57 research outputs found

    Dyadic adjustment and parenting stress in internationally adoptive mothers and fathers: the mediating role of adult attachment dimensions.

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    Previous research has shown that a positive marital functioning represents a resource in adoptive families, leading to a decrease in parenting stress, but little is known about the factors mediating such a relationship. This study aimed to explore whether adult attachment avoidance and anxiety mediate the effect of dyadic functioning on parenting stress in 90 internationally adoptive couples (mothers and fathers) who had adopted a child (aged 3–10 years) in the last 36 months. Participants completed self-report measures of dyadic adjustment, adult attachment, and parenting stress. A series of path analyses supported the mediation hypothesis, but differentially for mothers and fathers. Among mothers, there was a direct and negative relationship between dyadic adjustment and parenting stress. In addition, a better dyadic adjustment was related to lower levels of attachment anxiety, which in turn were associated with less parenting stress. Among fathers, increased dyadic adjustment was related to lower levels of attachment avoidance, which in turn were associated with reduced parenting stress. These findings suggest the importance of including both mothers and fathers in adoption research. Adoptive parents could benefit from specific interventions aimed at reducing attachment avoidance and anxiety by supporting parental sense of competence and involvement for mothers and fathers, respectively

    Il parenting nelle famiglie migranti

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    In questo capitolo si discutono alcune problematiche inerenti la valutazione della genitorialità nelle famiglie migranti, che possono incidere sulla costruzione di una relazione con queste famiglie e sulla qualità delle informazioni raccolte attraverso la somministrazione di test o questionari. Tali strumenti spesso non riflettono adeguatamente le competenze e le risorse psicologiche del bambino immigrato e delle sue figure di accudimento. Le modalità di parenting nelle famiglie migranti vengono concettualizzate secondo una prospettiva ecologica che tiene conto delle molteplici influenze ai diversi livelli del contesto sociale. In questa prospettiva, le cure genitoriali sono considerate come risposte adattive alle particolari circostanze che le famiglie immigrate si trovano ad affrontare nell’incontro con un nuovo contesto socioculturale. L’acculturazione viene definita come il processo attraverso il quale si verifica l’adattamento culturale. Secondo il modello di Berry, l’esito del processo di acculturazione è determinato dalla misura in cui le famiglie immigrate e quelle autoctone ritengono importante mantenere la propria identità culturale e/o valorizzare le relazioni con altri gruppi culturali. L’autore ha descritto quattro strategie di contatto culturale: integrazione, assimilazione, separazione ed emarginazione. Vengono descritte alcune problematiche connesse all’assessment multiculturale, evidenziando l’utilità di un approccio multimetodologico e multi-informant per ridurre al minimo le potenziali fonti di distorsione; inoltre, si sottolinea l’importanza di sviluppare un’adeguata competenza culturale. Si presentano alcuni strumenti per l’assessment delle strategie di acculturazione nelle persone migranti, suddividendoli in tecniche quantitative (questionari) e qualitative (intervista, osservazione partecipante, genogramma, mappatura dei campi sociali transnazionali), e vengono discussi i principali vantaggi e limiti associati a ciascun approccio

