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    Simulatore epidurale ad alta fedeltà: dal conceptual design all'analisi clinica

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    La partoanalgesia è una delle metodiche principali per il controllo del dolore durante il parto. Rappresenta un diritto che tutte le donne possono richiedere e la peridurale antalgica per il parto è sancita nei Livelli Minimi di Assistenza (LEA). La possibilità di accedere a questa risorsa è anche legata al fatto che la peridurale è considerata una manovra sicura. Tuttavia non è scevra da rischi intrinseci di complicanze, e tra i fattori di rischio modificabili vi è l’esperienza dell’anestesista. Il ruolo della simulazione nella formazione medica sta assumendo un peso sempre maggiore. La simulazione fornisce le skills utili al medico che si approccia a tale manovra ed aumenta il profilo di sicurezza nei confronti dei pazienti che ricevono la prestazione e nei confronti del medico che fornisce il servizio, riducendo le probabilità di errore e di ripercussioni medico legali. A livello locale dalla collaborazione tra il Centro di Simulazione N.I.N.A., il centro di ricerca Piaggio dell’Università di Pisa e la SOD Anestesia e Rianimazione e Materno infantile e Santa Chiara è nato il progetto di un prototipo che riproducesse l’anatomia lombare per la simulazione guidata della tecnica peridurale. Dalla progettazione multidisciplinare si è passati alla realizzazione nel centro Piaggio del prototipo 1.0. Tale prototipo è stato revisionato ed ha portato un nuovo prototipo 2.0 che è stato posto ad analisi clinica da parte degli anestesisti della SOD del Santa Chiara. Gli anestesisti si sono poi espressi sul grado di fedeltà attraverso un questionario che ha messo in evidenza le criticità da cui partire per lo sviluppo di un ulteriore prototipo, nell’ottica di renderlo sempre più idoneo alla pratica clinica. Sono stati altresì evidenziati i punti di forza di tale prototipo come la perdita di resistenza al momento dell’arrivo nello spazio peridurale. Tale caratteristica potrebbe già renderlo idoneo all’uso locale dove sono presenti medici in formazione specialistica, per verificare questa sensazione ancor prima di eseguire la manovra con i pazienti. Tale strada prevede la creazione di un percorso dedicato e formale con la collaborazione del centro Piaggio, per la produzione dei pezzi di ricambio e lo studio di nuove soluzioni per perfezionare il prototipo già esistente

    Canalopatie muscolari: proposta di un protocollo clinico-laboratoristico nella correlazione genotipo-fenotipo

