7 research outputs found
CES2, ABCG2, TS and topo-I primary and synchronous metastasis expression and clinical outcome in metastatic colorectal cancer patients treated with first-line FOLFIRI regimen
Enzymatic activation of irinotecan (CPT-11) is due to carboxylesterase (CES), and its pharmacological behavior is influenced by drug resistance-related proteins. We previously reported that the clinical response and prognosis of metastatic colorectal cancer (mCRC) patients did not differ in tumors with different thymidylate synthase (TS) or topoisomerase-I (Topo-I) expression. Using immunohistochemistry (IHC), we evaluated the biological role of CES2 and the expression of breast cancer resistance protein (BCRP/ABCG2) in 58 consecutive mCRC patients, who had undergone a first-line CPT-11/5-FU/leucovirin (FOLFIRI) regimen. The expression of these proteins was also examined in a group of synchronous lymph nodes and liver metastases. Furthermore, all samples were revaluated for TS and Topo-I expression. High expression of CES2, ABCG2, TS and Topo-I was observed in 55%, 56%, 38% and 49% of patients, respectively. There was a significant association between high TS and high ABCG2 expression (p = 0.049). Univariate analysis showed that only TS expression significantly impacted on time to progression (p = 0.005). Moreover, Cox' multivariate analysis revealed that TS expression was significantly associated with overall survival (p = 0.01). No significant correlation was found between investigated markers expression and clinical response. Topo-I expression resulted in being significantly higher in liver metastases with respect to the corresponding primary tumors (p < 0.0001), emphasizing the role of Topo-I expression in metastatic cancer biology. In primary tumor tissues, CES2 expression tended to be higher than that observed in liver metastasis tissues (p = 0.05). These preliminary data may suggest CES2 over-expression as a potential marker of malignant phenotype. In light of these findings, we suggest that Topo-I expression together with TS expression could be associated with metastatic progression of CRC. Further studies are warranted with the aim of evaluating the potential predictive and prognostic role of CES2 and ABCG2 in larger series of patients
Impatto dei fattori ostetrici sulla donazione del sangue cordonale: due anni di attività
Scopo. L’obiettivo di questo studio è analizzare due anni di attività del nostro Centro di Raccolta del Sangue Placentare tra ottobre 2008 e settembre 2010 e verificare l’impatto dei fattori clinici ed ostetrici sul numero delle unità di sangue del cordone ombelicale (SCO) bancate. Materiale e metodi. Il consenso informato per il reclutamento alla donazione di SCO è stato raccolto a 35 settimane di gravidanza, previo counselling della coppia, attraverso un’accurata anamnesi materna e paterna alla ricerca di malattie genetiche, immunologiche ed infettive trasmissibili. Le unità di sangue cordonale sono state raccolte ogni giorno della settimana al momento del parto spontaneo o del taglio cesareo tra 37-41+6 settimane di gravidanza presso la UOC Ostetricia-Ginecologia Ospedale “Di Venere”, Bari, tra ottobre 2008 e settembre 2010. Le unità di SCO sono state raccolte in sala parto o in sala operatoria con placenta inserita in utero. Il cordone ombelicale è stato clampato non prima di 60 secondi dall’espulsione del feto. Le unità di SCO sono state accettate dalla Banca Cordonale Regione Puglia (PUCBB, presso l’IRCCS “Casa Sollievo della Sofferenza” in San Giovanni Rotondo) per la crioconservazione quando il numero totale delle cellule nucleate (TCN) era ≥80¥107. I dati sono stati analizzati mediante il coefficiente di correlazione di Pearson, il t-test di Student, il test di Mann-Whitne e analisi chi quadro. Risultati. Il numero dei parti presso il nostro punto nascita durante il periodo di studio è stato di 2.971. Le pazienti sensibilizzate alla raccolta del sangue cordonale sono state 1.117 (37,6%). Le pazienti escluse dalla donazione del sangue cordonale al momento della raccolta del Consenso Informato sono state 244; le unità di SCO escluse al momento della raccolta in sala parto o in sala operatoria per fattori ostetrici (materno-fetali) sono state 160; il numero totale di SCO inviate alla PUCBB è stato di 713 (1.117-404), cioè il 24% di 2.971 parti totali. Il numero delle sacche escluse dalla PUCBB sono state 445 per bassa cellularità e 62 per altri motivi ostetrici e tecnici. Possiamo affermare che le unità di SCO scartate prima della crioconservazione sono state 507. Se consideriamo che altre 22 unità cordonali sono state scartate dopo la crioconservazione per patologie materne e neonatali, il numero totale di unità eliminate è stato di 529, cioè il 74,2% delle 713 inviate. Le unità bancate sono state, quindi, 184 (713-529), cioè il 25,8% delle 713 unità di sangue cordonale raccolte. Prendendo in considerazione le analisi condotte mediante il coefficiente di correlazione di Pearson: il peso neonatale correla positivamente con le settimane di gestazione al momento del parto (r=0,304; p=0,000), con il volume di SCO raccolto (r=0,191; p=0,000), con il numero TCN (r=0,252; p=0,000) e con il numero di CD34+ raccolte (r=0,222; p=0,001). Il volume dell’unità di SCO raccolta correla positivamente con la raccolta di CD34+(r=0,433; p=0,000). L’età materna correla in maniera inversamente proporzionale con le settimane di gestazione (r=0,155; p=0,000). Le donatrici al primo parto in assoluto rispetto a tutte le altre (almeno una gravidanza pregressa) presentano l’età materna significativamente più bassa. Anche la durata del travaglio e le settimane di gestazione sono maggiori per le nullipare, che peraltro raccolgono mediamente 100 milioni di TNC in più, oltre che un più alto valore di concentrazione di TNC per unità di volume. solo nelle nullipare il volume raccolto, seppur maggiore e significativamente diverso nel cesareo, non basta a compensare la maggiore raccolta di cellule che è assolutamente superiore nello spontaneo: 2,81¥103/ul TNC e ben 190 milioni di TNC in più. Discussione. Dati i nuovi tetti di bancaggio, ≥1,2 miliardi di TNC al congelamento, abbiamo analizzato quali fossero le caratteristiche delle donatrici che nel nostro centro hanno raccolto almeno 1,2 miliardi di cellule. Esse rappresentano il 18,4% delle 713 unità di SCO raccolte, cioè 131. Questo gruppo è composto per il 68,5% da donne al loro primo parto e per il restante 31,5% da pluripare. Nasce, quindi, l’esigenza di reclutare più primigravide. Inoltre, le unità che hanno almeno 1,2 miliardi di cellule nell’89,3% dei casi sono provenienti da nati di peso >3.000 g e solo il 10,7% da nati di peso <3.000 g. In altre parole possiamo affermare che nel nostro centro è inutile raccogliere da nati di peso <3.000 g.
Conclusioni. Secondo la nostra esperienza una raccolta ottimale di SCO deve rispettare le seguenti caratteristiche: reclutare più primigravide, con epoca gestazionale al prelievo di SCO tra 37-40 settimane, con peso fetale superiore a 3.000 g, tempo di clampaggio del cordone ombelicale entro 30 secondi, raccolta di sangue cordonale con placenta inserita ancora in utero, e da preferire il parto spontaneo, di solito associato a lungo travaglio (aumento dello stress fetale)