641 research outputs found
La particolare tenuit\ue0 del fatto nel giudizio di Cassazione
Dopo una disamina delle regole processuali per l\u2019applicazione della speciale causa di non punibilit\ue0 disciplinata dall\u2019art. 131-bis c.p., l\u2019A. si sofferma sulla possibilit\ue0 per il giudice di legittimit\ue0 di riconoscere d\u2019ufficio la particolare tenuit\ue0 del fatto. La soluzione offerta dalla Cassazione per i processi in corso al momento dell\u2019entrata in vigore del nuovo istituto \ue8 l\u2019occasione per verificare quale sia la disciplina da applicare a regime
Conceptualizing and measuring free and fair elections
The quality of elections is a rapidly growing field of study. There are numerous
research methods and analysis techniques to examine it. However, literature still needs to
shed full light on one of the main concepts associated with this area of research. Often,
scholars refer to the concept of “free and fair elections” without providing a precise definition and identifying the dimensions connected to it. This article aims to help fill this
gap by proposing a theoretical and operational definition of free and fair elections. For
this purpose, the ten dimensions that make up the concept and the procedures to be followed to arrive at their measurement are described in depth. At the end of the analysis, we propose an index that measures the level of freedom and fairness of the elections
Quality of elections in Italy: a promising research field. Special issue introduction
Elections have become a common practice worldwide. This is partly a consequence of the spread of democracy beyond Western regions, a process that began in the second wave of democratization and has continued since the 1970s, when a third wave commenced. Additionally, it is due to the emergence of political systems that blend electoral procedures with a flawed application of the rule of law. As a result of the increasing importance of these so-called hybrid regimes, labels such as ‘illiberal democracy’ and ‘electoral authoritarianism’ are widely used – albeit somewhat criticized – in the field of comparative politics. While different types of political systems utilize elections, their function is not the same everywhere. Only in liberal democracies are elections a means of selecting rulers. However, even in those cases where effective competition exists, flaws may affect the electoral procedures. This explains why the quality of elections concept has gained significant relevance in recent research. But what exactly does ‘quality of elections’ mean? © 2023, Firenze University Press. All rights reserved
Masculin, féminin et fonctions sociales en bantu oriental - Les Comores
International audienceL'un des critères fondamentaux d'appartenance d'une langue au groupe bantu est l'existence de schèmes d'accords grammaticaux à régissant nominal, regroupés en classes formant de cinq à six genres non sexuels. Puisque ces genres ne sont pas sexuels, la distinction masculin / féminin n'est donc pas à chercher à ce niveau, mais bien plutôt dans l'usage que la langue fait de certains procédés de composition et dans la valeur sémantique de morphèmes dérivationnels verbaux
Who Did Participate in the Online Primary Elections of the Five Star Movement (M5S) in Italy? Causes, Features and Effects of the Selection Process
This research would analyze causes, characteristics and consequences of online primary elections organized by Five Star Movement (M5s), in December 2012, to select its MPs candidates. In particular, present work considers all the phases of this specific example of candidates selection process. Based on original and empirical data collected by C&LS research team, the work can be divided into four parts: after a general introduction, the article focuses its attention on the rules of the game (selectorate and candidacy rules) and measures the inclusion/exclusion level of the process, according to the scheme used by Reuven Hazan. So, this electoral study deals with the participation level and the voting distribution: how many people took place in the candidates selection process? How much “attractive” was the primary election and what was the level of competitiveness among candidates? The next part underlines the socio-graphical characteristics of the aspires MPs: who were the candidates and among these, what was the best candidates’ profile? What were the variables that took some candidates to a successful results and other candidates to the in-success? Finally, what are the consequences of this specific case of primary elections
LA CONOSCENZA DELLA STORIA DEL NOVECENTO IN USCITA DALLA SCUOLA SECONDARIA DI II GRADO
SAPIENZA - UNIVERSITÀ DI ROMA
DOTTORATO CONSORTILE IN PEDAGOGIA SPERIMENTALE – XXIV CICLO
Presentazione della tesi di dottorato di MILENA ROMBI
La conoscenza della storia del Novecento in uscita dalla scuola secondaria di II grado.