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    Introduzione: Le canalopatie muscolari sono delle malattie genetiche, legate al difetto di uno dei canali ionici della membrana della fibrocellula muscolare, che porta ad un’alterazione dell’eccitabilità della membrana stessa. Si distinguono in base al canale coinvolto le miotonie congenite, dove un’alterazione dei canali ClC1 porta ad un rallentamento del ritorno al potenziale di riposo con la scariche di potenziali d’azione multipli e fenomeno miotonico, ovvero ritardo nella decontrazione muscolare. Le mutazione del canale Naᵥ1.4 possono dare differenti quadri clinici in base alla localizzazione della mutazione, che vanno dalle miotonie aggravate dal potassio alla Paramiotonia, alla paralisi periodica iperkaliemica, ed infine rappresenta un 20% di tutte le paralisi periodiche ipokaliemiche. Le mutazioni del canale Caᵥ1.1 interessano la parte del canale che funge a sensore di voltaggio. In questo caso si viene a stabilire un potenziale di membrana più positivo che in condizioni di ridotta [K⁺] porta ad un valore più positivo per cui dopo le prime scariche la cellula risulta ineccitabile e il paziente sperimenta episodi di paralisi flaccida. Queste malattie sono considerate benigne, sebbene una parte dei pazienti presenta miopatia, che può essere aspecifica, oppure tipica con gli aggregati tubulari. La terapia per queste malattie è sintomatica e si avvale di farmaci stabilizzanti della membrana cellulare. Unico farmaco approvato è la mexiletina, farmaco antiaritmico di classe IB che riduce il fenomeno miotonico, sebbene altri farmaci sono in corso di studio. Per le paralisi periodiche unico caposaldo è la reintegrazione di K⁺durante l’attacco e nel cronico.L’uso di inibitori dell’anidrsi carbonica sembra ridurre la frequenza e la gravità dell’attacco in questi pazienti e sembra ridurre anche la progressione in senso miopatico della malattia. Obiettivi: la recente classificazione di queste malattie, basata sulla mutazione genetica ha reso necessari studi di correlazione genotipo-fenotipo. Con il presente studio ci siamo proposti di confermare un protocollo multifunzionale, di che tenesse conto della presentazione clinica e della risposta neurofisiopatologica attraverso elettromiografia di superficie dopo esercizio muscolare ripetuto utile a livello ambulatoriale nella correlazione genotipo-fenotipo. Ci siamo inoltre proposti di valutare una serie di parametri relativi al metabolismo anaerobio (acido lattico) e aerobio (marcatori di stress ossidativo), e discutere un’eventuale alterazione. Materiali e metodi: Il protocollo multifunzionale ha previsto una prima parte in cui abbiamo effettuato la raccolta dei dati anamnestici, e a questa abbiamo affiancato l’esame neuromuscolare per la valutazione dei segni caratteristici di queste malattie. In un secondo momento abbiamo effettuato l’esame elettromiografico composto di un esercizio breve ripetuto 3 volte peri pazienti con disturbo di tipo miotonico, ed esercizio lungo nei pazienti con paralisi periodiche. Durante questi esercizi muscolari abbiamo prelevato dei campioni ematici per lo studio dei parametri metabolici e precisamente acido lattico, AOPP, FRAP e tioli, di cui abbiamo valutato il valore basale e dopo sforzo muscolare. Questi pazienti hanno anche effettuato il prelievo ematico per la valutazione della mutazione genetica. Risultati: I risultati hanno messo in evidenza alcune significatività statistiche riguardo l’età di insorgenza nelle diverse canalopatie ed anche all’esame neuromuscolare sono stati riconosciuti seni tipici nelle diverse canalopatie. Anche all’esame elettrofisiologico,rispetto ai controlli i pazienti hanno mostrato un tipico pattern, che nelle miotonie mostrava un decremento dell’ampiezza dei CMAPs immediatamente dopo l’esercizio e recuperata con la ripetizione dell’azione. Effetto contrario nei pazienti con paramiotonia, per cui la ripetizione dell’esercizio ha portato ad una riduzione maggiore dell’ampiezza dei CMAPs, acuiti ancora di più se l’esercizio era eseguito dopo esposizione a basse temperature. Nei pazienti con paralisi periodiche l’esercizio lungo ha portato ad una riduzione progressiva dell’ampiezza del CMAPs solo se la registrazione era eseguita dopo diversi minuti. I prelievi ematici hanno mostrato una modificazione dei livelli basali dei marcatori di stress ossidativo, che orientano verso un danno cellulare che persiste anche a riposo. Conclusioni: I nostri dati ci hanno permesso di confermare alcune recenti metodiche (ancora in fase di studio) utili nella correlazione genotipo-fenotipo. Il dato dedotto circa l’aumento dei fattori ossidanti, potrebbe essere utilizzato per ulteriori studi, che possano mettere in relazione il danno ossidativo con la progressione del danno miopatico,e con la qualità della vita del paziente, non solo nell’ottica di delineare ulteriormente il meccanismo patogenetico, ma anche per chiarire il ruolo dei fattori metabolici nel condizionare l’andamento della malattia per individuare nuovi target terapeutici

    Don’t Forget Rare Causes of Postpartum Headache! Cases Report and Literature Review

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    Headache is a common finding in the postpartum period, caused by a spectrum of different conditions. Most headaches in the postpartum period are self-limiting and benign in etiology, but there are some potentially serious causes to be considered. We disclose two cases of postpartum headache, initially considered as post-dural puncture headache (PDPH), that evolved into a harmful condition and showed that an expanded differential diagnosis for headache in the postpartum is mandatory, requiring a high level of attention from health professionals. In fact, a careful examination of the medical history, physical examination, and the recognition for the need for early neuroradiological imaging should increase diagnostic accuracy
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