30 research outputs found

    Lesioni legamentose del polso

    Get PDF
    Le lesioni legamentose del polso sono forme di instabilità prevalentemente traumatiche, insidiose e complesse, che colpiscono soprattutto soggetti giovani, durante l'attività sportiva, lavorativa o in seguito ad incidenti stradali. La loro diagnosi in acuto risulta spesso difficile, ed è quindi frequentemente misconosciuta nei nostri pronto soccorsi. Le instabilità del carpo possono presentarsi a seguito di lesioni isolate, in pazienti che hanno avuto un banale trauma al polso o insieme ad altre lesioni nei politraumatizzati, che pertanto necessitano di più urgenti cure. L'esame radiografico standard, che si esegue di routine in acuto, risulta spesso negativo e quindi non in grado di evidenziare con certezza la lesione dei legamenti. Per avere un'idea più precisa della presenza dell'instabilità e della sua entità occorre affidarsi ad esami radiografici dinamici, come l'amplioscopia. Per fare diagnosi in acuto, bisogna ricorrere all'esame clinico, agli esami radiografici statici e dinamici, mentre la RMN, la TC e l'Ecografia, sono da eseguire eventualmente in un secondo momento. L'importanza di una diagnosi precoce e di un rapido trattamento delle lesioni legamentose del carpo è dimostrata dal fatto che, una ritardata diagnosi e un tardivo intervento, possono essere la causa di una grave degenerazione artrosica del polso, con conseguente compromissione della funzionalità dello stesso. Nella nostra esperienza infatti, i risultati del trattamento chirurgico di queste instabilità sono strettamente correlate al tempo intercorso tra il trauma e la diagnosi. Scopo di questa tesi è quello di chiarire le caratteristiche di tali lesioni, in particolare di quelle del legamento scafo-lunato, approfondirne gli aspetti diagnostici ed esporre i risultati del loro trattamento chirurgico e non, derivanti dalle nostre casistiche

    Nanosurfaces Scaffold and Magnetic Nanoparticles to Direct the Neuronal Growth Process: Future Strategies for Peripheral Nerve Regeneration

    Get PDF
    Peripheral nerves injuries are common lesions than often cause loss of function and poor outcome. Current strategies to nerve repair take advantage by microsurgical suture. In case of severe nerve gap (>50mm),the gold standard remains the autologous graft. Recently, researchers focused on two main areas of investigation: the role of the interaction between cells with the extracellular membrane (ECM )and the forces acting during axonal elongation

    Surgical Treatment for a Relapsing Malleolar Bursitis in a Professional Figure Skating: Case Report

    Get PDF
    The increase of popularity in sports as Roller Skating, Figure Skating and Ice Hockey has simultaneously increased the number of skating-related injuries. Lesions of chronic dermatological nature and muscle and tendon lesions have high number of case reports. Ankle and foot are peculiarly involved and this condition suggests the correlation with the use of the skating boot, which with its high-cut and hard-fit changes the joint biomechanics and function and, as a result, the intergumentary system is continuously damaged by the compression and rubbing on the foot. The frequent onset of non-septic chronic relapsing bursitis at the level of the malleolar region is common in all sports requiring the use of skating boots. The conservative treatment is usually compromised by the repetition of the traumatic event due to the use of the skating boot. The case report of a 19 year old professional figure skater affected by non-septic relapsing malleolar bursitis at the level of the malleolar region is presented

