8 research outputs found

    PericolositĂ  persistente e braccialetto elettronico

    No full text
    Gli AA trattano delle prospettive di abolizione/revisione della pericolositĂ  sociale dei soggetti giudicati imputabili alla luce del concetto di pericolositĂ  persistente (Moore et al, 1984)

    Efficacia e Sicurezza del trattamento con microsfere a rilascio di farmaco nel colangiocarcinoma (CCA) in stadio avanzato: risultati in 124 pazienti

    No full text
    Scopo: Le opzioni terapeutiche nei colangiocarcinomi avanzati sono oggi limitate. Scopo dello studio \ue8 determinare efficacia e sicurezza della chemioembolizzazione intraarteriosa con microsfere a rilascio di Doxorubicina (DEBDOX) nei CCA intraepatici non operabili. Materiali e metodi: Tra Febbraio 2006 e Settembre 2013, 104 pz con CCA istologicamente documentato sono stati trattati con DEBDOX dopo essere stati giudicati inoperabili da un team di chirurghi, oncologi e radiologi oncologici. Sono stati eseguiti 328 trattamenti (in media 3/pz) con intervallo minimo di 4 settimane (in media 7). Ogni trattamento prevede l\u2019infusione di 2-4 ml di microsfere (70-150 ?m in 226 pz, 100-300 ?m in 102 pz) precaricate con doxorubicina (50-150 mg) nei vasi afferenti alla lesione. La prima TC di controllo \ue8 stata eseguita ad 1 mese ed in seguito ogni 3 mesi. Risultati: La chemioembolizzazione con DEBDOX \ue8 risultata fattibile in tutti i pz. I giorni di degenza post-procedura sono stati in media 1,8. Il trattamento \ue8 stato ben tollerato senza casi di tossicit\ue0 sistemica; si sono sviluppati 6 ascessi epatici post-trattamento. Si \ue8 osservata stabilit\ue0 di malattia in 94 su 104 pz (90,4%), risposta parziale in 7 pz (6,7%) e 3 casi (2,8%) di malattia in progressione (criteri di Choi). In 4 casi, dopo il trattamento, la neoplasia \ue8 divenuta operabile ed \ue8 stata eseguita una resezione epatica. Ad un follow-up medio di 14 mesi (range 1-26), 68 pz sono in vita (65,3%), 36 deceduti (34,7%). I dati sono ancora in fase di raccolta perci\uf2 \ue8 presto per effettuare un\u2019analisi della sopravvivenza. Conclusioni: DEBDOX \ue8 una procedura semplice ed efficace con alta percentuale di controllo di malattia nei CCA. DEBDOX potrebbe migliorare l\u2019outcome di questi pz ma dati ulteriori sono necessari per confermare questi risultati preliminari

    Ruolo della chemioembolizzazione intra-arteriosa (TACE) con microsfere a rilascio di Irinotecano (DEBIRI) nel trattamento delle metastasi epatiche da melanoma dell\u2019uvea

    No full text
    Scopo: Il 50% circa dei pazienti con melanoma dell\u2019uvea (UV) svilupper\ue0 metastasi, in prevalenza epatiche. La prognosi dei melanomi uveali metastatici (mUM) \ue8 severa e, ad oggi, non vi \ue8 una terapia standard. Materiali e metodi: Sono stati analizzati in modo prospettico i dati di 141 pazienti con mUM sottoposti, come approccio iniziale, a TACE con DEBIRI (12,1%), terapia sistemica (39,7%), entrambe (33,3%) o nessuna delle due (14,9%) da Settembre 1990 a Settembre 2013. Risultati: Il tempo medio libero da malattia \ue8 stato di 23,1 mesi, la sopravvivenza media dei pazienti in IV stadio \ue8 stata di 18,1 mesi. La percentuale di coinvolgimento epatico (RR 1.3), la presenza di malattia multi organo (RR 2.0), l\u2019incremento dei livelli di LDH (RR 1.8) ed un performance status secondo i criteri WHO pari a 1 (RR 1.6) o 2-3 (RR 4,7) sono stati associati ad una prognosi peggiore. In presenza di lunghi intervalli liberi da malattia (RR 0.9), il ricorso a TACE con DEBIRI nel trattamento delle metastasi epatiche ha determinato un incremento della sopravvivenza (22,6 mesi) rispetto alle sole chemioterapie sistemiche (14.4 mesi). In particolare la combinazione di DEBIRI TACE con fotemustina per via sistemica ha determinato il maggiore incremento della sopravvivenza (RR 0,5). Conclusioni: La prognosi dei melanomi uveali metastatici \ue8 influenzata da: percentuale di coinvolgimento epatico, presenza di malattia multiorgano, livelli di LDH, performance status, intervallo libero da malattia e dalla terapia loco regionale con DEBIRI

    ModalitĂ  di presentazione del disagio psichico nei migranti: accessi in pronto soccorso e comportamenti suicidairi.

    No full text
    Dall'analisi degli accessi al PS dei due ospedali di Modena di italiani e stranieri e il numero di suicidi, gli AA fanno alcune considerazioni sulla difficoltĂ  di individuare un percorso di presa in carico psichiatrica per i pazienti migranti che nel 59% dei casi presentano disturbi apsecifici, suggestivi di somatizzazione

    Role of non-neoplastic portal vein thrombosis in the natural history of patients with cirrhosis and first diagnosis of hepatocellular carcinoma

    No full text
    Background aims: Hepatocellular carcinoma (HCC) can increase the risk of non-neoplastic portal vein thrombosis (PVT) in cirrhosis. However, natural history of PVT and its prognostic role in HCC patients are unknown. Approach results: Consecutive cirrhotic HCC patients undergoing laparoscopic ablation were retrospectively evaluated and followed-up to 36 months. HCC and PVT characteristics and evolution were reviewed. PVT was categorized according to lumen occupancy (≤ 50%, > 50% < 100% and = 100%) and extension to other veins. Evolution of thrombosis was considered at 1 year from diagnosis. Variables associated with presence of PVT and evolution patterns were analyzed, as well as their impact on survival. Seven-hundreds-fifty patients were included, 88 with PVT. On multivariate analysis, the occurrence of PVT at HCC diagnosis was associated with pre-treatment total tumor volume (p < 0.001) and clinically-significant portal hypertension (p = 0.005). During follow-up, 46 de novo PVT occurred, 27/46 (58.7%) in presence of viable tumor. Among 115 PVT diagnosed in presence of HCC, 83 had available radiological follow-up, and 22 were anticoagulated. The 'complete/progressive' evolution pattern was associated with non-response to HCC treatment in non-anticoagulated patients. The presence of PVT was independently associated with lower overall survival, particularly when progressive or occlusive (p < 0.001). A higher competing risk of death emerged for 'complete and progressive' PVT, both for HCC-related (p < 0.001) and non-HCC-related (p = 0.002) death. Conclusions: HCC represents an independent risk factor for the occurrence and progression of PVT in cirrhosis. Since progressive and occlusive PVT seems to be an independent factor associated with mortality, screening and prompt treatment of this complication should be considered
    corecore