    Genitori di culture diverse

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    La valutazione di bambini e genitori di culture diverse \ue8 un tema particolarmente rilevante alla luce del costante incremento dei flussi migratori e della stabilit\ue0 che caratterizza il fenomeno-immigrazione nel nostro Paese. Per avvicinarsi a queste popolazioni in maniera culturalmente sensibile ed appropriata e garantire un utilizzo efficace dei servizi, \ue8 necessario acquisire nuovi strumenti e modalit\ue0 operative che tengano conto delle aspettative culturali dei genitori stranieri da un lato, e dei modelli culturali condivisi dai professionisti della salute dall'altro. Un modello utile a cui fare riferimento nell\u2019assessment multiculturale \ue8 la nicchia evolutiva, proposta da Super e Harkness per rappresentare il complesso sistema di interazioni tra fattori biologici e culturali nello sviluppo dei bambini. Per cogliere i diversi aspetti della nicchia di sviluppo del bambino \ue8 possibile utilizzare metodi e strumenti comunemente utilizzati in psicologia, ossia questionari, interviste e osservazioni del comportamento, ma anche i metodi etnografici di derivazione antropologica, quali l\u2019osservazione partecipante e l\u2019intervista etnografica. La scelta del tipo di tecnica dipender\ue0 dagli interessi e dall\u2019orientamento teorico dell\u2019esaminatore, dalle risorse disponibili e dalle problematiche portate dal singolo caso. Nell\u2019assessment multiculturale, le principali fonti di distorsione possono risiedere sia nelle assunzioni su cui si basa l\u2019assessment stesso che nell\u2019equivalenza delle tecniche utilizzate in diverse culture. Tali distorsioni includono il bias di costrutto (significati e comportamenti diversi associati allo stesso concetto teorico di riferimento), il bias di metodo (caratteristiche dello strumento; effetti dell\u2019esaminatore; familiarit\ue0 con gli stimoli, le procedure e le modalit\ue0 di risposta; desiderabilit\ue0 sociale), e il bias di item (traducibilit\ue0; significati diversi a seconda del gruppo culturale). Vengono presentati alcuni suggerimenti per ridurre al minimo questi problemi e condurre un assessment che fornisca un quadro il pi\uf9 possibile accurato delle competenze del bambino di altra cultura e della sua famiglia

    Computer-assisted analysis

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    In questo capitolo si presentano alcuni tra i programmi pi\uf9 utilizzati per l\u2019analisi computerizzata di dati qualitativi nelle scienze sociali: QSR NUD*IST, QSR NVIVO, ATLAS-ti e SPAD-T. Oltre a descrivere l\u2019approccio teorico sottostante a ciascuno di questi software, si forniscono delle indicazioni generali sul funzionamento, sulle possibili applicazioni e sull\u2019utilit\ue0 di questi programmi in diversi ambiti della psicologia

    Psicologia, cultura e sviluppo umano

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    Questo libro presenta un panorama aggiornato degli studi e dei metodi utili a chi intende occuparsi di tematiche culturali in psicologia e, in particolare, in psicologia dello sviluppo. Lo scopo principale \ue8 di fornire strumenti di conoscenza e tecniche di studio e rilevazione di dati per la formazione di psicologi, insegnanti, e operatori dei servizi sociali e sanitari che si trovano ad affrontare il problema dell\u2019incontro con culture diverse da quella italiana. Il libro si articola in tre parti. Nella prima vengono descritti i modelli teorici generali e i due approcci principali nel campo che ci interessa: la psicologia transculturale, o cross-culturale, e la psicologia culturale vera e propria. La seconda parte \ue8 rivolta in modo specifico a chi intende raccogliere informazioni di prima mano, poich\ue9 presenta i metodi e le tecniche di indagine pi\uf9 frequentemente usate sia in psicologia transculturale, sia in psicologia culturale. Nella terza parte vengono presentate le informazioni pi\uf9 recenti sui temi dello sviluppo cognitivo, sociale e affettivo del bambino in culture diverse

    La valutazione del temperamento: i QUIT

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    Tra i diversi strumenti per la valutazione delle caratteristiche temperamentali nei bambini, i questionari sono ampiamente utilizzati sia in campo clinico che nella ricerca. I Questionari Italiani del Temperamento (QUIT) sono stati sviluppati a partire da una riflessione teorica sui risultati della ricerca internazionale pi\uf9 recente e sui risultati degli studi di validazione di alcuni questionari americani condotti in Italia (Axia, 1993a e b). Il modello teorico dei QUIT prevede sei dimensioni: l\u2019Orientamento sociale, l\u2019Inibizione alla Novit\ue0, l\u2019Attivit\ue0 motoria, l\u2019Emozionalit\ue0 positiva, l\u2019Emozionalit\ue0 negativa e l\u2019Attenzione. Esistono quattro QUIT che impiegano lo stesso costrutto teorico per misurare il temperamento in quattro diverse fasce di et\ue0. In questo capitolo si presentano le caratteristiche psicometriche dei QUIT 1-12 mesi e 13-36 mesi. Queste versioni contengono rispettivamente 55 e 56 item che descrivono i comportamenti del bambino in tre contesti diversi: il bambino con gli altri, il bambino che gioca e il bambino di fronte alle novit\ue0. La valutazione della componente emotiva del temperamento fornita dai QUIT permette di evidenziare 4 profili temperamentali: Temperamento emotivo, Temperamento calmo, Temperamento normale, Temperamento difficile. I QUIT hanno buone propriet\ue0 psicometriche in termini di affidabilit\ue0 e validit\ue0 di costrutto; essi possono essere compilati da genitori, educatori e insegnanti \u2013 o comunque da chi si prende cura del bambino e passa quotidianamente del tempo con lui o con lei. La facilit\ue0 e la rapidit\ue0 della compilazione li rendono particolarmente adatti ad essere utilizzati in diversi ambiti, quali la ricerca, la clinica, il counselling e la scuola