    SUPERFICI NANOSTRUTTURATE E RIGENERAZIONE DEL SISTEMA NERVOSO PERIFERICO: STUDIO SPERIMENTALE

    No full text
    La riparazione di una lesione nervosa periferica può verificarsi solo se le fibre a monte della sede danneggiata possono rigenerarsi lungo il moncone distale raggiungendo il loro target. Nella pratica clinica ciò si realizza attraverso una sutura microchirurgica. Tuttavia, nel caso in cui vi sia una perdita di sostanza nervosa e la neurorrafia termino-terminale non sia possibile, risulta necessario ricorrere a strategie alternative. Oggi il gold-standard nel trattamento delle grosse perdite di sostanza nervosa rimane l’innesto nervoso autologo. Il motivo del suo impiego ed dei successi che determina, è attribuibile alla presenza delle cellule di Schwann presenti in esso. Queste cellule forniscono, oltre a fattori neurotrofici, un substrato d’adesione attraverso la lamina basale, in grado di supportare ed promuovere la crescita assonale. I principali limiti di tale metodica sono rappresentati dall’inevitabile danno che si determina a livello del sito donatore, la necessità di un doppio accesso chirurgico e l’indisponibilità d’ingenti quantità d’innesti nervosi in alcune grosse lesioni del sistema nervoso periferico. Sono state studiate delle alternative all’utilizzo degli innesti autologhi rappresentate da “tubuli”, biologici o sintetici, capaci di supportare e far crescere, per brevi distanze gli assoni rigeneranti. Sono da citare tra i biologici la vena, il muscolo predegenerato o fresco, il muscolo e la vena combinati ed i nervi alloplastici; fra quelli sintetici sono stati impiegati svariati biomateriali tra i quali il silicone, il politetrafuoroetilene (PTFE), il Collagene di tipo I, l’Acido Poliglicolico (PGA), polilactideCaprolattone (PLCL), l’Acido Poliglicolico cross-linked con il Collagene (PGA-c), il chitosano il Polivinil Alcol Idrogel (PVA), etc. E’ proprio dagli anni ’90 che si susseguono e sono disponibili sul mercato questi “tubuli” alternativi alla tubulizzazione biologica. I diversi materiali, vuoti al loro interno e di norma bioriassorbibili, proteggono ed orientano il nervo durante la rigenerazione garantendo una buona qualità del rigenerato solamente per gap nervosi non superiori ai 30mm e quindi non in grado di risolvere il problema delle grosse perdite di sostanza nervosa (> 50mm). Per sviluppare delle guide neurali più efficienti sono stati effettuati un ampio spettro di studi nel campo della biochimica e bioingegneria, allo scopo di studiare la risposta delle cellule agli stimoli fisici e chimici provenienti dall’ambiente extracellulare. Analogamente alla matrice extracellulare (ECM) che circonda le cellule in vivo, la superficie della guida artificiale dovrebbe essere in grado d’interagire con le cellule nervose e gliari orientandole verso il moncone distale e promuovendo la rigenerazione. I recenti progressi nei campi della scienza dei materiali, delle nano-scienze e delle tecniche di micro-fabbricazione possono offrire nuove opzioni per il trattamento delle lesioni nervose. L’ingegneria tissutale si è rivolta verso la rigenerazione nervosa periferica producendo scaffold (supporti bi/tridimensionali) con strutturazione superficiale di dimensioni subcellulari (nell’ordine dei micrometri e dei nanometri), in grado di produrre artificialmente la struttura e le caratteristiche della ECM. I materiali così strutturati ed organizzati acquisiscono nuove funzionalità: come ad esempio una maggior area disponibile per l’interazione cellula-substrato, una maggior resistenza, leggerezza, una maggiore porosità, funzionalizzazioni chimiche, una migliore conduttività elettrica e/o magnetica ed una biocompatibilità superiore; tutto ciò in relazione alla morfologia ed al materiale scelti. Gli obiettivi di questa ricerca sono stati due: 1 Studiare in vitro sulla motilità delle cellule di Schwann di ratto in risposta a superfici anisotrope nanostrutturate. 2 Valutare in vivo gli stadi precoci della rigenerazione nervosa del nervo mediano di ratto utilizzando scaffold con superfici a topografia anisotropa e nanostrutturata

