131 research outputs found
Arsenic in mining environments: evidences from Sardinia (Italy)
In Sardinia, the dispersion of arsenic in the environment appears strictly linked with mineralised bodies and
mining activities. Currently, the areas of main concern are the active gold mine at Furtei, and the abandoned Pb-
As mine at Baccu Locci. At Furtei, the main sources of arsenic are enargite, and arsenian pyrite; an ongoing
monitoring program of water quality in the area around the mine documented so far no major changes with
respect to pre-mine conditions, except for the formation of extremely acid, As-rich pit lakes. At Baccu Locci, the
main primary source is arsenopyrite; arsenic dispersion is essentially due to the past unwise practice of
discarding mine tailings into the nearby creek. Arsenic is slowly released from residual arsenopyrite and
temporary secondary mineral traps such as Fe-oxyhydroxides, causing contamination of soils and waters as far
as 10 km downstream of the mine
A hybrid assessment of clinical mobility test items for evaluating individuals with mild traumatic brain injury
Background and Purpose: The Functional Gait Assessment (FGA) and High Level Mobility Assessment Tool (HiMAT) are clinical batteries used to assess people with mild traumatic brain injury (mTBI). However, neither assessment was specifically developed for people with mTBI; the FGA was developed to evaluate vestibular deficits, and the HiMAT was developed for individuals with more severe TBI. To maximize the sensitivity and reduce the time burden of these assessments, the purpose of this study was to determine the combination of FGA and HiMAT items that best discriminates persons with persistent symptoms from mTBI from healthy controls. Methods: Fifty-three symptomatic civilians with persistent symptoms from mTBI (21% male, age 31(9.5) years, 328 (267) days since concussion and 57 healthy adults (28% male, age 32(9.6) years) participated across three sites. The FGA and HiMAT were evaluated sequentially as part of a larger study. To determine the best combination of items, a lasso-based generalized linear model (glm) was fit to all data. Results: The area under the curve (AUC) for FGA and HiMAT total scores were 0.68 and 0.66, respectively. Lasso regression selected four items including FGA Gait with Horizontal Head Turns and with Pivot Turn, and HiMAT Fast Forward and Backward Walk, and yielded an AUC (95% CI) of 0.71 (0.61, 0.79) using standard scoring. Discussion and Conclusions: The results provide initial evidence supporting a reduced, hybrid assessment of mobility (HAM-4-mTBI) for monitoring individuals with mTBI. Future work should validate the HAM-4-mTBI and investigate its utility for tracking progression throughout rehabilitation
ACTA OTORHINOLARYNGOLOGICA ITALICA
Le asimmetrie maxillo-mandibolari riconoscono numerose eziologie: congenita, traumatica, iatrogena e post resezione oncologica. I pazienti affetti da malformazioni congenite vengono generalmente sottoposti a chirurgia ortognatica con o senza procedure aggiuntive (genioplastica, impianti alloplastici) con risultati soddisfacenti. Tuttavia, nonostante il raggiungimento della simmetria scheletrica può esitare una asimmetria residua più o meno evidente. Lo studio presentato è stato effettuato su 45 pazienti (29 femmine e 16 maschi), trattati chirurgicamente tra Dicembre 2012 e Giugno 2014. Tutti i pazienti erano affetti da asimmetria maxillo-mandibolare e sono stati sottoposti a chirurgia ortognatica per la correzione ossea della deformità. Le alterazioni residue sono state trattate con lipofilling. In tutti i casi si è osservato un buon attecchimento del grasso a livello del sito ricevente. Lanalisi retrospettiva della documentazione fotografica ha dimostrato un progressivo decremento dei volumi raggiunti in seguito al trattamento con lipofilling fino a sei mesi dalla procedura, dopodiché i volumi sono rimasti invariati. Non sono state riportate complicanze significative sia a livello del sito donatore sia del ricevente. Un lieve edema ecchimotico è stato osservato frequentemente nella prima settimana post-operatoria, non sono stati riportati casi di ematoma, infezioni, danni nervosi o vascolari. 24 pazienti hanno avuto necessità di ulteriori applicazioni, una seconda applicazione si è resa necessaria in 22 pazienti ed una terza in 2 pazienti. (totale di 69 procedure). Sulla base dei risultati di questo studio la metodica del lipofilling si è dimostrata semplice, efficace e facilmente riproducibile, mostrando un alto indice di soddisfazione da parte dei pazienti e una scarsa incidenza di svantaggi e complicanze. Abbiamo inoltre dimostrato come il successo del riempimento con grasso autologo sia dipendente dalla subunità del viso che viene trattata. Le regioni malare e della guancia hanno mostrato i migliori risultati mentre le subunità corrispondenti al labbro inferiore e superiore hanno mostrato uno scarso attecchimento del grasso innestato, con una conseguente maggiore perdita di volume. In conclusione si può dire che le procedure composite, che prevedono lutilizzo congiunto della correzione chirurgica delle basi scheletriche e un successivo ritocco per mezzo di innesto di grasso autologo, costituiscono una opzione addizionale e personalizzabile per i pazienti affetti da malformazioni maxillo-mandibolari
La Geomatica a supporto dell'analisi critica della metodologia PAI in Sardegna.
