28 research outputs found

    Stereotactic MR-guided adaptive radiotherapy (SMART) for primary rectal cancer: evaluation of early toxicity and pathological response

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    Background: The purpose of this study is to measure the effects of stereotactic MR-guided adaptive radiotherapy (SMART) for rectal cancer patients in terms of early toxicity and pathological response. Materials and methods: For this prospective pilot study, patients diagnosed with locally advanced rectal cancer (LARC) with positive lymph node clinical staging underwent SMART on rectal lesion and mesorectum using hybrid MR-Linac (MRIdian ViewRay). Dose prescription at 80% isodose for the rectal lesion and mesorectum was 40 Gy (8 Gy/fr) and 25 Gy (5 Gy/fr), respectively, delivered on 5 days (3 fr/week). Response assessment by MRI was performed 3 weeks after SMART, then patients fit for surgery underwent total mesorectal excision. Primary endpoint was evaluation of adverse effect of radiotherapy. Secondary endpoint was pathological complete response rate. Early toxicity was graded according to the Common Terminology Criteria for Adverse Events (CTCAE v5.0). Results: From October 2020 to January 2022, twenty patients underwent rectal SMART. No grade 3–5 toxicity was recorded. Twelve patients were eligible for total mesorectal excision (TME). Mean interval between the completion of SMART and surgery was 4 weeks. Pathological downstaging occurred in all patients; rate of pathological complete response (pCR) was 17%. pCR occurred with a prolonged time to surgery (> 7 weeks). Conclusion: To our knowledge, this is the first study to use stereotactic radiotherapy for primary rectal cancer. SMART for rectal cancer is well tolerated and effective in terms of tumor regression, especially if followed by delayed surgery.

    Dove va la festa? Traiettorie quali-quantitative dell’Atlante delle Feste Popolari del Piemonte

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    L’Atlante delle Feste Popolari del Piemonte a quindici anni dalla sua ideazione e realizzazione rappresenta oggi una rilevante base di conoscenza, un patrimonio rituale che permette di condurre importanti analisi critiche delle informazioni raccolte di terreno e di archivio. L'Atlante è un vasto archivio di dati etnografici fondamentale per comprendere le traiettorie del tempo festivo, del dove va la festa? alla luce dei sempre più incalzanti mutamenti culturali e sociali che trascorrono al presente, al punto di mettere in discussione la sopravvivenza stessa dei gesti e delle parole dell’evolutiva oralità di tradizione

    Presentazione

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    Il volume raccoglie gli "Indici" della rivista "Il Folklore Italiano", fondata nel 1925 da Raffaele Corso, una delle voci più autorevoli del panorama folklorico, che ha accompagnato la ricerca in questo settore per oltre un trentennio (1925-1959). Gli "Indici" rappresentano l’esito conclusivo di un lavoro certosino: gli autori, infatti, dopo aver studiato con attenzione gli "Indici" delle maggiori riviste contemporanee, e dopo essersi lungamente confrontati con i maggiori studiosi del settore sui criteri di costruzione dell’opera, donano ai ricercatori uno strumento di lavoro da tempo auspicato e atteso, frutto di un paziente lavoro di spoglio. Gli "Indici" sono strutturati in nove sezioni che consentono di svolgere una consultazione semplice ed efficace, senza altresì ridurre le chiavi di accesso ai contenuti. Lo studio e l’approfondita conoscenza della disciplina dei curatori hanno permesso di esorcizzare il pericolo che una materia così notevole per la storia del folklore restasse silente

    Fame di cibo e di divinità. La Badia di Sampeyre: un patrimonio di intangibile ritualità

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    Ogni cinque anni a Sampeyre, nella montagna cuneese, la comunità celebra il rito della Badia, un istituto folklorico virile che organizza il Carnevale, rito d’inizio anno sempre rinnovato senza soluzione di continuità, anche quando le montagne si sono spopolate per un’epocale emigrazione. La scansione quinquennale della badia richiama al bisogno di ri-costruzione sociale e culturale della comunità che ha subito la diaspora dell’abbandono, ripetendo nel solco degli antenati i gesti e le parole del teatro della vita. La fame di divinità e di cibo che ha scandito nel corso delle stagioni e dei tempi il vivere tradizionale delle montagne, alla ricerca degli dei che governano il risveglio della natura per superare con il magismo rituale il bisogno di nutrimento, ancora oggi viene rappresentata in un complesso, simbolico apparato carnevalesco che rinvia ad un bisogno di sacralità comunitaria. Nella rappresentata memoria del divino e della condivisione del cibo la badia trova le ragioni sostanziali per ri-attualizzare il rito in funzione di una comunità che nella tradizione trova nuove traiettorie di futuro. Una mascherata foresta di simboli che rinvia a miti anche precristiani che hanno presieduto e presiedono ancora alla vita di queste montagne. Una storia di gesti e di parole che è parte della rinascita e della riscoperta del cibo della tradizione e delle divinità che custodiscono ancora allude alla natura. A partire da queste considerazioni è stata condotta una ricerca di antropologia visiva che ha documentato il rito carnevalesco del 2017. Dieci unità di ripresa hanno, nel contempo, filmato, memorizzato e analizzato criticamente lo svolgersi spazio-temporale dell’azione rituale. Oltre alle ragioni scientifiche che hanno portato il gruppo di ricerca ad indagare il terreno rituale di Sampeyre, l’originale materiale filmico permette di documentare e interpretare uno dei più importanti carnevali della tradizione alpina, festa identitaria in cui si riconosce il popolo occitano, nella prospettiva di avviarne il riconoscimento Unesco quale patrimonio immateriale dell’umanità
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