    Il temperamento nei bambini nigeriani e italiani: un confronto tra le valutazioni delle madri e delle educatrici di asilo nido.

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    La ricerca che presentiamo nasce dall\u2019esigenza di comprendere meglio le idee, le aspettative e le credenze relative al temperamento infantile in un gruppo di madri immigrate con figli all\u2019asilo nido, nel tentativo di mettere in luce somiglianze e differenze rispetto ai modelli culturali condivisi da un gruppo di madri italiane e dalle educatrici di riferimento dei bambini. Riteniamo infatti che l\u2019approfondimento delle caratteristiche temperamentali valorizzate dai genitori provenienti da diverse culture possa costituire un elemento utile per facilitare la comunicazione tra genitori ed educatori, per favorire una migliore e integrata programmazione dei servizi educativi per l\u2019infanzia e, pi\uf9 in generale, per promuovere una migliore integrazione di queste famiglie nella nostra societ\ue0

    Le relazioni tra timidezza del bambino e responsività  materna nei primi due anni di vita: uno studio longitudinale

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    The aim of this study is to examine the development of shyness in 37 children (20 boys and 17 girls) followed longitudinally from the first months of life, analyzing maternal responsiveness at 16 months as a possible mediator in the relationship between fear of novelty at 4 months and shyness at 16 months. Data were collected at two different time points. At time 1 (age 4 months), mothers were asked to provide some sociodemographic information and to complete an infant temperament questionnaire. At time 2 (age 16 months), families were visited at home in order to observe the child’s behavior in front of an unfamiliar adult and maternal responsiveness in a naturalistic setting. In addition, toddlers’ shyness was assessed through a temperament questionnaire. Results show that 1) there is a relation between fear of novelty at 4 months and shyness at 16 months; 2) there is a concurrent relation between toddlers’ shy behavior and maternal responsive behavior at 16 months; 3) the relation between fear of novelty at 4 months and shyness at 16 months is mediated by maternal responsiveness assessed at 16 months when the child is confronted with an unfamiliar adult

    Cultural conceptions of infant health and development among Bolivian immigrant mothers in Italy.

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    Although immigrant parents\u2019 beliefs and practices related to infant health and development are of crucial importance to improve the quality of pediatric health care, relatively little is known about ethnic variations in parenting knowledge among immigrant populations. The aim of this study was to examine maternal childrearing beliefs and practices among Bolivian mothers migrated to Italy, and to determine whether these aspects affected women\u2019s attitudes and utilization of infant health care services. Twenty-three first-generation, Bolivian immigrant mothers of infants in the first year of life participated in semi-structured interviews; a qualitative content analysis approach was used to identify major themes. The thematic analysis indicated that Bolivian mothers placed great emphasis on their babies\u2019 health, which was promoted through a number of practices reflecting both Western and traditional medicine. Several magical-religious rituals were described in the context of episodes in which infants exhibited unsoothable crying, restlessness, or fearful behavior. Prevention also seemed to play a central role in these mothers\u2019 beliefs and practices, as virtually all women reported bringing their baby to the pediatrician for well-child visits, and recognized the importance of routine vaccinations. Maternal conceptions of infant development centered on physical closeness between mother and baby, autonomy, and linguistic skills; these socialization goals were achieved through the use of specific childcare practices (e.g., exclusive breastfeeding, co-sleeping, verbal stimulation). Our findings suggest that immigrant mothers\u2019 knowledge of infant health and development largely reflects traditional beliefs and practices, and that these aspects are linked to their attitude and use of health care services in the host society. Increased awareness of ethnic and cultural variations in parenting knowledge may help clinicians to accurately interpret the significance of parents\u2019 reports of their children\u2019s health and development, thus enhancing the quality of communication, assessment and intervention
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