11 research outputs found
Tools for Semi-automated Landform Classification: A Comparison in the Basilicata Region (Southern Italy)
Recent advances in spatial methods of digital elevation model
(DEMs) analysis have addressed many research topics on the assessment of
morphometric parameters of the landscape. Development of computer algorithms for calculating the geomorphometric properties of the Earthâs surface has
allowed for expanding of some methods in the semi-automatic recognition and
classification of landscape features. In such a way, several papers have been
produced, documenting the applicability of the landform classification based on
map algebra. The Topographic Position Index (TPI) is one of the most widely
used parameters for semi-automated landform classification using GIS software.
The aim was to apply the TPI classes for landform classification in the Basilicata
Region (Southern Italy). The Basilicata Region is characterized by an extremely
heterogeneous landscape and geological features. The automated landform
extraction, starting from two different resolution DEMs at 20 and 5 m-grids, has
been carried out by using three different GIS software: Arcview, Arcmap, and
SAGA. Comparison of the landform maps resulting from each software at a
different scale has been realized, furnishing at the end the best landform map and
consequently a discussion over which is the best software implementation of the
TPI method
A Geological Itinerary Through the Southern Apennine Thrust-Belt (BasilicataâSouthern Italy)
Open access via Springer Compact AgreementPeer reviewedPublisher PD
Thrust sequences and evolution of the external sector of a fold and thrust belt: example from the Southern Apennines (Italy)
The Southern Apenninic chain was built up from the late Oligoceneâearly Miocene to the middle Pleistocene. It consists of an upper wedge composed of strongly deformed deep marine and carbonate platform successions and a buried thrust and fold belt in the carbonate rocks of the Apulian Platform. This paper analyzes the frontal part of the Southern Apennines, where contractional structures display complex geometries related to progressive incorporation of accreted material, internal shortening and gravitational processes. Late normal faults, which hinder the interpretation of contractional structures in other sectors of the chain, are scarcely represented in the frontal part of the Southern Apennines. This allows a detailed analysis of thrust and fold geometry. In particular it is possible to recognize the relationships between gravity-driven nappes, foreland-vergent thrusts and backthrusts. New field observations allow us to depict a detailed structural framework of this area and to construct regional cross-sections, which illustrate the inferred evolution of the frontal sector of the Apenninic chain. The chronological constraints are given by the age of thrust-top basins and foredeep deposits of middleâlate Miocene to Pleistocene age. Deepening of the dĂ©collement level during thrusting creates complicate overprinting relationships connected to the deformation of the older thrust surfaces. The inferred evolution can be summarized in two stages. During the first stage shortening of the wedge was associated to emplacement of thin thrust sheets, interpreted as gravity-driven nappes, before sedimentation of middleâlate Miocene thrust top basins. The second stage, of middle Plioceneâmiddle Pleistocene age, was characterized by folding and breaching of the pre-existing structures, related to deep thrusting in the Apulian Platform. The examples shown suggest the presence of transfer zones and lateral ramps to explain lateral variations in thrust geometry and shortening amount. The along strike geometry of non-cylindrical structures provides a valuable tool to decipher the tectonic evolution of the thrust belt. The proposed scheme is well suited to interpret the structural setting of thin-skinned thrust and fold belts characterised by change in the geometry of the thrust systems through time
La storia deformativa dell'Appennino meridionale ricostruita in un affioramento metrico nei dintorni di San Fele (Potenza)
Lâevoluzione di un ciclo orogenico generalmente comprende due stadi distensivi separati da uno stadio compressivo. Questa succes- sione di eventi ha caratterizzato la storia deformativa di molte catene collisionali, ed il record di ogni singolo stadio puoÌ essere rico- nosciuto tramite lâanalisi di strutture a scala diversa, da microsco- pica a regionale. Tuttavia, mentre la storia completa di una catena viene generalmente dedotta dallâintegrazione di osservazioni con- dotte su numerose esposizioni e sezioni naturali, sono invece estre- mamente rare le situazioni nelle quali eÌ possibile ricostruire lâintera sequenza deformativa attraverso lo studio un singolo affioramento.
