204 research outputs found

    Sperimentazione di un modello interdisciplinare per sviluppare istituzioni e policy basate sul valore delle competenze

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    Introduction Coaching is a personal development method that provides specific support towards acquiring a higher degree of awareness, responsibility, choice, trust and autonomy. This application in Health Care is developed in Italy by IPACS (Institutional & Public Coaching Services) within a methodology that integrates Mentoring - Individual Coaching - Team Coaching - Classroom Training, and lasts about 6 months. The aim of the study was to demonstrate how an integrated Coaching program could have an impact on the development of soft and hard skills mainly related to inter-disciplinary roles, and positively influence the achievement of System objectives set in the National Chronicity Plan by the Ministry of Health. Materials and Methods An integrated program of Coaching was applied to 2 Teams of Institutional professionals (18 of ASL Roma 4 and 23 of the National Institute for Infectious Diseases L. Spallanzani in Rome). Corresponding author: Francesca Cioffi [email protected] Open access In particular, the objectives shared in the action plan for ASL Roma 4 were the Reorganization of the First Intervention Point on the Territory, and the Inclusion of the Family Nurse in the Community while for the INMI L. Spallanzani were the Improvement of Retention in Care and the Multidisciplinary Management of Fragile Patients with Chronic Infectious Diseases. The improvement in the core skills (Communication, Result Orientation, Teamworking, Negotiation) was measured with an Assessment pre and post Coaching program. Capacity development was defined as effective for an increase score of at least 0.5 and excellent for at least 1.5 points. Intermediate results in skills development were monitored with an observation template. An action plan monitoring was carried out through the IPACS Empowerment platform®. Results During the study period, from February to September 2019, the 41 professionals involved reported the most important improvements in the ability t

    «Péninsule, archipel, déterritorialisation. Où va le philosopher italien ?»

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    D’Alembert «traduit» Chambers. Les articles de mécanique, de la Cyclopaedia à l’Encyclopédie

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    La contribution de Jean Le Rond D'Alembert à la partie mathématique et scientifique de l'"Encyclopédie" est certes très riche mais aussi difficile a cerner. La plus part des articles de mécanique, par exemple, est tirée de la traduction anglaise de la "Cyclopaedia" (1728) d'E. Chambers, l'ouvrage qui avait inspiré le projet originaire de l'"Encyclopédie" de Diderot. Notre étude développe une analyse philologique des deux textes (Chambers et D'Alembert), pour cerner la contribution originale du philosophe français à la synthèse encyclopédique nouvelle. La nouveauté consiste principalement dans l'exposition/vulgarisation du newtonianisme et dans l'enrichissement des textes de Chambers (qui ont été laissés tels quels, dans la majorité des cas), avec des interpolations significatives, qui visent a en améliorer la clarté et la richesse d'information

    Illuminismo

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    Questo Dizionario gramsciano 1926 1937 si pone l'obiettivo di ricostruire e presen¬tare al lettore - in termini il più possibile accessibili - il significato dei lemmi, del¬le espressioni, dei concetti gramsciani, limitatamente al periodo della riflessione carceraria consegnata ai Quaderni del carcere e alle Lettere dal carcere, cercando inoltre di delucidare il ruolo e il significato che in tale riflessione hanno i princi¬pali "interlocutori" a vario titolo presenti, dagli autori che Gramsci legge e chio¬sa ai maggiori personaggi storici sui quali scrive, ad alcune delle persone care più ricorrenti soprattutto nella sua corrispondenza epistolare. La delimitazione temporale del nostro lavoro è stata determinata, da un lato, dal fatto che il pensiero carcerario è più coeso e organico; dall'altro, dal fatto che essa permette di usare quegli strumenti filologici (in primo luogo l'edizione criti¬ca dei Quaderni a cura di Valentino Gerratana) che ancora non sono disponibili per gli scritti precarcerari. Tuttavia, in molti casi, laddove gli autori delle voci lo hanno ritenuto utile, sono stati fatti richiami anche a quanto Gramsci aveva scrit¬to negli anni precedenti il carcere. I1 Dizionario nasce dalla convinzione che lo stato dei testi carcerari e la loro storia, il metodo "analogico" seguito da Gramsci, lo spirito di ricerca e di dialo¬gicità che li caratterizza, la peculiare "multiversità" del linguaggio dell'autore e persino l'ingente ed eterogenea mole interpretativa prodotta fino a oggi rendano tutt'altro che agevole al lettore comune, e in buona parte anche allo studioso, la comprensione del significato o della possibile gamma di significati delle "parole di Gramsci"

