13 research outputs found

    Sperimentazione di un modello interdisciplinare per sviluppare istituzioni e policy basate sul valore delle competenze

    Get PDF
    Introduction Coaching is a personal development method that provides specific support towards acquiring a higher degree of awareness, responsibility, choice, trust and autonomy. This application in Health Care is developed in Italy by IPACS (Institutional & Public Coaching Services) within a methodology that integrates Mentoring - Individual Coaching - Team Coaching - Classroom Training, and lasts about 6 months. The aim of the study was to demonstrate how an integrated Coaching program could have an impact on the development of soft and hard skills mainly related to inter-disciplinary roles, and positively influence the achievement of System objectives set in the National Chronicity Plan by the Ministry of Health. Materials and Methods An integrated program of Coaching was applied to 2 Teams of Institutional professionals (18 of ASL Roma 4 and 23 of the National Institute for Infectious Diseases L. Spallanzani in Rome). Corresponding author: Francesca Cioffi [email protected] Open access In particular, the objectives shared in the action plan for ASL Roma 4 were the Reorganization of the First Intervention Point on the Territory, and the Inclusion of the Family Nurse in the Community while for the INMI L. Spallanzani were the Improvement of Retention in Care and the Multidisciplinary Management of Fragile Patients with Chronic Infectious Diseases. The improvement in the core skills (Communication, Result Orientation, Teamworking, Negotiation) was measured with an Assessment pre and post Coaching program. Capacity development was defined as effective for an increase score of at least 0.5 and excellent for at least 1.5 points. Intermediate results in skills development were monitored with an observation template. An action plan monitoring was carried out through the IPACS Empowerment platformÂź. Results During the study period, from February to September 2019, the 41 professionals involved reported the most important improvements in the ability t

    Descartes nel materialismo del tardo Settecento. Encyclopédie, Diderot, d'Holbach, Helvétius, Naigeon

    No full text
    A partire dalla metĂ  del Settecento, secondo quanto riferisce l’articolo «CartĂ©sianisme» dell’abbĂ© J. PestrĂ© e di J. Le Rond D’Alembert, apparso nel volume II dell’EncyclopĂ©die (1752), la filosofia naturale di Cartesio – la cosmologia, in primo luogo – Ăš ritenuta essere un documento del recente passato filosofico, interessante dal punto di vista del «metodo, che appariva accessibile a tutti», ma giĂ  caduco sul piano strettamente scientifico. Nel Discorso preliminare dell’EncyclopĂ©die (1751), d’altronde, lo stesso D’Alembert aveva reso omaggio alla figura intellettuale di Cartesio, riconoscendogli il merito «metodico» di aver spezzato «il giogo dei pregiudizi» proprio della «scolastica», pur essendo caduto egli stesso in errore. Quest’attitudine ambigua, di elogio, da una parte, per i meriti antiscolastici o antidogmatici e, dall’altra, di critica nel dettaglio per l’inefficacia scientifica, caratterizza in buona parte anche il giudizio espresso dai materialisti della cĂŽterie d’Holbach, da Diderot in prima istanza, il piĂč vicino alle concezioni atee della natura proprie del barone. L’EncyclopĂ©die – per la parte scientifica e matematica – Ăš una delle fonti d’informazione piĂč frequentate dai materialisti del tardo Settecento. La natura-macchina cartesiana, come affermĂČ PestrĂ©, peccava di semplicitĂ  in quanto metafora esplicativa. Il suo limite consisteva non tanto nell’assumere la «macchina» come modello – che rimarrĂ  valido, sotto altra forma, anche nella prospettiva materialistica –, quanto nel concepire la materia, nella natura, come pura estensione, nel non prendere in considerazione, nella macchina naturale stessa, l’azione di forze chimiche, principi d’azione ed energie vitali che la muovono dall’interno, la percorrono e le conferiscono un aspetto assai piĂč complesso da intendere che attraverso i semplici «principi meccanici» d’inerzia e di moto uniforme. La dinamicitĂ  contro l’inerzia, l’eterogeneitĂ  contro l’uniformitĂ , la chimica contro la fisica-meccanica: questi i tratti caratterizzanti della teoria della materia degli holbachiani, costantemente opposti, in modo critico, alla cosmologia e alla filosofia della natura di Descartes. Nonostante i ripetuti tentativi di mostrarne i presunti plagi, il pensiero di Descartes apparve fin dall'inizio come un punto di non ritorno nella storia della filosofia e un passaggio obbligato per ogni discorso sulla modernitĂ . Il paradigma cartesiano ha perĂČ generato immagini filosofiche divergenti e talvolta ingannevoli rispetto all'originario pensiero di Descartes, nonchĂ© interpretazioni storiografiche rivelatesi miraggi rispetto al contenuto dei testi nei quali Ăš stata tramandata la filosofia cartesiana. È una situazione che dura ancora oggi ed Ăš frutto della vitalitĂ  di una filosofia tuttora al centro delle discussioni contemporanee. Con questo volume il Gruppo di ricerche sul cartesianismo della «Sapienza» si propone di indagare alcuni di questi diversi "cartesianismi" per mostrare attraverso quali mediazioni e con quali conseguenze Ia filosofia cartesiana sia stata percepita, assimilata, rifiutata e trasformata nei corso degli ultimi quattro secoli, e quali relazioni queste discussioni filosofiche abbiano avuto con la ricerca storiografica su temi,autori e testi riconducibili a quella tradizione

