25 research outputs found

    Comunicazione politica internazionale: la media diplomacy da Kennedy a Obama

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    L'articolo analizza la nascita e lo sviluppo delle tecniche di media diplomacy, dalle origini con il Presidente Kennedy fino al piĂą recente utilizzo fatto dal Presidente Obama, sostenitore dell'efficacia di un soft power in politica

    Max Weber e la "questione razziale"

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    This paper analyzes one less important topic Weberian thought (especially in the Italian studies): the concepts of “ethnicity” and “race”. In particular, the essay focuses the problem of black Americans, around which Weber reflected starting from the information and experiences personally lived during his trip to the United States in 1904, invited by the Congress of Arts and Sciences of the Universal Exposition of St. Louis. The German scholar has the opportunity to know directly US society, to travel the South of the country, to discuss with members of the African American community. All this contributes to moving Weber away from the initial youthful positions – when the biological element of “race” is evident – to an analysis of the social and cultural implications of “ethnic community”, in which, rather than the blood, “ethnic honor” is important. According to Weber, the only way to bring about a change in racial and ethnic relations is a charismatic authority, empowered to give orders that are typically obeyed (Weber, 1947). If, through the process of routinization, the charismatic authority is systematically transformed into rational authority, ethnicity can disappear; while if it is routinized in a traditional order, ethnicity can be further highlighted

    Clandestini o rifugiati? Le parole del caso Rosarno

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    Un'analisi della copertura giornalistica del caso Rosarno, con particolare attenzione alle parole utilizzate per indicare i migrant

    La questione della cittadinanza nel pensiero di Talcott Parsons

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    Il saggio intende analizzare la questione del pluralismo etnico e dell’integrazione a partire dalla riflessione di Talcott Parsons. In particolare, in uno scritto meno noto della metà degli anni Sessanta sulla questione della «piena cittadinanza» ai neri americani nella società statunitense, il sociologo americano individua nella realizzazione dei diritti sociali di un gruppo etnico minoritario l’unica strada per giungere a una loro effettiva inclusione. Un’analisi che restituisce il profilo di uno studioso molto meno vincolato all’immagine conservatrice e conformista abitualmente associata al grande teorico americano, proponendo una consapevolezza e una visione del futuro decisamente moderna, anche se in buona parte non ancora realizzata

    Appendice metodologica. L’analisi del contenuto

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    Appendice dedicata ad illustrare la tecnica di analisi del contenuto utilizzata per condurre la ricerca dedicata alla rappresentazione mediatica del mondo della cooperazione allo sviluppo, di cui il volume raccoglie i risultati

    I migranti di fronte alle istituzioni: storie cinematografiche di un incontro-scontro

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    Analisi del modo in cui alcuni film hanno trattato il rapporto tra immigrati e istituzioni del paese di accoglienz

    Clash culturali quotidiani: violenza di genere e “scontro sull’integrazione

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    Analisi della copertura giornalistica della morte di due giovani ragazze immigrate in Itali

    Immigrant integration. Sociological theory and core indicators

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    Today immigration is one of the main topics of public debate not only at national level. A effective management and the development of adequate social policies also pass from the assessment of the integration processes, but integration is a complex, dynamic, time-varying concept in space, linked to historical-political circumstances and to the characteristics assumed by the phenomenon migratory. The definitions change, depending on the theoretical reference model that, in general, can adopt a unilateral point of view, so the "burden" of integration passes fundamentally from the immigrant's ability to adapt (International Union for the Scientific Study of Population, 1949), or bilateral, which reads the integrative process, instead, as a reciprocal exchange (Natale, Strozza, 1997; Zincone, 2000). The intervention intends to reconstruct the birth of the concept in the US academic context - in which it has gradually replaced terms like absorption (Eisenstadt, 1975), acculturation (Gans 2007), inclusion (Parsons, 1967), incorporation (Portes, 1989), assimilation (Gordon, 1964) - and in that European - where it became a policy issue when migration took on the characteristics of a permanent project (Brubaker 1989; 1992) - to then review the literature on the systems of most used integration indicators (with particular attention to the Italian and European environment). The objective is to verify the adequacy and the estate in the face of a migration phenomenon that poses new and urgent challenges: from the problems of comparability between migratory experiences to the question of the second and third generations - real litmus tests of the validity of the integration processes - up to the question of citizenship

    Quale integrazione? problemi di comparabilita’ negli indicatori di integrazione degli immigrati