In un progetto finanziato dall’Agenzia del Distretto Idrografico della Sardegna, si sta conducendo un’analisi critica della normativa e delle Linee Guida del Piano di Assetto Idrogeologico (PAI) relativamente alla sezione che, attraverso l’analisi di specifici indicatori pesati, porta dapprima all’individuazione delle aree potenzialmente instabili e di seguito alle carte di pericolosità e rischio. Il presente lavoro illustra le attività di analisi delle criticità, unitamente allo sforzo di fornire una caratterizzazione più strettamente geologica ai fenomeni di instabilità dei versanti. Nella metodologia attualmente in vigore gli aspetti geologici non contemplano la complessità stratigrafica e geometrica dei territori e dei fenomeni di instabilità. In particolare, la classificazione meccanica delle litologie che viene suggerita, frutto di studi condotti in contesti geologici diversi, non sembra essere coerente con le fenomenologie franose che si sviluppano nell’Isola. Particolare rilevanza viene attribuita all’esposizione dei versanti come concausa di fenomeni franosi, mentre questo aspetto non sembra avere alcuna influenza. Diversamente, emerge una stretta relazione tra litologie, classi di pendenza e sistemi di discontinuità per le frane per crollo e ribaltamento, tipologie di frana più frequenti nell’Isola. Le relazioni tra diverse tipologie di fenomeno franoso, litologie, classi di pendenza e altri parametri geomorfometrici suggeriscono l’importanza di una caratterizzazione basata su parametri differenti della per le diverse tipologie di frana. Ad esempio, per la propensione al ribaltamento risulta poco efficace la relazione tra il deposito di frana così prodotto e il substrato su cui poggia, elemento che è sicuramente più significativo per le frane di scivolamento. L’approccio geologico inteso in senso classico è stato affiancato dal contributo fornito dalla Geomatica per poter analizzare congiuntamente dati digitali nativi (per esempio, modelli di elevazione del terreno ed elaborazioni derivate). Il risultato atteso è ottenere una caratterizzazione geomorfologica dei bacini della Sardegna in funzione delle diverse tipologie di fenomeni franosi
Impact of COVID-19 epidemic on Maxillofacial Surgery in Italy
Maxillofacial departments in 23 surgical units in Italy have been increasingly involved in facing the COVID-19 emergency. Elective surgeries have been progressively postponed to free up beds and offer human and material resources to those infected. We compiled an inventory of 32 questions to evaluate the impact of the SARS-COV2 epidemic on maxillofacial surgery in 23 selected Italian maxillofacial departments. The questionnaire focused on three different aspects: the variation of the workload, showing both a reduction of the number of team members (-16% among specialists, -11% among residents) due to reallocation or contamination and a consistent reduction of elective activities (the number of outpatient visits cancelled during the first month of the COVID-19 epidemic was about 10 000 all over Italy), while only tumour surgery and trauma surgery has been widely guaranteed; the screening procedures on patients and physicians (22% of maxillofacial units found infected surgeons, which is 4% of all maxillofacial surgeons); and the availability of Personal Protective Equipment, is only considered to be partial in 48% of Maxillofacial departments. This emergency has forced those of us in the Italian health system to change the way we work, but only time will prove if these changes have been effective. (C) 2020 The British Association of Oral and Maxillofacial Surgeons. Published by Elsevier Ltd. All rights reserved
A genome-wide association study for survival from a multi-centre European study identified variants associated with COVID-19 risk of death
The clinical manifestations of SARS-CoV-2 infection vary widely among patients, from asymptomatic to life-threatening. Host genetics is one of the factors that contributes to this variability as previously reported by the COVID-19 Host Genetics Initiative (HGI), which identified sixteen loci associated with COVID-19 severity. Herein, we investigated the genetic determinants of COVID-19 mortality, by performing a case-only genome-wide survival analysis, 60 days after infection, of 3904 COVID-19 patients from the GEN-COVID and other European series (EGAS00001005304 study of the COVID-19 HGI). Using imputed genotype data, we carried out a survival analysis using the Cox model adjusted for age, age2, sex, series, time of infection, and the first ten principal components. We observed a genome-wide significant (P-value < 5.0 × 10−8) association of the rs117011822 variant, on chromosome 11, of rs7208524 on chromosome 17, approaching the genome-wide threshold (P-value = 5.19 × 10−8). A total of 113 variants were associated with survival at P-value < 1.0 × 10−5 and most of them regulated the expression of genes involved in immune response (e.g., CD300 and KLR genes), or in lung repair and function (e.g., FGF19 and CDH13). Overall, our results suggest that germline variants may modulate COVID-19 risk of death, possibly through the regulation of gene expression in immune response and lung function pathways
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