    La ragione ha i suoi occhi: l’ateismo clandestino di Jean Meslier: una sintesi

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    La figura di Jean Meslier è ancora oggi poco considerata, in Italia e in Europa, nel novero dei filosofi eterodossi e clandestini dell’epoca moderna. Riscoperto dagli studi universitari, agli inizi degli anni ‘60 del secolo scorso, grazie all’opera di Maurice Dommanget, poi restituito agli studi critici, dopo secoli di letture parziali e “ideologiche”, grazie all’edizione critica in tre volumi delle OEuvres e del grande Mémoire des pensées et des sentiments de Jean Meslier (a lungo noto sotto il nome di Testament de Jean Meslier, per via dell’Extrait edulcorato [traduzione/mistificazione deistica] di Voltaire –, curati da Albert Soboul, Jean Deprun e Roland Desné, pubblicate tra il 1970 e il 1972, Meslier è autore da tempo ritenuto minore o poco originale nello stesso contesto degli studi sulla letteratura eterodossa e clandestina dell’età moderna. Le monografie (Dommanget, Deruette ecc.) o studi estesi dedicati all’integralità dell’opera filosofica di Meslier sono pochi. L’ imponente volume di Miguel Benítez1 trova dunque un posto di rilievo nel quadro degli studi recenti su Meslier, che dagli inizi degli anni ‘80 del secolo scorso sono cresciuti di numero e di qualità, sulla scia dell’edizione Soboul-Deprun-Desné e dei lavori svolti in Francia dal Groupe de Recherche sur l’histoire du matérialisme, e il Groupe de recherche sur la littérature clandestine, animati per oltre un ventennio, all’Università di Paris 1 Pantéon-Sorbonne, da Olivier René Bloch, e poi proseguiti, alla stessa Sorbonne, nel quadro del CELLF 17e-18e siècles, animati da Geneviève Artigas Menant e Sylvain Menant. In tale contesto di studio e di dibattito trova le sue origini il lavoro di Benítez

    Antonio Gramsci: le problème de la traductibilité des cultures

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    Antonio Gramsci (1891-1937), au début du XXe siècle, est l’un des philosophes de la politique les plus originaux, en dehors des circuits académiques de la culture “haute” du Novecento, en Italie et en Europe. Grâce à une confrontation critique avec le représentant le plus éminent de cette culture, Benedetto Croce (1866-1952), Gramsci développe sa nouvelle philosophie de la culture, et la « philosophie de la praxis », qui prétend dépasser les frontières des États nationaux – à une époque où les nationalismes belliqueux et coloniaux ravageaient le monde entier – sur le socle de l’internationalisme marxiste lié à la Révolution russe de 1917 dont il s‘inspire. L’un des volets de sa réflexion autour de la Révolution sera le problème de la traduction entre les différentes traditions “populaires-nationales”, entre leurs différents langages (pour atteindre une universalité concrète et élargir ainsi les frontières de la nouvelle révolution prolétarienne), et celui de la traductibilité des cultures qui les sous-tendent. Sujet, parmi d’autres, le plus actuel dans le centenaire de la Révolution de 1917

    POLITICA E DIRITTI TRA EUROPA E MAGHREB. Alle origini della nozione di laicità

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    La tematica che propongo qui – politica e diritti con riguardo alla genesi del concetto di laicità, nel rapporto tra Europa e Islam – eccede senz’altro i limiti di un semplice saggio. Tenterò dunque di abbozzare solo i contorni della questione, con riferimento alle prime apparizioni della “cosa” in questione, la laicità, nell’età dell’Illuminismo e della Rivoluzione del 1789, prima che appaia la parola laïcité, in francese (la prima delle lingue europee) e la difficoltà di traduzione del concetto in contesto arabo-islamico. Il termine laicità appare infatti in Francia solo alla fine del XIX secolo, in occasione del caso Dreyfus, affermandosi poi nella lingua corrente sulla scia della Loi Émile Combes, del 1905, ancora oggi in vigore (con alcuni ritocchi reazionari voluti da Sarkozy), che sancì la radicale separazione dello Stato dalle Chiese, in particolare la Cattolica, soprattutto sul terreno dell’educazione. Tuttavia, l’aggettivo laïque (o laïc) esisteva già da gran tempo, come attestano i dizionari dei secoli XVII e XVIII. Il significato era sinonimo di “secolare”, ossia di non appartenente al clero o all’apparato ecclesiastico, con valenza neutra, avente anche funzione di sostantivo

    Le problème de l’individualité biologique et historique dans Le Neveu de Rameau

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    Un filosofo della Sorbona s'interroga sull'attualità del liberalismo. I seminari del Groupe de Recherche sur l'Histoire du Matérialisme

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    This essay show the context of a Conference held by a french specialist of contemporary political philosophy (Bertrand Ogilvie), member of the Groupe de Recherches sur l'histoire du matérialisme, directed by Olivier R. Bloch. Ogilvie ask questions about the liberal tradition, actuality and aims of the most fundamental grounds and thesis of contemporary thought, the critical situation of liberalism at the end of XXth Century

    "Un assez bon nombre de bonnes plaisanteries". La littérature clandestine et hétérodoxe dans la "Correspondance" de Diderot

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    L'essai se propose comme une enquete détaillèe et une recognition philologique qutour de la présence des auteurs de la littérature philosophique clandestine dans la Correspondance de Diderot. L'attitude du Philosophe à l'égard de l'univers des clandestins est à la fois celle de l'intéret profond et de la distanciation ironique. Tout en faisant siennes les instances doctrinales et culturelle des auteurs, critiques de la religion chrétienne et des préjugés théologiques
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