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Controllo decentralizzato per la gestione di sciami di velivoli autonomi
controllo decentralizzato di formazion
Processi decisionali intuitivi e apprendimento di rete. Alcune evidenze empiriche dall\u2019analisi di un grande network internazionale pubblico/no-profit
Due capacit\ue0 organizzative sempre pi\uf9 necessarie nell\u2019attuale scenario competitivo sono la rapidit\ue0 decisionale e la capacit\ue0 di costruire e gestire alleanze strategiche. La prima \ue8 favorita da processi decisionali intuitivi. Le IT, in particolare le ICT, hanno un ruolo particolare per la continua implementazione di entrambe. Da un\u2019indagine condotta su di un grande network pubblico/non-profit operante a livello mondiale nel settore della conservazione della natura (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura o IUCN) sembra emergere che tra le suddette capacit\ue0 organizzative si possano instaurare relazioni sinergiche di mutuo potenziamento. Nel network IUCN l\u2019attitudine a lavorare in rete e la rapidit\ue0 decisionale (insieme alla capacit\ue0 di apprendimento) sembrano stimolarsi vicendevolmente. In queste condizioni tali fattori uniti possono formare un\u2019unica capacit\ue0 organizzativa distintiva \u201cla capacit\ue0 di lavorare in rete e di decidere velocemente\u201d, diversa dalla somma delle precedenti
Vulnerable Literacies
We’d find them nestled behind earlobes, amidst eyelashes, between fingers, in folds of the neck, along the scalp, behind knees, cozy in armpits, in zigzagged waistband imprints, hidden in eyebrows, or brazenly mid-chest. Who knew the body had so many hiding places?
There is always a bolt of shock when the examined spot—a speck of dirt, a freckle?—comes alive with spidery legs. Mother and child then engage in a practiced routine—a submission of the body, a pinch of skin, a tug of war with a barbed proboscis, a cold swab of alcohol. The wriggling visitor is always observed with a mixture of wonder and disgust.
At pick-up time, the teacher hands me a small piece of blue paper. A tick encased in plastic tape is attached, labelled with my child’s name, the date, and time. 9.00 Uhr. 29. Mai. It was found on the throat, and I’m told we should observe the area for a few weeks. There weren’t any ticks in Brooklyn. Romantic ideas about forest kindergartens are one of the reasons I was drawn to Germany. We celebrated a fourth birthday on the sidewalk in front of our 800-square-foot apartment and then boarded a plane for fields and forests. It was intended to be a year for me to finish my dissertation and a chance for the children to learn their father’s language. Best now, we were told, when the brain’s still plastic and hungry for new language. Unlike my stiff graduate school-trained, word- sated mouth, unable to form the doughy German ö at the back of the throat, the children gooble up this new language and are speaking fluently to teachers and friends within weeks. I am a shockingly slow learner. I spend my mornings in a dimmed room wielding pixelated daggers like epistemic and irreducibility. Later, I blink in the soft afternoon light stumbling through basic niceties with the German parents waiting to collect their children in the damp forest
Valutazione dell'attivita inibente di alcuni oli essenziali nei confronti di Paenibacillus larvae
All'interno dell'Unione Europea è vietato l'impiego degli antibiotici per la lotta alle malattie batteriche in alveari destinati alla produzione di miele o di altri prodotti apistici. L’unica strategia di controllo efficace contro la peste americana, il cui agente eziologico è rappresentato da Paenibacillus larvae, sembra essere quella di eliminare mediante fuoco la famiglia e tutto il materiale infetto. Proprio per queste ragioni è necessario sviluppare strategie alternative per il controllo di questa malattia ricorrendo a sostanze, magari di origine naturale, non dannose alla vita delle api e dell'uomo.
In questa tesi è stata indagata la possibile azione inibente di alcuni oli essenziali (manuka,mirra, cedro, anice, incenso, eucalipto, tea tree, salvia, camomilla e Litsea cubeba nei confronti di Paenibacillus larvae. L’eventuale attività inibente è stata determinata ricorrendo al metodo della diffusione su piastra secondo Kirby-Bauer modificato e alla determinazione del valore di MIC limitatamente agli oli che hanno fornito aloni di inibizione apprezzabili al metodo di diffusione su piastra. Tra gli oli essenziali valutati, la Manuka ha mostrato maggior attività antibatterica, sia per quanto concerne l’alone di inibizione ottenuto con il metodo Kirby Bauer, sia per quanto concerne i valori di MIC. Minore attività inibente è stata riscontrata per Tea tree, salvia, camomilla e mirra, mentre nessuna attività è stata evidenziata per gli altri oli saggiati. Di fatto l’attività antibatterica di molti tra gli oli essenziali è il frutto dell’azione sinergica di più composti chimici in essi contenuti ed è proprio per questo motivo che l’impiego di tali sostanze in terapia e/o prevenzione, a differenza di quanto succede con gli antibiotici tradizionali, permetterebbe di non incorrere nel sempre più diffuso fenomeno dell’antibiotico-resistenza. Purtroppo il loro costo è tutt’ oggi elevato. La determinazione della precisa composizione chimica degli oli essenziali è indispensabile al fine di isolare le molecole farmacologicamente attive da impiegare singolarmente o in associazione; la loro successiva commercializzazione su larga scala, determinerebbe un drastico abbassamento dei costi con conseguenti benefici per il mondo dell’apicoltura
Sfide ambientali ardue e vision condivisa di rete
E\u2019 opinione diffusa che il network costituisca una delle risposte organizzative pi\uf9 efficaci, in molti casi una vera e propria \u201cconditio sine qua non\u201d, per affrontare con successo sfide ambientali \u201cardue\u201d.
