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The Evolution of Autistic-Like and Schizotypal Traits: A Sexual Selection Hypothesis
In this paper we present a new hypothesis on the evolution of autistic-like and schizotypal personality traits. We argue that autistic-like and schizotypal traits contribute in opposite ways to individual differences in reproductive and mating strategies, and have been maintained – at least in part – by sexual selection through mate choice. Whereas positive schizotypy can be seen as a psychological phenotype oriented to high-mating effort and good genes displays in both sexes, autistic-like traits in their non-pathological form contribute to a male-typical strategy geared toward high parental investment, low-mating effort, and long-term resource allocation. At the evolutionary-genetic level, this sexual selection hypothesis is consistent with Crespi and Badcock's “imprinted brain” theory of autism and psychosis; the effect of offspring mating behavior on resource flow within the family connects sexual selection with genomic imprinting in the context of human biparental care. We conclude by presenting the results of an empirical study testing one of the predictions derived from our hypothesis. In a sample of 199 college students, autistic-like traits predicted lower interest in short-term mating, higher partner-specific investment, and stronger commitment to long-term romantic relations, whereas positive schizotypy showed the opposite pattern of effects
Explaining pragmatic performance in traumatic brain injury: a process perspective on communicative errors
Pragmatic abilities in children and adolescents with autism spectrum disorder: A study with the ABaCo battery
Communicative-pragmatic disorders in traumatic brain injury: The role of theory of mind and executive functions
AbilitĂ linguistiche ed extralinguistiche in pazienti con afasia
L’afasia è una condizione patologica che si verifica prevalentemente a\ud
seguito di una lesione cerebrale in specifiche aree dell’emisfero sinistro, che\ud
comporta deficit che limitano gravemente l’efficacia comunicativa nella vita\ud
quotidiana (Darrigrand et al., 2011). Tradizionalmente si sono indagate soprattutto\ud
le implicazioni sul piano del linguaggio e sono stati proposti numerosi\ud
strumenti per la valutazione del puro deficit linguistico: WAB (Kertesz,\ud
1982), BADA (Miceli et al., 1994), Test dei Gettoni (De Renzi e Vignolo,\ud
1962).\ud
Anche la componente gestuale della comunicazione, tuttavia, sembra\ud
compromessa. Cutica e colleghi (2006) hanno evidenziato prestazioni deficitarie\ud
dei pazienti con lesione cerebrale sinistra nella comprensione di atti comunicativi\ud
complessi, come inganni e ironie, espresse attraverso i gesti. La\ud
performance era, invece, paragonabile a quella dei soggetti di controllo nei\ud
compiti comunicativi più semplici. Sebbene l’utilizzo di gesti possa rappresentare\ud
una modalitĂ di compenso del deficit linguistico nei pazienti afasici,\ud
questo sembra valere solo per compiti che non implichino la gestione di rappresentazioni\ud
mentali complesse. Questi dati sono interpretabili in riferimento\ud
al modello di Bara e Tirassa (1999) che definiscono la comunicazione come\ud
un processo nel quale la via linguistica ed extralinguistica rappresentano\ud
due modalitĂ espressive parallele e integrantisi a vicenda. Conferme a riguardo\ud
derivano dalla psicologia dello sviluppo: bambini a sviluppo tipico mostrano\ud
la stessa difficoltĂ di comprensione di differenti compiti pragmatici,\ud
sia che si realizzino per via linguistica sia per via extralinguistica (Bucciarelli\ud
et al., 2003). Inoltre, studi mostrano come la competenza comunicativa sia\ud
indipendente dalla modalitĂ specifica e come la modalitĂ linguistica e extralinguistica\ud
presentino gli stessi tratti di acquisizione (Bara et al., 2000). Il\ud
presente lavoro si inserisce nel quadro teorico della teoria della Pragmatica\ud
Cognitiva (Bara, 2010) una teoria dei processi mentali sottostanti la comunicazione.\ud
All’interno di tale quadro teorico è possibile ordinare diversi fenomeni\ud
pragmatici lungo un gradiente di difficoltĂ crescente, in base alla complessitĂ \ud
delle rappresentazioni mentali coinvolte, e indipendente dalla modalitĂ \ud
in cui sono espresse (Angeleri et al., 2008; Bosco et al., 2006; Bosco e\ud
Bucciarelli, 2008; Bara et al., 2001)
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