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    Sibling relationships and family functioning in siblings of early adolescents, adolescents and young adults with autism spectrum disorder

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    The purpose of the study was to investigate how family functioning (defined as the ability that family members hold to manage stressful events, and intimate and social relationships), the degree to which family members feel happy and fulfilled with each other (called family satisfaction), and the demographical characteristics of siblings (age and gender) impacted on sibling relationships. The Circumplex Model of Marital and Family Systems and Behavioral Systems constituted the theoretical frameworks that guided our study. Eighty-six typically developing adolescents and young adults having a sister or a brother with autism spectrum disorder were enrolled. Results indicated that the youngest age group (early adolescents) reported to engage more frequently in negative behaviors with their siblings with ASD than the two older age groups (middle adolescents and young adults). No significant differences were found among the three age groups regarding behaviors derived from attachment, caregiving and affiliative systems. Family satisfaction and age significantly predicted behaviors during sibling interactions. Suggestions on prevention and intervention programs were discussed in order to prevent parentification among typically developing siblings and decrease episodes of quarrels and overt conflicts between brothers and sisters with and without AS

    Le funzioni genitoriali e la loro compromissione nelle situazioni traumatiche

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    Con il presente lavoro verranno discussi le varie funzioni che definiscono la relazione d’accudimento: • la protezione e rifugio dai pericoli, • l’incoraggiamento alla padronanza di sé, • la regolazione affettiva, • l’attribuzione di significato agli eventi. In primo luogo, il bambino ha bisogno di ritrovare nel genitore protezione e rifugio nelle difficoltà (Bowlby, 1969, 1988). In secondo luogo, il genitore favorisce nel bambino l’azione e l’esplorazione e la conseguente fiducia nelle sue capacità d’incidere con le proprie azioni e comunicazioni sull’esperienza e sulle relazioni anche di attaccamento, al fine di ristabilire l’equilibrio ogni qualvolta risulti compromesso (concetto di agency, Andrew e Reis, 2003; West e George, 2002; 2010). In terzo luogo, compito fondamentale del genitore è la regolazione affettiva: l’attaccamento è stato definito come la regolazione diadica delle emozioni (Sroufe, 1996; Schuder e Lyons-Ruth, 2004). Infine, attualmente viene sottolineata la funzione della comunicazione genitoriale al bambino di pensieri, emozioni ed intenzioni, suoi e del bambino e soprattutto la rilevanza dei commenti dei genitori sugli eventi, come convalida delle percezioni infantili, aiuto alla consapevolezza del ricordo e attribuzione di significato (Bowlby, 1988). Madri sicure comunicano su esperienze ed emozioni condivise generando nei bambini più comprensione degli eventi e rappresentazioni della memoria più dettagliate ed accessibili (Laible, 2004; Ontai e Thompson, 2002; Thompson, 2006), costituendo una base sicura psicologica (Koren-Karie et al., 2008). Verrà discusso come tali funzioni possono risultare compromesse in situazioni traumatiche

    Agency e attaccamento irrisolto di vittime di maltrattamento coniugale

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    La violenza si trasmette a livello intergenerazionale in tal modo che bambini vittime di abuso potranno diventare adulti irrisolti, perpetratori o vittime di abuso (Briere & Runtz, 1987; Coid et al., 2001; Ehrensaft et al., 2003; Godbout et al., 2009; Griffing et al., 2002; Kwong, et al., 2003; Obsuth et al., 2014; Turner et al., 2006; Whitfield et al., 2003). Nella prospettiva della teoria dell’attaccamento fino al 90% di bambini maltrattati e abusati sono stati definite come caratterizzati dalla disorganizzazione dell’attaccamento e hanno una maggiore probabilità di divenire adulti irrisolti, che non hanno elaborato le esperienze traumatiche sperimentate (Cicchetti et al., 2006). Tale attaccamento insicuro/disorganizzato ai genitori nell’infanzia porta all’elaborazione di corrispondenti modelli operativi interni e alla conseguente selezione di partner compatibili con tali credenze (Magdol et al., 1998; Wekerle e Wolfe, 1998). Inoltre, l’esperienza di violenza e maltrattamento all’interno della coppia rafforza rappresentazioni insicure dell’attaccamento (Weston, 1998). In particolare, il vissuto d’impotenza sperimentato dalle donne vittime di violenza coniugale (VVC) può essere valutato attraverso il costrutto dell’agency, (George & West, 2001) tipico dell’attaccamento sicuro, definito come: Capacità di Agire, (CTA) Capacità Riparative e di ristabilire un equilibrio nell’attaccamento (HOS), Riorganizzazione delle esperienze attraverso la riflessione (ISB). Obiettivo e metodo. Il presente studio ha l’obiettivo di analizzare le rappresentazioni relative all’attaccamento attraverso l’Adult Attachment Projective Picture System (AAP, George & West, 2001) di 16 donne ricoverate in un centro antiviolenza per sfuggire alla violenza domestica, rispetto a 16 donne, (il cui adattamento di coppia è stato saggiato, dopo l’AAP, attraverso la Dyadic Adjustment Scale – Short Form (DAS-7, Hunsey et al., 2001; media = 113,56; ds =11,17, corrispondente al campione di validazione italiano). Le interviste sono state codificate da due giudici indipendenti abilitati alla codifica dell’AAP, blind allo status coniugale delle intervistate. La Reliability, calcolata sul 75% delle interviste è risultata dell’87% (Kappa= .807, phi = 1.318). Risultati: 14 delle 16 VVC sono caratterizzate da un attaccamento insicuro irrisolto, rispetto ad una sola del gruppo di controllo (X2=21.2; p<.001), riferiscono parole relative a sistemi segregati relativi al pericolo che rimandano alla disorganizzazione dell’attaccamento con una frequenza significativamente maggiore del gruppo di controllo (t = -2.82; p<.001 Riguardo alle tre dimensioni dell’agency, le donne VVC descrivono personaggi con minore ISB ( t =2,2; p<.005), minore HOS (t = 2,63, p<.005) e minori CTA (t = 3,95; p<.001) rispetto al gruppo di controllo. Conclusioni: Lo studio può contribuire alla comprensione del vissuto d’impotenza delle donne in relazioni violente, allo scopo di mirare l’intervento alla ricostruzione del senso di agency
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