63 research outputs found

    Le Culture preistoriche

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    Analisi della cultura sarda in epoca preistorica, con particolare riferimento al territorio della provincia di Sassari, nel periodo paleolitico e neolitico, fino all'età del rame e del bronzo

    I Siti del Neolitico antico e l'ambiente: strategie di sussistenza

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    Come già affermato in altro luogo sono ben trenta i siti che hanno restituito tracce materiali del Neolitico antico. Nel presente lavoro si farà un riesame dei dati materiali (ceramici, litici, paleofaunistici) e dei dati fisiografici dei siti editi e completi delle informazioni geografiche (tra cui l'esatta posizione sulle carte I.G.M. 1:25000 talvolta misurata in loco con il GPS), allo scopo non solo di delineare le strategie di sussistenza seguite dai gruppi umani del VI-V millennio a.C. ma anche di individuare il processo di formazione del Neolitico sardo cioè del fenomeno culturale che portò dall'economia di caccia e raccolta a quella di produzione

    Presentazione

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    In questo volume, che rientra nella serie degli otto tomi previsti dal Progetto "lIoi-Sedilo: l'uso del territorio dal Neolitico all' età medievale", sono pubblicati alcuni risultati significativi degli scavi della domus de janas n. 2 di Ispiluncas. Questi scavi presentano una grande rilevanza scientifica, perché hanno fornito dati culturali interessanti ed utili per la ricostruzione sia della tecnologia di escavazione delle grotticelle artificiali o domus de janas sia degli usi e costumi funerari del mondo preistorico non solo del territorio del Comune di Sedilo ma dell'intera Sardegna. In particolare la domus de janas ha restituito, da contesto ancora in situ, alcuni strumenti da scavo in pietra, due picconi ed un martello ed ha rivelato una sequenza ininterrotta d'uso dal Neolitico recente all'età medievale, attraverso le culture di Ozieri, Filigosa, Monte Claro, Vaso Campaniforme e le età del Bronzo (antico o cultura di Bonnanaro, medio, finale) ed altomedievale

    L'Ipogeismo in Sardegna: arte, simbologia, religione

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    Ogni ricerca sui prodotti dell'Arte, a prescindere dalla loro attribuzione a comunità preistoriche o storiche, richiede una preliminare "identificazione delle situazioni storiche in cui essi si producono e si consumano". Alle situazioni storiche diverse corrispondono, infatti, valori o prodotti estetici diversi. Tra le funzioni esplicate dall'Arte, inoltre, assume rilievo sostanziale la funzione segnica. Ciò vuol dire che l'Arte è comunicazione ma comunicazione specificamente qualificata in quanto caratterizzata da "speciali regole di messa in forma". Sulla base di queste premesse, dopo aver delineato il contesto storico di riferimento nel quale inserire contenuti, intenzioni, funzioni esplicite o implicite dei "segni" dell'arte delle domus de janas, si passa ad una sintesi di carattere tecnico, tipologico e cronologico volta ad individuare origine, sviluppo ed esiti finali del fenomeno artistico ipogeico. Pare ormai accertato che l'origine dell'arte delle domus de janas s'inquadri nella cultura di Bonu Ighinu (Neolitico medio), in cui si sviluppano le più antiche tipologie di grotticella artificiale. Le più antiche figurazioni, però, allo stato attuale, non sono realizzate sulle pareti degli ipogei, come nelle culture successive (a cominciare dalla cultura di Ozieri) ma su oggetti dell'arte mobiliare, su vasi fittili o in pietra. Si passa, quindi, a determinare i significati oggettivi degli schemi, che tratteggiano i caratteri di un'arte essenzialmente animalista nella fase più antica, integrata, invece, da una presenza iconografica umana nelle fasi successive. Il significato simbologico sotteso alla grande varietà tipologica dei "segni" scolpiti, incisi o dipinti sulle pareti delle domus de janas è in relazione con alcuni caratteri dell'arte ipogeica sarda, un'arte utilitaria e polifunzionale, finalizzata al conseguimento, sul piano di una ritualità estetica e d'ambito funerario, di benefici personali o di gruppo. Tra questi benefici assume notevole rilievo la certezza del superamento, tramite il rituale estetico, della crisi determinata dalla morte, vista come minaccia di annientamento di se stessi e del proprio gruppo. In un'arte così delineata appare difficile distinguere le eventuali intenzioni artistiche da quelle magiche, così come appare impossibile evidenziare la presenza e la pratica di una religione strutturata. Tuttavia, sia pure all'interno di una situazione così complessa e dai contorni sfuggenti, si colgono i segni di un mutamento graduale dei rituali