Un’indagine empirica sui livelli di conoscenza, rappresentazioni ed esperienze didattiche degli studenti neo-diplomati dell’Università “Sapienza”
Il nodo problematico da cui muove la ricerca è dato dalla percezione dell’esistenza di un vuoto di conoscenza a conclusione del ciclo di studi secondario superiore in ordine alla storia contemporanea, segnatamente di quella relativa alla seconda metà del Novecento. Vuoto di conoscenza che viene denunciato come particolarmente diffuso nonostante il mirato – e ormai non più recente – intervento legislativo con cui sono stati riformati i programmi al fine di “sancire il principio dell’inderogabilità di uno studio adeguato e approfondito della storia del XX secolo sino ai nostri giorni” (Decreto Ministero della Pubblica Istruzione n. 682, 4 novembre 1996).
L’esperienza maturata, come docente, nel campo specifico dell’insegnamento della storia nelle classi terminali delle scuole superiori, implementata dal confronto con numerosi storici contemporaneisti e dall’acquisizione degli esiti di sondaggi recenti sul rapporto dei giovani con l’apprendimento storico, è stata determinante nella messa a fuoco del problema. In particolare, ha consentito di rilevare e approfondire una palese contraddizione: da una parte è ampiamente riconosciuto il contributo che la storia più recente arreca ai fini della comprensione delle “radici del presente”, all’acquisizione di fondamentali competenze di cittadinanza attiva, all’orientamento critico nella complessità del reale; dall’altra si riscontra una diffusa disattenzione alla traduzione di queste finalità in concrete pratiche didattiche, che lascia evaso un bisogno di formazione sulla storia contemporanea non solo chiaramente esplicitato dalla normativa vigente, ma anche particolarmente avvertito dagli stessi studenti.
In considerazione del quadro problematico così delineato, la ricerca si prefigge di raccogliere elementi conoscitivi utili a delineare lo stato attuale dell’apprendimento della storia del Novecento al termine della scuola secondaria di II grado, fornendo un primo contributo alla ricognizione dell’esistente in un ambito disciplinare non ancora sottoposto a rilevazione empirica.
Per il raggiungimento di questa finalità sono stati definiti i seguenti obiettivi di ricerca:
• misurare i livelli di conoscenza della storia del Novecento raggiunti dagli studenti a conclusione della scuola secondaria di II grado;
• identificare le variabili di sfondo individuali e i fattori di contesto scolastico che esercitano maggiore influenza sulle prestazioni degli studenti;
• rilevare gli interessi, i punti di vista, le rappresentazioni degli studenti sulla storia del Novecento, con particolare attenzione alle fonti utilizzate per il suo apprendimento;
• acquisire le dichiarazioni degli studenti in merito alla qualità dell’offerta formativa e all’esperienza maturata nell’apprendimento scolastico della storia contemporanea.
Il lavoro di ricerca si è articolato in due fasi distinte, benchè tra loro strettamente connesse.
La prima fase, relativa all’indagine di sfondo, ha avuto come oggetto lo statuto epistemico della storia contemporanea, esplorato sia sul piano teorico che su quello pratico lungo i seguenti assi:
1. excursus storico-critico dei programmi di storia contemporanea emanati in Italia dall’Unità a oggi;
2. analisi dei curricoli di storia vigenti in cinque tra i più importanti Paesi dell’Unione Europea (Francia,
Germania, Inghilterra, Spagna, Paesi Bassi);
3. disamina degli esiti delle principali indagini osservative condotte sull’insegnamento/apprendimento
della storia negli ultimi decenni, in Italia e all’estero.
Il quadro teorico di riferimento è stato ricostruito attraverso un’accurata rassegna bibliografica, che ha incluso anche documenti informali, quali articoli di giornale e dossier pubblicati in alcuni siti web sulla storia contemporanea.