    Descartes nel materialismo del tardo Settecento. Encyclopédie, Diderot, d'Holbach, Helvétius, Naigeon

    No full text
    A partire dalla metĂ  del Settecento, secondo quanto riferisce l’articolo «CartĂ©sianisme» dell’abbĂ© J. PestrĂ© e di J. Le Rond D’Alembert, apparso nel volume II dell’EncyclopĂ©die (1752), la filosofia naturale di Cartesio – la cosmologia, in primo luogo – Ăš ritenuta essere un documento del recente passato filosofico, interessante dal punto di vista del «metodo, che appariva accessibile a tutti», ma giĂ  caduco sul piano strettamente scientifico. Nel Discorso preliminare dell’EncyclopĂ©die (1751), d’altronde, lo stesso D’Alembert aveva reso omaggio alla figura intellettuale di Cartesio, riconoscendogli il merito «metodico» di aver spezzato «il giogo dei pregiudizi» proprio della «scolastica», pur essendo caduto egli stesso in errore. Quest’attitudine ambigua, di elogio, da una parte, per i meriti antiscolastici o antidogmatici e, dall’altra, di critica nel dettaglio per l’inefficacia scientifica, caratterizza in buona parte anche il giudizio espresso dai materialisti della cĂŽterie d’Holbach, da Diderot in prima istanza, il piĂč vicino alle concezioni atee della natura proprie del barone. L’EncyclopĂ©die – per la parte scientifica e matematica – Ăš una delle fonti d’informazione piĂč frequentate dai materialisti del tardo Settecento. La natura-macchina cartesiana, come affermĂČ PestrĂ©, peccava di semplicitĂ  in quanto metafora esplicativa. Il suo limite consisteva non tanto nell’assumere la «macchina» come modello – che rimarrĂ  valido, sotto altra forma, anche nella prospettiva materialistica –, quanto nel concepire la materia, nella natura, come pura estensione, nel non prendere in considerazione, nella macchina naturale stessa, l’azione di forze chimiche, principi d’azione ed energie vitali che la muovono dall’interno, la percorrono e le conferiscono un aspetto assai piĂč complesso da intendere che attraverso i semplici «principi meccanici» d’inerzia e di moto uniforme. La dinamicitĂ  contro l’inerzia, l’eterogeneitĂ  contro l’uniformitĂ , la chimica contro la fisica-meccanica: questi i tratti caratterizzanti della teoria della materia degli holbachiani, costantemente opposti, in modo critico, alla cosmologia e alla filosofia della natura di Descartes. Nonostante i ripetuti tentativi di mostrarne i presunti plagi, il pensiero di Descartes apparve fin dall'inizio come un punto di non ritorno nella storia della filosofia e un passaggio obbligato per ogni discorso sulla modernitĂ . Il paradigma cartesiano ha perĂČ generato immagini filosofiche divergenti e talvolta ingannevoli rispetto all'originario pensiero di Descartes, nonchĂ© interpretazioni storiografiche rivelatesi miraggi rispetto al contenuto dei testi nei quali Ăš stata tramandata la filosofia cartesiana. È una situazione che dura ancora oggi ed Ăš frutto della vitalitĂ  di una filosofia tuttora al centro delle discussioni contemporanee. Con questo volume il Gruppo di ricerche sul cartesianismo della «Sapienza» si propone di indagare alcuni di questi diversi "cartesianismi" per mostrare attraverso quali mediazioni e con quali conseguenze Ia filosofia cartesiana sia stata percepita, assimilata, rifiutata e trasformata nei corso degli ultimi quattro secoli, e quali relazioni queste discussioni filosofiche abbiano avuto con la ricerca storiografica su temi,autori e testi riconducibili a quella tradizione

    RĂ©volution et praxis dans "Le Neveu de Rameau", roman du jeu de l'Ă©thique sociale