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    Nel saggio si affronta la questione definitoria dell’integrazione e degli indicatori ad essa connesse. A fronta di una prima parte in cui si espone il dibagttito sull'integrazione relativamente aslla letteratura si giunge poi a evidenziare che l'integrazione sia da intendersi come una proprietà processuale, la quale conseguentemente necessita di una particolare attenzione relativamente alle diverse dimensioni che la compongono. Nonostante l’enfasi multi-dimensionale dichiarata e la constatazione della evidente complessità del concetto, quasi tutti i sistemi di indicatori proposti nei diversi paesi europei sono focalizzati principalmente sulla dimensione dell’integrazione socio-economica e, in tutti i paesi, l’integrazione socio-culturale risulta essere l’area meno approfondita. Nonostante molti tentativi a livello europeo la sfida più difficile è proprio quella di definire indicatori comuni, che permetterebbero un’analisi comparativa. Ad esempio, nel Nordeuropa, l’attenzione è molto orientata sulle difficoltà degli immigrati di inserirsi nel mercato del lavoro formale, anche per ciò che comporta rispetto alle conseguenze nel sistema di sostegno del welfare. In Europa meridionale, al contrario, dove la forza lavoro straniera ha tassi di occupazione anche superiori a quelli dei nativi e dove i sussidi e i sostegni assicurati dal welfare sono sempre più assenti, le preoccupazioni maggiori derivano dai fenomeni di devianza e criminalità. In linea generale, le differenze tra i contesti territoriali rappresentano uno dei problemi più difficili da superare. Il tentativo più strutturato e complesso, però, risale al 2004 (con diverse edizioni successive, fino al 2015) ed è stato promosso dal British Council e dal Migration Policy Group di Bruxelles: il Migrant Integration Policy Index (MIPEX), che si basa sulla rassegna delle azioni politiche perseguite dai diversi governi in un’ampia gamma di aree. Il problema di disporre di un set trasversale di indicatori, da applicare in diversi contesti, appare oggi un’urgenza non più rimandabile di fronte a un fenomeno globale che richiede, per essere gestito, un approccio congiunto e coordinato

    Oltre l’orientalismo e l’occidentalismo. La rappresentazione dell’Altro nello spazio euro-mediterraneo

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    I rapporti tra Oriente e Occidente sono stati per lungo tempo letti attraverso le lenti deformanti dell’orientalismo e dell’occidentalismo, che ne hanno confinato la complessità e la ricchezza in un immaginario costruito su stereotipi e luoghi comuni. In realtà, “Oriente” e “Occidente” sono soltanto concetti astratti che non definiscono una dimensione geografica, ma una dimensione culturale, quasi mitica, che ne rivela l’interdipendenza. In un mondo che vede moltiplicarsi le opportunità di confronto e di contatto con le diversità, anche grazie all’azione dei mass media, è urgente ripensare al rapporto tra Oriente e Occidente e andare oltre le reciproche, e distorte, rappresentazioni. Lo spazio del Mediterraneo può svolgere un ruolo fondamentale per interrompere il flusso di incomprensioni poiché, pur dividendo le due sponde, le ingloba entrambe. Solo superando l’impasse di una conoscenza superficiale alimentata dai pregiudizi e ricordando il comune patrimonio culturale dei paesi affacciati sul Mediterraneo, si potrà costruire una concreta opportunità di dialogo e incontro. Questo volume raccoglie gli interventi di studiosi provenienti da vari paesi del Mediterraneo, uniti nello sforzo di combattere le immagini distorte e di elaborare nuove categorie concettuali in grado di interpretare gli scenari contemporanei.The relations between the East and the West have been understood long time through the distorting lenses of Orientalism and Occidentalism, which have confined the complexity and richness of cultures in a collective imagination built on stereotypes and clichés. In fact, "East" and "West" are not just theoretical concepts that define a geographic dimension, but they have a cultural dimension, almost mythical, which reveals a strong interdependence. In the contemporary world the opportunities for discussion and contact with the diversity are multiplied, also with regards to the mass communication: but it is urgent to rethink the relationship between East and West and go over distorted representations. The Mediterranean area can play a key role in stopping the flow of misunderstandings because, while dividing the two sides, also incorporates them. Only by going beyond the impasse of a superficial knowledge nourished by prejudice and remembering the common cultural heritage of the countries bordering the Mediterranean, can be built a real opportunity for dialogue and encounter. This volume collects the work of scholars from various countries of the Mediterranean, all joined in the effort to combat the distorted images and develop new conceptual categories to interpreting the contemporary scenario
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