La seconda fase ha riguardato l’indagine empirica, il cui piano di sviluppo (ipotesi, campione, strumenti, metodologia, risultati) è illustrato all’interno della tesi in modo dettagliato, senza omettere i nodi problematici incontrati in itinere e le soluzioni di volta in volta adottate.
Per il raggiungimento degli obiettivi di ricerca sono stati messi a punto i seguenti strumenti di rilevazione:
• una prova oggettiva di profitto sulle rilevanze storiche del XX secolo, alla cui definizione ha concorso un panel di storici contemporaneisti e l’analisi comparativa dei 14 manuali di storia contemporanea più adottati nelle scuole superiori italiane. Tale prova è stata articolata in due parti simmetriche, relative rispettivamente alla prima e alla seconda metà del Novecento;
• un questionario studenti, volto alla rilevazione di un’articolata gamma di variabili individuali, di contesto e di processo da correlare agli esiti di apprendimento e da analizzare per descrivere le linee di tendenza delle preferenze e delle esperienze didattiche maturate dagli studenti nell’apprendimento della storia contemporanea.
Le dimensioni indagate dalla prova di profitto riguardano le conoscenze dichiarative sulla storia del Novecento, misurate attraverso 30 domande a scelta multipla semplice, 4 cloze test mirati, 8 tabelle cronologiche, mentre nel questionario le caratteristiche degli studenti e le variabili di sfondo (personali, motivazionali e scolastiche) sono state sondate attraverso 50 domande, prevalentemente strutturate.
Gli strumenti, costruiti e validati attraverso procedure di analisi di tipo statistico, sono stati somministrati a un campione di giudizio non probabilistico costituito da 793 studenti frequentanti nove Facoltà o Corsi di laurea della Università “Sapienza”, di cui 621 matricole diplomate nell’Esame di Stato 2010, in larghissima misura provenienti da indirizzi liceali.
I risultati della ricerca hanno posto in luce un ampio deficit di conoscenza in relazione alle vicende storiche riferibili alla seconda metà del Novecento: il numero di risposte sbagliate ammonta infatti al 57,3% del totale, con un tasso di omissioni molto elevato (15,7%). Di contro, gli studenti mostrano di possedere un bagaglio cognitivo più adeguato sugli eventi relativi alla prima metà del secolo (41,1% di risposte errate; 8,3% di risposte omesse). Questi esiti sono coerenti con quanto dichiarato dagli studenti in ordine al programma svolto nella classe terminale delle Superiori: sulla base dei dati raccolti, il 52% non ha studiato a scuola gli eventi storici successivi all’inizio della Guerra fredda, mentre oltre l’80% ha iniziato il programma con argomenti antecedenti la storia del XX secolo. Si può dunque affermare che la normativa scolastica, che prevede di riservare esclusivamente al Novecento l’insegnamento della storia nell’ultimo anno delle scuole superiori, risulta ancora ampiamente disattesa.
I risultati della prova di profitto appaiono ancor più deludenti se posti in relazione ad alcune importanti caratteristiche del campione di ricerca rilevate attraverso il questionario, quali l’elevata provenienza socio-economica e la positività del profilo in uscita dalle scuole superiori: la votazione media conseguita agli Esami di Stato risulta superiore di quasi 14 punti al voto medio nazionale e, oltre ad essere positivamente correlata al profitto, si mostra capace di spiegare da sola circa il 34% della varianza dei punteggi.
In controtendenza alla tradizionale superiorità femminile in prove concernenti materie umanistiche, la ricerca ha evidenziato una significativa differenza nei risultati di apprendimento a favore degli studenti maschi e l’esistenza di un notevole gap nelle prestazioni a vantaggio di quelli provenienti dal liceo classico.
Tra le variabili risultate maggiormente esplicative degli esiti di apprendimento figurano la spiccata preferenza accordata dagli studenti al Novecento rispetto ad altre epoche storiche, l’alto consenso dato alla presenza della storia contemporanea tra le materie curricolari obbligatorie, l’utilizzo di fonti di apprendimento di tipo non scolastico, l’importanza assegnata alla storia del pensiero e della cultura, l’adozione da parte degli insegnanti di metodologie didattiche innovative, quali la considerazione in classe di diverse interpretazioni storiografiche e la scelta di presentare gli eventi storici muovendo dalle problematiche del presente.