    NANOTECHNOLOGY TO IMPROVE THE RECOVERY AFTER LONG NERVE DEFECT IN PERIPHERAL NERVE INJURIES

    No full text
    The repair of peripheral nervous lesion occurs only if fibres proximal to the injury can regenerate inside the distal stump reaching the target. In clinical practice this is made possible by means of a microsurgical suture of the two stumps. Anyway, in case of nervous substance loss, the microsurgical suture could prove not feasible and alternative strategies should be adopted. Nowadays, the gold standard in the treatment of large nervous gaps is still the autologous nervous graft. The reason for its success is ascribable to the presence of Schwann cells (SCs) inside the graft. These cells are able to provide neurotrophic factors and even an adhesion substrate along with the basal lamina with a function of support and promotion of axonal growth. This technique presents some inevitable disadvantages: the donor site injury, the need for a double surgical access and the disposal of a limited quantity of graft. For this reason, some alternatives to the nervous graft have been investigated such as nervous transfers (neurotisation) and tubulisation also known as Nerve Guidance Conduits (NGCs). In particular NGCs could employ biological or synthetic materials. Tubes are able to support axonal growth for short distances. Among biological tubes, some examples deserve to be mentioned: venous vessel, fresh or pre-degenerated muscle, alloplastic nerves muscle and vein associated. On the other side, the most used biomaterials for synthetic tubulisation are: silicon, polytetrafluoroethylene (PTFE), type I collagen, polyglycolic acid (PGA), polylactide caprolactone (PLCL), polyglycolic acid-collagen (PGA-c), chitosan, polyvinyl alcohol (PVA). Artificial tubes made of different types of biomaterial are now commercially available; they are generally empty tubes designed to protect and orientate nerve regeneration. NGCs are able to support a good quality of nervous regeneration only for gaps not longer than 30 mm, so they are not able to overcome the problem of large nervous tissue loss (> 50mm). In order to create more efficient neural guides, many studies have been conducted in the field of biochemistry, biophysics and bioengineering, investigating cellular answer to chemical and physical stimuli produced by extracellular environment

    NOSTRA ESPERIENZA NEL TRATTAMENTO DELLE FRATTURE DEL POLO PROSSIMALE DELLO SCAFOIDE CARPALE

    No full text
    Le dfficoltà legate al trattamento delle fratture del polo prossimale dello scafoide carpale (difficoltà diagnostiche; prolungata immobilizzazione nel trattamento conservativo; viziosa consolidazione; pseudoartrosi e talvolta La necrosi ischemica del polo prossimale) riguardano soprattutto individui giovani, attivi, con richieste funzionali elevate e che mal sopportano prolungate immobilizzazioni. Scopo di questo lavoro è quello di incentivare, di fronte a tali lesioni, il trattamento chirurgico rispetto all'incruento operandole quindi in una buona percentuale di cas

    Progressive Brachial Plexus Palsy after Osteosynthesis of an Inveterate Clavicular Fracture

    No full text
    The thoracic outlet syndrome (TOS) is a rare complication of clavicular fracture, occurring in 0.5-9% of cases. In the literature from 1965 - 2010, 425 cases of TOS complicating a claviclular fracture were described. However, only 5 were observed after a surgical procedure of reduction and fixation. The causes of this complication were due to the presence of an exuberant callus, to technical surgery errors or to vascular lesions. In this paper we describe a case of brachial plexus plasy after osteosynthesis of clavicle fracture

    A local anesthesia without tourniquet for distal fibula hardware removal after open reduction and internal fixation: the safe use of epinephrine in the foot. A randomized clinical study

    No full text
    Hardware removal after surgical treatment fracture is one of the most common procedures in orthopaedic daily activity. A percentage from 14.5 to 21 of total removal involves the ankle joint. Trying to reduce the important socio-economic impact of this surgical procedure, we thought to perform it using the Wide Awake Local Anaesthesia Without Tourniquet (WALANT), a particular technique presented by D. Lalonde that associated a local anaesthetic drug with epinephrine in order to obtain an effective haemostatic effect despite the lack of a tourniquet. Nowadays, the WALANT efficiency and safety in hand surgery is widely demonstrated in literature but there are no data about its use in lower limb extremity surgeries. Authors performed a randomized study with 60 patients whom underwent distal fibula hardware removal between 2014 and 2016; they were divided into two groups: Group A under loco-regional anaesthesia with tourniquet and Group B under WALANT. We did not find significant differences in term of maximum pain level felt during the anaesthesiologic and surgical procedure. However, the use of WALANT significantly reduced post-operative pain levels. The WALANT procedures also reduced the number of hospitalization days. No differences in term of post-operative complication rates were found. In conclusion, the WALANT can be considered as a suitable option for distal fibula hardware removal in selected patients; it shows important clinical and economic advantages compared to the traditional loco-regional anaesthesia with tourniquet. This study also lays the foundation for the use of the WALANT beyond the field of hand surgery only
    corecore