82 research outputs found

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    Il testo \ue8 una breve presentazione della rivista dell'Associazione Internazionale Ernesto de Martino, la cui pubblicazione inizia con questo numero. In quanto membro della direzione e coordinatore della redazione, illustro ai lettori il percorso culturale che ha portato l'Associazione a fondare la rivista, le finalit\ue0 che le sono attribuite, il tipo di contributi che intende ospitare, la filosofia di una rivista scientifica open access che si avvale dei dispositivi di valutazione della peer-review

    Turismo

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    L'articolo il percorso personale di studi e di riflessioni che ha portato l'autore, all'inizio degli anni '90 del XX secolo, a fare del turismo l'argomento principale della propria ricerca etnografica nella Sardegna central

    La antropologĂ­a italiana y el descubrimiento de la cultura de los campesinos meridionales

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    La scoperta della “civiltà contadina” è un episodio della storia culturale italiana cui è stato ricorrentemente attribuito un carattere fondativo della particolare tradizione nazionale degli studi demo-etno-antropologici, e che è stato oggetto per questo motivo di diverse revisioni interpretative nel corso del tempo. Proprio a partire da questa considerazione, il saggio si propone di procedere in parallelo a una ricostruzione storica della “scoperta” per come si presentava agli occhi di coloro che vi hanno partecipato, e a una rassegna critica delle interpretazioni e riflessioni che su di essa si sono andate accumulando e stratificando nel mezzo secolo trascorso da allora. I luoghi classici che la storiografia precedente ha identificato come significativi (in particolare, l’opera di Levi e di Gramsci), sono quindi rivisitati tenendo in considerazione tanto il significato che assumevano all’epoca, quanto le successive stratificazioni e revisioni ermeneutiche intervenute successivamente. Una particolare attenzione è riservata alla figura di Ernesto De Martino, da un lato per il posto centrale che gli è stato riconosciuto, soprattutto retrospettivamente, nella “scoperta” della cultura dei contadini e nella fondazione degli studi antropologici italiani, e dall’altro perché è proprio intorno alla sua figura che si concentrano oggi i più interessanti tentativi di rilettura delle specificità dell’antropologia italiana del secondo dopoguerra e dei motivi del mancato incontro con le altre antropologie contemporanee interessate allo studio delle dimensioni culturali del mondo rurale, soprattutto meridionale

    Gramsci’s «Prison Notebooks» and the “re-foundation” of anthropology in post-war Italy

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    In the 1970s, when the identity of Italian “demo-ethno-anthropological” studies was being defined and their academic status consolidated, scholars debated the features of a national tradition of studies. Antonio Gramsci’s Prison Notebooks were then presented as the source of new ideas, which in the aftermath of WWII contributed in decisive ways to a renewal of scholarly theory, helping scholars to get rid of romantic leftovers such as the notion of “people-nation”, and encouraging them to turn away from “picturesque” oddities to address important social and cultural issues. This inscription of Gramsci into the genealogy of Italian anthropological studies, which recognizes the important role his thought played in scholarly debates, nonetheless risks concealing the different readings his reflections received when they were first published soon after the war (1948-1951). The paper focuses on the debate regarding Gramsci and folklore organized by the Gramsci Institute in Rome in the late spring of 1951, in order to sketch out an array of very different readings of Gramsci’s contribution to the study of folklore. On that occasion Paolo Toschi, a recognized and distinguished scholar, dismissed Gramsci’s theoretical contribution and presented Gramsci as an amateur folklorist, while Ernesto De Martino, a young scholar still in search of academic recognition, gave a very one-sided and political interpretation of Gramsci’s thought, which he was later to radically rethink. Alberto Cirese, attending the debate as a very young man, was later to propose a third and very influential reading of Gramsci’s observations. Through the prism of these different readings, the post-war Gramscian moment of Italian anthropology appears as something much more complex and controversial than 1970s accounts would have it