    No full text
    Le Neveu de Rameau entre dans l'oeuvre de Hegel comme l'une des figures de l'esprit . Comme une tragĂ©die de la libertĂ©. En quel sens faut-il entendre ce mot de “tragĂ©die”? La tragĂ©die du Neveu est la mĂȘme que vit Don Quichotte de Cervantes, auquel Diderot se rĂ©fĂšre dans Les deux amis de Bourbonne comme au modĂšle de conteur “historique” dit-il, “qui a pour objet la vĂ©ritĂ© rigoureuse”. Sa tragĂ©die consiste en ceci: le neveu est un individu culturellement libre, il reprĂ©sente la libertĂ© absolue du langage de la culture — Kultur, ce que Hegel appelle “le monde de l'esprit etrangĂ© Ă  lui-mĂȘme” — il revendique son autonomie pour soi, par rapport aux lois de l'espĂšce sociale, mais la signification de son acte individuel de libertĂ© est dĂ©tachĂ©e de la substance ethique, de la communautĂ© des hommes. L’action de Quichotte n'est pas rĂ©connue par les sujets mis en cause par l'hĂ©ro, qui se bat pour remettre en valeur une justice commune. Ce sujet de l'acte libĂ©rateur, donc, considĂšre sa mission comme folie et vanitĂ©. Mais la vie sensĂ©e, enfin, c'est la vie inutile, ludique, que mĂšne aussi ce bouffon du monde fĂ©odal qu’est le neveu de Jean-Philippe Rameau. Son acte est d'autant plus inutile qu'il est plein de sens. Sa conscience dĂ©chirĂ©e, agissant entre ses deux mondes, celui de la “pure conscience de soi” libre, et le monde de la “rĂ©alitĂ© effectuelle” d’illibertĂ©, devient geste, allure visible. Comment et dans quelle mesure peut-on voir, dans ce dialogue de Diderot, l'expression pratique d'une conscience prĂ©-rĂ©volutionnaire, que Hegel fait coĂŻncider avec l'avĂ©nĂ©ment de la crise de l'ancien rĂ©gime, prĂ©cĂ©dant la RĂ©volution française

    RĂ©volution et praxis dans "Le Neveu de Rameau", roman du jeu de l'Ă©thique sociale

    No full text
    Le Neveu de Rameau entre dans l'oeuvre de Hegel comme l'une des figures de l'esprit . Comme une tragĂ©die de la libertĂ©. En quel sens faut-il entendre ce mot de “tragĂ©die”? La tragĂ©die du Neveu est la mĂȘme que vit Don Quichotte de Cervantes, auquel Diderot se rĂ©fĂšre dans Les deux amis de Bourbonne comme au modĂšle de conteur “historique” dit-il, “qui a pour objet la vĂ©ritĂ© rigoureuse”. Sa tragĂ©die consiste en ceci: le neveu est un individu culturellement libre, il reprĂ©sente la libertĂ© absolue du langage de la culture — Kultur, ce que Hegel appelle “le monde de l'esprit etrangĂ© Ă  lui-mĂȘme” — il revendique son autonomie pour soi, par rapport aux lois de l'espĂšce sociale, mais la signification de son acte individuel de libertĂ© est dĂ©tachĂ©e de la substance ethique, de la communautĂ© des hommes. L’action de Quichotte n'est pas rĂ©connue par les sujets mis en cause par l'hĂ©ro, qui se bat pour remettre en valeur une justice commune. Ce sujet de l'acte libĂ©rateur, donc, considĂšre sa mission comme folie et vanitĂ©. Mais la vie sensĂ©e, enfin, c'est la vie inutile, ludique, que mĂšne aussi ce bouffon du monde fĂ©odal qu’est le neveu de Jean-Philippe Rameau. Son acte est d'autant plus inutile qu'il est plein de sens. Sa conscience dĂ©chirĂ©e, agissant entre ses deux mondes, celui de la “pure conscience de soi” libre, et le monde de la “rĂ©alitĂ© effectuelle” d’illibertĂ©, devient geste, allure visible. Comment et dans quelle mesure peut-on voir, dans ce dialogue de Diderot, l'expression pratique d'une conscience prĂ©-rĂ©volutionnaire, que Hegel fait coĂŻncider avec l'avĂ©nĂ©ment de la crise de l'ancien rĂ©gime, prĂ©cĂ©dant la RĂ©volution française

    La valutazione del rischio tubercolosi nelle strutture sanitarie

    No full text
    Tuberculosis transmission is a significant hazard in healthcare settings. Risk factors suggested by CDC guidelines in 1994, which were adopted by Italian Ministry of Health, were assessed in 29 centers via questionnaires in 2005. Few centers were equipped with negative pressure, respiratory isolation rooms. Half of the centers had high or ongoing risk. The hazard is underestimated mostly because of a high number of initial undiagnosed TB patients
    corecore