    Saggio di analisi del territorio nella Sardegna centrale

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    This research starts with an attempt to determine the patterns of territorial organization and to individualize the models of settlements in relation to the various geomorphological variables in an area of archaeological interest. With reference to the Nuragic age a wide area, that of the Tirso Middle Valley, was considered, within which was possible to define a trend in the locational choice of a settlement in relation to the morphological factors and to the presence of water resources both in the case of the nuraghi a corridoio, and in that of the nuraghi a tholos. Moreover, the application of a graphic model like that of Thiessen's polygons allowed us to identify a sort of territorial organization subdivided into theoretical districts of different dimensions. The exiguity of the available data led us to analyse a more limited zone, a sample area relating to the territory of the Ottana commune. The investigation of the geopedological characters relative to a sphere close to the Nuragic site permitted us, therefore, to formulate some hypotheses on the economic choices of the community gravitating to the nuraghi a corridoio and a tholos and allowed us to outline a more ample and complete picture of the human occupation of the territory in Nuragic times

    Presentazione

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    Dopo lunga attesa esce il primo volume sugli scavi archeologici della tomba di giganti 2 di Iloi (Sedilo-OR), che si sono svolti in tre distinte campagne negli anni 1987, 1988 e 1990, come premessa al progetto pluriennale di ricerca, di vasta portata ed incidenza socio-economica, denominato Iloi-Sedilo: l'uso del territorio dal Neolitico all'età dei nuraghi. L'impostazione data alla pubblicazione è quella di arrivare ad un'edizione esaustiva dei reperti, non solo protostorici ma anche storici, compresa l'analisi tecnologica dei materiali ceramici atipici, in un'ottica interdisciplinare, per ricostruire la dinamica cronologica e funzionale della tomba 2 di Iloi, dalla fase più antica, forse di passaggio dal Bronzo antico al Bronzo medio, all' età altomedievale (VIII sec. d. C.). Le caratteristiche monumentali della tomba rendono indispensabile anche un ampliamento ed un approfondimento delle problematiche dell'origine, dello sviluppo e dell'uso della tomba di giganti, in un quadro insulare ed extrainsulare di rapporti culturali

    Le Culture preistoriche

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    Le più antiche manifestazioni della presenza dell'uomo, nella provincia di Sassari (e in Sardegna), risalgono al Quaternario: sono state osservate nel 1979, nel bacino del rio Altana-Anzos, situato nel territorio dei comuni di Laerru e Perfugas. Il presente lavoro propone un excursus dal Paleolitico al Neolitico (antico, medio e recente) fino all'Età del Rame e all'Età del Bronzo (II metà del III millennio-1600 a.C.)

    Le Tombe decorate di Monte Minerva-Villanova Monteleone (SS)

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    Sul pendio del Monte Minerva, un rilievo trachitico situtato a m. 644 s.l.m., tra una macchia mediterranea particolarmente rigogliosa e tra anfratti naturali, si aprono gli ingressi agli ipogei della necropoli di Monte Minerva. La piccola necropoli, che conta otto tombe, vuota da tempo ed in forte degrado sia per cause naturali che per l'intervento dell'uomo, si segnala e per la presenza nelle tombe I e II di figurazioni scolpite od incise e per la particolare ubicazione all'interno di ripari sotto roccia

    Presentazione

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    Il Progetto di ricerca Iloi-Sedilo. L'uso del territorio dal Neolitico all'Età medievale sul piano metodologico si caratterizza per l'approccio multidisciplinare e, all'interno di esso, per l'adesione al filone sia dell'archeologia insediamentale o archeologia del paesaggio sia del Gruppo di "Paleoeconomy". Sull'aspetto funzionale, inoltre, esso si configura come una ricerca finalizzata allo sviluppo socio-economico della comunità sedilese committente. Un'indagine così impostata richiede uno studio dell'area campione (l'area del progetto Iloi) in relazione almeno con il territorio comunale. La globalità dell'impostazione consente, infatti, di superare i limiti dei modelli di analisi, favorendo, attraverso l'indagine su un numero più ampio di evidenze archeologiche, una puntualizzazione più incisiva delle problematiche ed una individuazione d'ipotesi di soluzione più numerose e significative. In tale ottica di comparazione globale, ma in un ambito ristretto qual è quello del territorio comunale, i risultati ottenuti attraverso lo studio analitico ed approfondito dell'area del progetto forniscono le chiavi di lettura e di verifica della realtà culturale sedilese nella sequenza archeologica finora riconosciuta

    Sollacaro – I Calanchi Sapar’Alta

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    En 1992, les travaux archéologiques sur le gisement des Calanchi Sapar’Alta (commune de Sollacaro, Corse-du-Sud) ont été menés sur la terrasse sud dans le grand abri de Sapar’Alta et sur les structures d’habitats de la terrasse nord. En outre, les premiers résultats anthropologiques du Taffonu 2 nous ont été remis par le docteur Franco Germana. Outre ces travaux, nous avons pratiqué un sondage transversal est-ouest, sur la terasse sud. Les résultats du sondage sur la terrasse sud Le sondage a..
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