    Postfazione. Le fonti etnografiche del mondo magico

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    La postfazione affronta il problema delle fonti etnografiche all'interno della ideazione e scrittura del Mondo magico di Ernesto de Martino.Il saggio mostra come il cambiamento nel modo di concepire, scegliere e utilizzare le fonti etnografiche si accompagni a una radicale trasformazione del progetto della "storia del magismo" cui de Martino lavorava. Dalla concezione delle fonti come attestazione della fenomenologia del magismo che dominava la ricerca dei primi anni '40, de Martino passa, attraverso il contatto con alcune etnografie di particolare densitĂ  (in particolare quella di Shirokogoroff), a una nuova concezione che rimette in discussione le premesse della sua stessa ricerca e apre alle nuove prospettive che caratterizzano il Mondo magico

    Le pratiche dell'ospitalitĂ  "sarda"

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    Dopo aver proposto una sintetica tipologia delle interpretazioni antropologiche dell'ospitalità, il saggio analizza le pratiche dell'ospitalità a Orgosolo, nella Sardegna centrale. La tesi principale del saggio è che, invertendo il tradizionale punto di vista dell'antropologia (che vede l'ospitalità come una risposta al problema della relazione con lo "straniero"), le pratiche dell'ospitalità costituiscono un ambito della vita sociale dove sono definite e negoziate appartenenze e identità di diversa ampiezza

    Le fonti etnografiche del Mondo magico

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    Il saggio, una nuova versione aggiornata, affronta il problema delle fonti etnografiche all'interno della ideazione e scrittura del Mondo magico di Ernesto de Martino. Il saggio mostra come il cambiamento nel modo di concepire, scegliere e utilizzare le fonti etnografiche si accompagni a una radicale trasformazione del progetto della "storia del magismo" cui de Martino lavorava. Dalla concezione delle fonti come attestazione della fenomenologia del magismo che dominava la ricerca dei primi anni '40, de Martino passa, attraverso il contatto con alcune etnografie di particolare densità (in particolare quella di Shirokogoroff), a una nuova concezione che rimette in discussione le premesse della sua stessa ricerca e apre alle nuove prospettive che caratterizzano il Mondo magico

    «Come un’immagine dell’Odissea»: sulle rappresentazioni fotografiche del pastoralismo sardo

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    Il saggio ripercorre la storia della rappresentazione fotografica del pastoralismo sardo, individuandone le forme, le tematiche, presenze e assenze. Una particolare attenzione è dedicata al periodo del dopoguerra, quando la Sardegna pastorale diventa uno dei terreni di sperimentazione delle modalità di rappresentazione della fotografia "neorealista". La costruzione neorealista di icone della condizione pastorale viene messa in relazione con i dibattiti politici e con altre produzioni culturali dell'epoca, per mostrarne la complessa trama discorsiva e i riferimenti culturali. Anche a partire da quella creazione di icone, il mondo pastorale entra progressivamente nel mondo delle comunicazioni di massa come produttore di una nuova e pregiata merce: l'autentica cultura sarda

    Imaginaire patrimonial, traditions orales, objectivation cultu- relle. L’inscription de l’« immatériel » dans le canto a tenore (Sardaigne)

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    Avec la Convention sur la sauvegarde du patrimoine immatériel (2003) les traditions orales sont entrées, nouveau objet, dans le champ patrimonial global. De façon explicite ou implicite, la logique de la sauvegarde qu’on trouve dans le documents de l’UNESCO détache les traditions contemporaines (enracinées dans des milieux sociaux “traditionnels”) des processus de modernisation globales qui les menacent de d'extérieur, symboliquement représentés par le tourisme et les média. Cette imagination dichotomisante obscure les conditions réelles de la reproduction des traditions orales en effaçant les formes multiples d'inscription et d’objectivation dont elles tirent leur forme et signification sociale, et qui sont à l’origine même de l’enjeu patrimonial. Dans l'essai j’analyse l’interdépendance entre formes d’inscription, savantes ou médiatiques, imaginaire patrimonial et pratique de la tradition contemporaine du “canto a tenore” en Sardaigne; ce n’est qu’à condition de saisir cette interdépendance qu’une conception réaliste des traditions orales et de leur statut dans le champ patrimonial est possible
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