5 research outputs found
I resti scheletrici umani rinvenuti nelle necropoli in località Tempa Cagliozzo, San Martino d’Agri (PZ)
The mass burials from the western necropolis of the Greek colony of Himera (Sicily) related to the battles of 480 and 409 BCE
Throughout the ancient Greek world mass burials are rare. Of the 10,000 excavated burials in
the western necropolis of the Greek colony of Himera (649-409) only 16 contained more than
one individual; seven of these can in all possibility be traced back to the two battles fought by
Himera against the Carthaginians in 480 and 409 BCE. Written sources (Diod. 11.20ff.) state
that the Himerans, accompanied by numerous Greek allies, defeated the Carthaginian forces
in the first conflict whereas the loss of Greek allied support in the second battle resulted in
the city’s defeat and subsequent destruction.
The anthropological and taphonomical study of the human remains aims at testing the
archaeological hypothesis that individuals interred in the seven mass graves can be related to
the two battles.
Skeleton density (skeletons/m2), position, orientation and conservation levels of the
individuals in the mass burials were analyzed and compared to a larger sample of 1,000
single burials from the same necropolis along with mass graves in other forensic and
archaeological contexts. Sex, age-at-death, presence of skeletal stress indicators and
perimortal traumas were recorded using standard anthropological methods. In the case of
poorly preserved remains, sex was estimated using site-specific discriminant functions.
While representing catastrophic samples, the results from the seven mass burials all lead to
the assumption that the graves can be associated with the interment of warriors fallen in
battle. Moreover, burial differences have permitted to distinguish the mass burials dating to
480 BCE from those attributed to 409 BCE
La necropoli sannitica di San Gregorio Matese (Ce), loc. Serra Santa Croce
Sulla base dei risultati della campagna di scavo condotta dall’Università del Salento e dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici di Salerno, Avellino, Benevento e Caserta nell’anno 2010, l’articolo illustra le pratiche funerarie che caratterizzarono nel corso dell’età tardo arcaica il settore esplorato della necropoli sannitica in loc. Serra Santa Croce (San Gregorio Matese, Caserta, Italy). Lo studio dei corredi funerari e l’analisi antropologica dei resti scheletrici evidenziano gli usi funerari e la cultura materiale della locale comunità , così come il ricorrente riscontro di traumi sui resti uman
Evidenze isotopiche e paleodieta nel neolitico pugliese. Verso la globalizzazione?
Le evidenze dirette della dieta in area Mediterranea nel corso del neolitico sono piuttosto limitate. in Puglia, la maggior parte dei dati paleonutrizionali proviene tuttora dal record archeologico, che per sua natura è soggetto a molteplici limitazioni. in questo senso si inseriscono le indagini degli isotopi stabili di carbonio e azoto misurabili nel collagene umano e animale. Questo genere di analisi permette di ricostruire la componente proteica della dieta. in particolare, il rapporto isotopico del carbonio permette di distinguere tra tipi di piante consumate in ragione del processo fotosintetico utilizzato (i.e., piante C3 o C4), nonché tra dieta di tipo terrestre piuttosto che marina. il rapporto isotopico dell’azoto è invece utile nella collocazione degli organismi esaminati all’interno della catena trofica, misurando l’apporto relativo di proteine animali e/o vegetali. l’indagine isotopica effettuata su una serie di siti pugliesi riferibili a tutte le fasi del neolitico, ci ha permesso di individuare una sostanziale indifferenziazione nelle pratiche di sussistenza, che prevede, verosimilmente, l’impiego di un range ricor- rente di specie animali e vegetali. Questa koiné alimentare, si materializza nel consumo di specie prevalentemente terrestri, con un limitato impiego di risorse marine. i dati emersi da questa indagine ci costringono a riconsiderare alcuni assunti, rivelando al tempo stesso una complessità inattesa