Il doppio cambiamento di regime tettonico (inversione tettonica) che ha caratterizzato lâevoluzione dellâAppennino meridionale, da di- stensione pre-orogenica a compressione sin-orogenica (inversione po- sitiva) e da compressione sin-orogenica a distensione tardo/post-oro- genica (inversione negativa), ben documentato alla scala regionale nelle UnitaÌ Lagonegresi della Basilicata, eÌ magnificamente registrato in una sezione di dimensioni metriche a Serra Manarella, nei pressi dellâabitato di San Fele (Potenza). In questa sezione affiora la parte superiore della Formazione degli Scisti Silicei del Giurassico, che passa alla sovrastante Formazione dei Galestri del Cretacico Inferio- re. Una faglia diretta sinsedimentaria che produce un rigetto di alcu- ne decine di centimetri eÌ sigillata dagli strati sommitali degli Scisti Silicei. Questi strati sono coinvolti in una coppia anticlinale-sinclina- le, collegata allo sviluppo verso lâalto di un sovrascorrimento meso- scopico di etaÌ neogenica. La struttura composita risultante dalla sovrapposizione del sovrascorrimento alla faglia diretta sinsedimen- taria, eÌ a sua volta troncata da una faglia diretta riferibile al Pleisto- cene Medio, che produce un rigetto verticale di alcuni metri. Lo stu- dio dei rapporti di sovrapposizione fra queste strutture rappresenta, pertanto, unâeccezionale opportunitaÌ per poter definire in maniera univoca la cronologia relativa delle principali deformazioni che han- no caratterizzato lâevoluzione tettonica delle UnitaÌ Lagonegresi nellâAppennino Meridionale. Il riconoscimento di situazioni analoghe in altri settori della catena sud-appenninica, od in altre catene oro- geniche, puoÌ essere difficile, in quanto richiede una rara combina- zione di esposizione perpendicolare, o almeno ad alto angolo rispet- to alle strutture analizzate, ed una marcata coassialitaÌ strutturale; tuttavia esso potrebbe porre importanti vincoli allâinterpretazione della cronologia relativa fra le strutture macroscopiche affioranti in una determinata area, fornendo in tal modo unâutile strumento per la realizzazione di sezioni di importanza regionale
La storia deformativa dellâAppennino meridionale ricostruita in un affioramento metrico nei dintorni di San Fele (Potenza)
Lâevoluzione di un ciclo orogenico generalmente comprende due stadi distensivi separati da uno stadio compressivo. Questa successione di eventi ha caratterizzato la storia deformativa di molte catene collisionali, ed il record di ogni singolo stadio puĂČ essere riconosciuto tramite lâanalisi di strutture a scala diversa, da microscopica a regionale. Tuttavia, mentre la storia completa di una catena viene generalmente dedotta dallâintegrazione di osservazioni condotte su numerose esposizioni e sezioni naturali, sono invece estremamente rare le situazioni nelle quali Ăš possibile ricostruire lâintera sequenza deformativa attraverso lo studio un singolo affioramento. Il doppio cambiamento di regime tettonico (inversione tettonica) che ha caratterizzato lâevoluzione dellâAppennino meridionale, da distensione pre-orogenica a compressione sin-orogenica (inversione positiva) e da compressione sin-orogenica a distensione tardo/post-orogenica (inversione negativa), ben documentato alla scala regionale nelle UnitĂ Lagonegresi della Basilicata, Ăš magnificamente registrato in una sezione di dimensioni metriche a Serra Manarella, nei pressi dellâabitato di San Fele (Potenza). In questa sezione affiora la parte superiore della Formazione degli Scisti Silicei del Giurassico, che passa alla sovrastante Formazione dei Galestri del Cretacico Inferiore. Una faglia diretta sinsedimentaria che produce un rigetto di alcune decine di centimetri Ăš sigillata dagli strati sommitali degli Scisti Silicei. Questi strati sono coinvolti in una coppia anticlinale-sinclinale, collegata allo sviluppo verso lâalto di un sovrascorrimento mesoscopico di etĂ neogenica. La struttura composita risultante dalla sovrapposizione del sovrascorrimento alla faglia diretta sinsedimentaria, Ăš a sua volta troncata da una faglia diretta riferibile al Pleistocene Medio, che produce un rigetto verticale di alcuni metri. Lo studio dei rapporti di sovrapposizione fra queste strutture rappresenta, pertanto, unâeccezionale opportunitĂ per poter definire in maniera univoca la cronologia relativa delle principali deformazioni che hanno caratterizzato lâevoluzione tettonica delle UnitĂ Lagonegresi nellâAppennino Meridionale. Il riconoscimento di situazioni analoghe in altri settori della catena sud-appenninica, od in altre catene orogeniche, puĂČ essere difficile, in quanto richiede una rara combinazione di esposizione perpendicolare, o almeno ad alto angolo rispetto alle strutture analizzate, ed una marcata coassialitĂ strutturale; tuttavia esso potrebbe porre importanti vincoli allâinterpretazione della cronologia relativa fra le strutture macroscopiche affioranti in una determinata area, fornendo in tal modo unâutile strumento per la realizzazione di sezioni di importanza regionale