A completamento e chiusura della tesi sono state riportate le riflessioni sui risultati della ricerca sviluppate da alcuni esponenti di rilievo del sistema d’istruzione italiano e straniero, intervistati per il ruolo svolto in qualità di decisori politici (Berlinguer e Favini) o per quello di esperti nello specifico settore disciplinare dell’insegnamento/apprendimento della storia (Sabbatucci, Cajani, Kurstjens)
Sopravvenienze e rimedi nel contratto d'appalto: la previsione del cosiddetto obbligo di rinegoziazione
In this thesis I study how the legal system reacts (or ought to react) to unforeseen circumstances that interfere with the functioning of long term contractual relationships. More precisely, I investigate whether mandatory renegotiation would be an appropriate tool to guarantee the flexibility that long-term relationships require.
Furthermore, after having analyzed the instruments that our legal system offers to preserve long-term contractual relationships, I explore the solutions adopted by other legal systems. This comparative analysis helps to formulate normative proposals to improve the functioning of our legal system
The use of Sardinian granite by-products from the Sarrabus Gerrei region to be used in road pavement layers
In Sardinia abandoned granite by-products stockpiles deriving from different excavation and processing methods are becoming an environmental and economic concern. Currently, these materials derive mainly from the ornamental quarry industry, very active in the
region since late 1900’s, but also from civil engineering works consisting of tunnels, dams and other excavation projects. The storage of granite by-products in such great amount and for long periods produces damage to the environment, in terms of alterations of the
landscape that can be temporary but in several cases permanent wen waste deposits become part of the landscape surrounding, subtracting large extensions of land to more
important purposes such as agriculture. Also there is the visual and air pollution problem due to the suspension of fine particles in the air that these materials can produce when exposed for years to environmental climate conditions.
The possibility of using of such materials that are already been extracted and that for them energy and therefore CO2 emissions has already been spent, would decrease the use of
other natural aggregates that have yet to be excavated instead. Reducing the exploitation of non-renewable natural resources and limiting consumption of energy and CO2 emissions. In order to limit and in some cases solve some of these problems this thesis takes in to account the possibility of using granite by-products for road construction purposes. The possibility of using these materials, that in many cases are considered a waste, as a valid alternative to other aggregates that normally are used in pavement layers could decrease
road construction costs. In this research granite by-products from the Sarrabus-Gerrei region were studied to
evaluate the physical and mechanical properties to assess the possibility of using them to their fullest extent in both unbound and bound pavement layers. Three types of granite byproducts deriving from the same mother rock but subjected to different processes were studied. Two resulting from: Drill and Blast (D&B) and Tunnel Boring machine (TBM) excavation methods. The third material was obtained from the crushing of the larger blocks
obtained during D&B excavation. The work reported herein describes test conducted in order to determine the best suitable application according to the type of layer in which use such material, evaluating the possible variations in terms of physical and mechanical characteristics that granite by-product performed when subjected to different processes. A preliminary characterization was conducted evaluating the environmental compatibility
of such materials, based on Italian regulations on the use of excavated earth and rocks. The results of such tests were important to assess and determine the possible application in road pavement layers. Firstly, unbound layers were studied, analyzing aggregate properties and
performing tests on different mixes. Particular attention was given on the bound layers were both hydraulic and bitumen binders were studied. Soil-cement mixes were prepared using different percentages of Portland cement performing different. Then Hot Mix Asphalt
(HMA) samples were analysed in order to evaluate the affinity between granite and bitumen. Difficulties were emerged using this type of aggregates in HMA layers due to
adhesion problems between granite and bitumen. Stripping tests were performed and also attention was focused on the adhesion phenomena. In order to better understand such
phenomena and evaluate and measure potential parameters, digital image processing was conducted. Good values for the unbound layer, in which granite by-products were tested,
were measured. Furthermore, the use of such materials for cemented treated layers was evaluated obtaining as well good results
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