei suoi diversi paradigmi e trasformazioni.
Cinquanta autori si confrontano con il mito mutevole del nemico, mettendo a fuoco i processi figurativi e le dinamiche ideative, all\u2019origine delle molteplici costruzioni dell\u2019alterita\u300. Organizzato tematicamente e in maniera comparata, il volume assume, di volta in volta, focus privilegiati, quali meraviglia, fascinazione, appropriazione, satira, facendo emergere un nemico arbitrario, in cui connessioni tra finzione e fobia, gerarchie e propaganda, concorrono a determinare pericolosita\u300 strategiche e modalita\u300 di assimilazione.
Un mito del nemico dunque riconoscibile nelle mistificazioni di ebrei, musulmani, turchi, mori, protestanti, convertiti, non-cattolici in genere; africani, nativi americani, orientali, non-europei, e non-bianchi in genere, come pure dissidenti, e nemici in ambito politico. Vi si ritrova inoltre il nemico diventato pretesto e linfa per giustificazioni imperialistiche e coloniali. Il volume mette al centro i ruoli del diverso nell\u2019immaginario artistico e letterario, sollevando infine interrogativi circa la definizione di identita\u300 e civilta\u300.
Oltre ad analisi che si concentrano sull\u2019Europa centro-occidentale, coinvolge approfondimenti su questioni inerenti i paesi mediterranei, l\u2019Est Europa, l\u2019Asia e il continente americano. Il volume, che include scritti di storia dell\u2019arte, letteratura, storia, antropologia visuale, storia del collezionismo, iconologia politica, storia delle idee e filosofia giuridica, e\u300 pensato come visione sfaccettata e di ampio respiro, su un fenomeno sfuggente e complesso, quanto di estrema attualita\u300.With its diverse essays, this volume examines the study of otherness, from the Middle Ages to the contemporary age, through an interdisciplinary perspective that embraces the subjective and fluid category of the enemy in specific contexts and in its different paradigms and transformations.
Fifty authors tackle the myth of the enemy and uncover figurative processes and intellectual dynamics behind the constructions of otherness. Thematically and comparatively structured, the book considers specific themes, such as wonder, fascination, appropriation, and satire. It reveals an arbitrary enemy, in which connections between fiction and phobia, hierarchies and propaganda determine strategic defamation and modes of assimilation.
The myth of the enemy is here recognizable in the mystification of Jews, Muslims, Turks, Moors, Protestants, converts, and non-Catholics in general; Africans, Native Americans, Asians, non-Europeans, and non-whites in general; dissidents, and enemies in the political sphere. We can also see how the enemy, as a convenient device, was used for imperialist and colonial justifications. In addition, the volume focuses on the roles of diversity in the artistic and literary imagination. Finally, it raises questions about the definition of identity and civilization.
The volume transcends exclusively western and central European conceptions and offers insight into the Mediterranean, Eastern European, Asian, and American viewpoints. It includes essays from art history, literature, history, collecting studies, visual anthropology, political iconology, the history of ideas, and legal philosophy. It offers a multifaceted and comprehensive exploration of an elusive, complex, and highly topical phenomenon