Meno diffusi e soprattutto consolidati sono gli studi e le opinioni in riferimento a quali siano le \u201ccapacit\ue0 organizzative distintive\u201d che permettano ad alcuni network di costituirsi, svilupparsi ed affermarsi meglio di altri nel fronteggiare tali sfide.
Pi\uf9 di importanti network privati di successo, il network ibrido pubblico non-profit pu\uf2 dimostrarsi capace di sviluppare \u201cdifferenziali organizzativi\u201d, ossia un \u201cbagaglio di capacit\ue0 organizzative distintive\u201d, tali da permettergli di affrontare e vincere sfide ambientali particolarmente ardue. Ci\uf2 appare confermato nel settore della conservazione dei beni ambientali e culturali.
L\u2019obiettivo della presente ricerca \ue8 di identificare alcune delle capacit\ue0 organizzative distintive di quel network che da pi\uf9 di otto decenni \ue8 la realt\ue0 organizzativa leader a livello mondiale nel settore della conservazione dei beni ambientali e culturali. L\u2019ambito di indagine \ue8 costituito dall\u2019insieme di organizzazioni che negli Stati Uniti concorrono, con ruoli diversi, alla gestione delle risorse naturali e culturali definite di interesse nazionale. In particolare l\u2019analisi si \ue8 focalizzata sull\u2019organizzazione pubblica che ricopre un ruolo centrale nel network (l\u2019US Department of Interior - National Park Service) e sui partner riconosciuti di maggior rilievo istituzionale. L\u2019oggetto dell\u2019analisi include anche le relazioni intercorrenti tra queste diverse organizzazioni studiate
L\u2019azienda turistica sostenibile. Prospettive culturali e assetti di network
Il tema dello sviluppo turistico sostenibile e delle aree protette visto nella prospettiva dell\u2019organizzazione aziendale.
Il lavoro intende dare una risposta organizzativa ad alcuni quesiti di fondo: perch\ue9 alcuni sistemi turistici locali sono riusciti a vincere la sfida della sostenibilit\ue0 ed altri no? Come mai questi traguardi sono stati raggiunti quasi esclusivamente solo dove sono state istituite delle aree protette?
Permeato dell\u2019esperienza dei parchi nazionali statunitensi, nei quali l'autore ha svolto per quattro anni ricerca intervento, il testo offre interessanti spunti di riflessione anche per tutti quegli amministratori o esperti di settore che desiderino migliorare l\u2019offerta turistica locale in termini di ecoturismo o di heritage tourism
Mouthy Students and the Teacher\u27s Apple: Questions of Orality and Race in the Urban Public School
This paper will seek to investigate our oral fixation - standardizing language, controlling consumption, and regulating appropriate oral expression - especially in the context of an inner-city, low income, and minority populated school
The Voidability of Actions Taken in Violation of the Automatic Stay: Application of the Information-Forcing Paradigm
The automatic stay\u27 is undeniably one of the most important elements of the bankruptcy process. In fact, the expansion of the stay was one of the major changes that the 1978 Bankruptcy Reform Act initiated. Despite the integral nature of the automatic stay, however, courts have yet to reach a consensus regarding the conceptualization and subsequent effect of actions taken in violation of the stay. Presently, a substantial majority of the circuits hold that such actions are void ab initio and of no legal effect. A small but significant number of courts, however, decline to follow the majority rule. These courts instead hold that violations of the stay are voidable and capable of cure.
The debate between the advocates of these two opposing rules can best be understood as a conflict between bankruptcy policy concerns, on the one hand, and the demand for coherent Code interpretation on the other. The proponents of the void rule, relying mainly upon policy concerns, argue that courts should hold stay violations absolutely void in order to deter such violations, and thereby further the overriding protective purposes of the automatic stay. The proponents of the voidable rule, however, argue that such a characterization is overly broad, inflexible and inconsistent with various provisions of the Bankruptcy Code. The voidable rule advocates contend that the voidable rule is a statutorily consistent and theoretically superior alternative. The case law has consistently presented the void-voidable controversy as a conflict be- tween these two opposing viewpoints. As a result, the debate thus far has been constrained by the terms of its own proponents. Neither side has ever examined the incentives that the different rules create, nor the effect that these incentives have upon information transfer between the debtor and the creditor concerning the debtor\u27s filing of a bankruptcy petition
Temporal Locality in Today's Content Caching: Why it Matters and How to Model it
The dimensioning of caching systems represents a difficult task in the design
of infrastructures for content distribution in the current Internet. This paper
addresses the problem of defining a realistic arrival process for the content
requests generated by users, due its critical importance for both analytical
and simulative evaluations of the performance of caching systems. First, with
the aid of YouTube traces collected inside operational residential networks, we
identify the characteristics of real traffic that need to be considered or can
be safely neglected in order to accurately predict the performance of a cache.
Second, we propose a new parsimonious traffic model, named the Shot Noise Model
(SNM), that enables users to natively capture the dynamics of content
popularity, whilst still being sufficiently simple to be employed effectively
for both analytical and scalable simulative studies of caching systems.
Finally, our results show that the SNM presents a much better solution to
account for the temporal locality observed in real traffic compared to existing
approaches.Comment: 7 pages, 7 figures, Accepted for publication in ACM Computer
Communication Revie
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